AMBIENTE – Verdi presentano libro bianco

”Alla fine della stagione balneare 2004 nella provincia di Catanzaro i divieti di balneazione pubblicati dal ministero della Salute indicano l’aumento di ben 1352 metri di divieti rispetto a quelli dichiarati all’apertura della stessa stagione balneare dalla regione Calabria”. E’ uno dei dati piu’ significativi presenti all’interno del libro bianco relativo all’inquinamento marino nella provincia di Catanzaro 2004 presentato questa mattina a Lamezia dalla Federazione provinciale dei Verdi, presieduta da Giuseppe d’Ippolito e dal presidente regionale dei Verdi Leo Atelitano.
I divieti di balneazione, ha spiegato d’Ippolito, ”derivano dall’inquinamento che puo’ essere di due tipi: l’inquinamento biologico dipendente da fattori collegati alle attivita’ umane e l’inquinamento chimico dipendente dello sversamento nei mari di metalli pesanti e di altre sostanze tossiche”. Il rappresentante dei Verdi ha spiegato come alla fine del settembre 2004, il ministero della Salute ha comunicato che l’8,2% delle totale della spiagge della provincia di Catanzaro (cioe’ 8380 metri) risultano non balneabili per inquinamento: 4497 metri interessanti lo Ionio, 3883 il Tirreno. Altri 2 chilometri sono stati dichiarati non balneabili per insufficienza del campionamento.
Questi dati, ha specificato d’Ippolito, ”negli ultimi anni sono sempre stati in aumento”. Il segretario provinciale della Federazione dei Verdi ha inoltre spiegato che l’inquinamento chimico interessa, in proporzione molto ridotta, solo le zone al confine con le province di Vibo sul Tirreno e di Crotone sullo Ionio, per la presenza di tracce superiori al minimo di idrocarburi policiclici atomatici e di arsenico. Contribuisce all’inquinamento chimico lo scarico di oli ed idrocarburi.
L’inquinamento biologico, ha aggiunto d’Ippolito, ”pertanto rappresenta la piu’ importante causa di inquinamento dei mari di Catanzaro”. Secondo i dati ufficiale, in particolare l’assessorato alla salute della Regione Calabria, nel 2004 circa l’80% del carico inquinamene di origine urbana viene raccolto nei sistemi fognari: di questo, circa il 62% viene avviato agli impianti di depurazione mentre circa il 20% deriva da insediamenti civili senza fognatura (piccoli centri, nuclei isolati), ma anche da periferie urbane con fenomeni di urbanizzazione.
Secondo quanto riferito dai rappresentanti dell’associazione ambientalista, ”le autorizzazioni per gli scarichi a mare sono di competenza comunale, all’interno di un quadro normativo assolutamente rigoroso e vincolante e previa opportuna filtrazione degli stessi. I controlli sugli scarichi sono di competenza di tutte le autorita’ politiche, quelli sulla balneabilita’ delle acque dei presidi e sevizi multizonali di prevenzione o delle agenzie regionali per la protezione ambientale.
La gestione dei depuratoti, ha spiegato d’Ippolito, ”e in alcuni casi la realizzazione degli stessi e della rete di collegamento alle piattaforme depurative e’ stata dal 1997 al 2005 di competenza del commissario delegato per l’emergenza ambientale, di nomina governativa”. Dal 25 marzo 2005 questa gestione, ha sottolineato il presidente provinciale dei Verdi, ”e’ stata formalmente trasferita all’Ato 2 di Catanzaro, cioe’ all’ambito territoriale ottimale, un ente composto da tutti i comuni della provincia di Catanzaro e presieduto dallo stessi presidente della Provincia” Dal rapporto presentato dai Verdi, la gran parte dei siti non balenabili e’ posizionata alla foce dei fiumi e dei torrenti. Cio’ testimonia, ha aggiunto d’Ippolito, ”la crucialita’ dell’apparato inquinante che arriva dalla terra: la cattiva depurazione si aggiunge all’abusivismo e a varie illegalita”’. Ecco perche’ per gli ambientalisti la gestione della costa ”e’ ancora impruntata all’irresponsabilita’ degli amministratori per quanto riguarda costruzioni abusive e del commissario delegato, prima, e dell’Ato, poi, per il sistema di depurazione delle acque”.
Da qui la richiesta dei Verdi di ”dimissioni immediate sia del presidente dell’Ato che del commissario delegato”. Il libro bianco presentato questa mattina a Lamezia verra’ trasmesso alle autorita’, ai rappresentanti delle imprese turistico-balneari, ai sindaci dei comuni costieri, alle associazioni ambientaliste e di cittadini (Wwf, Legambiente, MareVivo, Amici della Terra, Fare Verde, Green Stone, Associazione Consumatori Utenti).

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Redazione

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