Avversario di turno

Solidità e buona sorte: il Piacenza insegue la A

La squadra di Iachini a ridosso della zona play-off tra indifferenza e contestazione

Lo
stadio “Nicola Ceravolo” avrebbe potuto
essere domenica prossima uno straordinario e trafficato incrocio di ricordi. Ma l’esonero di Cagni, il
dileguamento di Mangone e la squalifica di Miceli
rendono questo Catanzaro-Piacenza, una
“normale” partita di un gelido e ritardato inverno. L’assenza
di Ganci tra le file degli emiliani cancella un ulteriore
tema d’interesse, dopo che il giocatore era stato conteso anche dal
Catanzaro durante il mercato invernale. Un rimpianto in meno
per il popolo giallo-rosso, già oppresso dal ricordo della straordinaria
gara d’andata giocata a Piacenza e persa sfort
unatamente dopo aver
colpito tre pali. L’ultima prestazione in trasferta realmente convincente
di una squadra che, successivamente, avrebbe
conosciuto soltanto cocenti delusioni e un paio di striminziti pareggi.

IL CAMPIONATO – Il campionato del
Piacenza
è difficile da commentare. Le speranze
dei tifosi erano rivolti
alla promozione, le idee e i movimenti della
società decisamente diversi. Una squadra costruita grazie ad alcune
cessioni importanti (basti pensare alla posizione di classifica in A del Palermo di Guardalben,
della Sampdoria di Edusei,
del Bologna di Cipriani) e alla conferma di un
interessante manipolo di giovani. In realtà con Iachini
in panchina, il Piacenza ha tirato fuori tutte le
caratteristiche migliori del suo allenatore, unite alla massiccia dose di
fortuna che ha accompagnato gli emiliani nel corso del campionato. Alla fine il Piacenza si trova a ridosso della zona play-off,
nonostante l’ultimo periodo difficile, con una rosa falcidiata dagli
infortuni soprattutto nel reparto avanzato che ne ha risentito parecchio. Il Piacenza è una squadra solida, ma
“estremista” nei risultati: solo quattro pareggi (a fronte di
dodici vittorie e altrettante sconfitte), due dei quali, peraltro, ottenuti
nelle ultime tre partite, prima del successo col Torino. Il mercato di gennaio
non ha dato quella spinta verso l’alto al
Piacenza, forse perché ha coinciso con il periodo affollato
dell’infermeria. La partenza di Mangone e Cristante ha creato un buco in difesa, ottimamente riempito
da Olivi, ex capitano della Salernitana.
A centrocampo, oltre al talentuoso Di Vicino, un
ritorno gradito: lo “zingaro” Gautieri
è tornato a casa dopo una stagione che lo ha visto protagonista di
qualche partita con l’Atalanta, di un flirt
durato due giorni con il Lecce di “mastro” Zeman,
di una puntatina a Napoli. Ceduti Tarana
e Jeda, l’arrivo di Ganci e Degano,
rispettivamente in prestito da Reggina e Parma, non è stato salutato con
entusiasmo dalla piazza, non del tutto convinta della linea verde imposta da Garilli. Eppure i due promettenti talenti hanno firmato le
ultime due striminzite vittorie dei “papaveri” contro Modena e
Torino, oltre che gli unici due gol del Piacenza nelle
ultime sette partite. Di questo passo, al “Ceravolo”
si rischia uno 0-0 soporifero.

SUL CAMPO – Il 4-4-2 è il marchio di fabbrica
della casa, anche se l’arrivo della variabile Ganci
potrebbe “modernizzarlo” (4-4-1-1 o 4-2-3-1). Infortuni e mercato
hanno costretto Iachini a sostituire o a muovere
spesso le pedine nel suo scacchiere. Il recuperato Orlandoni
è il portiere titolare, dopo che alcune sue discutibili prestazioni
avevano allertato Aldegani.
In difesa Sardo è il saldo detentore della
fascia destra dopo la partenza di Cristante, mentre a
sinistra Bocchetti viene stabilmente preferito a
Radice. I due centrali sono l’argentino Campagnaro (terzo bomber della squadra con tre gol) e il
neo-acquisto Olivi. A centrocampo, i due esterni sono Lucenti
e Masiello, mentre in mezzo il ritorno
dall’infortunio di Luisi è un’ottima garanzia per il finale
di stagione potendo garantire quantità e qualità
. Al suo
fianco inamovibile Riccio. L’attacco titolare è tutto da
decifrare: i frequenti infortuni di Beghetto e Pepe
(cannonieri della squadra con dodici gol complessivi) hanno lanciato il nuovo duo
Degano-Ganci. Il ritorno del centravanti farà
slittare Degano in panchina, mentre Pepe e Ganci si
contenderanno l’altro posto, anche se l’ex trevigiano
garantisce più varianti tattiche a Iachini. Contro il Catanzaro
mancheranno per squalifica Riccio e Ganci. Al posto del mediano giocherà
il rumeno Patrascu, mentre in attacco ci sarà il
ritorno in campo di Beghetto. Vicini
al rientro anche Gautieri, che ha dovuto recuperare un
minimo di condizione atletica dopo le traversie stagionali, e Pepe
.
Almeno uno dei due potrebbe essere portato da Iachini
in panchina già a Catanzaro.

