Avversario di turno

Ascoli: il giorno di Toledo

Il brasiliano con la sua nuova maglia torna nello stadio che lo ha lanciato

Catanzaro-Ascoli è uno splendido incrocio di ricordi e di
profumi. Ha in sé il vecchio gusto della serie A, visto che l’Ascoli è l’unica
squadra (tra le 22 di B) affrontata dal Catanzaro più volte nel massimo
campionato che nelle altre categorie. Ha in sé il nuovo sapore della serie B
appena conquistata, il sapore dell’erba bagnata del “Del Duca”, in quel 16
maggio così vicino ma allo stesso tempo così lontano. Ha in sé il gusto
agrodolce del cocktail di ex: da Mazzone a Nicolini, da Fontana all