Probabile formazione (4-4-2): Orlandoni; Sardo, Olivi, Campagnaro, Bocchetti; Lucenti, Patrascu, Luisi, Masiello; Beghetto, Degano.

I
PRECEDENTI
– Sette le sfide
del passato tra Catanzaro e Piacenza: le prime tre in serie C negli anni
’50 (due nette vittorie giallo-rosse
e un pareggio), le ultime quattro in B. Tra i cadetti il bilancio è favorevole agli emiliani con
due vittorie, un pareggio e una sconfitta. L’ultima sfida risale al
1988-89: 0-2 con i gol di Russo e di Beppe Signori che, nella stagione
successiva, sarebbe definitivamente esploso nel Foggia di Zeman.
L’ultima vittoria del Catanzaro risale invece a
quasi trenta anni fa: un gol di Palanca su rigore a otto minuti dalla fine
lanciò i giallo-rossi di Di Marzio verso la
seconda promozione in serie A. Sulla panchina emiliana sedeva G.B. Fabbri. Il
bilancio delle marcature è favorevole ai giallo-rossi:
sei gol fatti, solo tre quelli subiti ma costati due sconfitte. Un pragmatismo
che ricorda proprio il Piacenza di Iachini.

L’ANDATA – L’attesa di tutti i calabresi
“padani” per l’arrivo del Catanzaro
viene delusa da una sconfitta tanto incredibile quanto sfortunata. I giallo-rossi del neo-arrivato Cagni
sfoderano una superba prestazione, fatta di umiltà, grinta e belle trame
di gioco. Ma il Piacenza sornione punisce i
giallo-rossi ad ogni distrazione. Il primo tempo (con Zattarin
in campo) è equilibrato con un paio di occasioni
per parte. Il Catanzaro gioca bene sulle ali del
tridente (il Ca.Co.Ca.) e colpisce un palo clamoroso
con Carbone di testa. Il Piacenza è tutto Pepe,
imprendibile per i lenti e impacciati difensori giallo-rossi, ma impreciso al
tiro. Nel secondo tempo (con Vicari per Cammarata) la
musica pare cambiata: il Catanzaro padrone del campo nei primi minuti colpisce
un altro legno con una straordinaria sforbiciata di Corona su assist di Vicari. Due calci da fermo, però, nel giro
di dieci minuti mettono K.O. i giallo-rossi. Prima Campagnaro segna deviando involontariamente una punizione
di Masiello. Poi Manitta
regala il raddoppio a Pepe con una delle sue imbarazzanti uscite. A questo
punto gli uomini di Cagni si riversano nella
metà campo bianco-rossa, colpendo un altro palo con Morello, trovando un
paio di volte Orlandoni a sbarrare la strada,
segnando un gol con una splendida incornata in torsione di Biancone e sfiorando
la beffa all’ultimo secondo di recupero con Corona che, a tu per tu con il portiere emiliano, divora un gol fatto
sparandogli addosso il pallone del pareggio. Una partita-fotografia della
stagione giallo-rossa.

I TIFOSI – Imbarazzante il clima di pesante
contestazione a una società che sta dimostrando
con i fatti un’eccellente visione del sistema calcio. Troppo
diversa, però, da quella degli ultras
piacentini, deludenti e in netto calo rispetto al passato
. All’andata,
fuori dalla loro curva, minacciarono e offesero
vigliaccamente alcuni (non ultras) dei mille tifosi
giallo-rossi presenti al “Garilli”, salvo
offrire poi una penosa prestazione durante la gara. Domenica al “Ceravolo” non dovrebbero superare le 50 unità.
Discreta, comunque, e stranamente dislocata la
presenza di pubblico al “Garilli”: oltre
seimila gli abbonati, ma meno di un migliaio i paganti; affollate le tribune,
semideserti i settori popolari. Un indicatore del tenore di vita della cittadina emiliana o una tradizione ultras in via d’estinzione?

Ivan Pugliese

ivan@uscatanzaro.net

Autore

Redazione

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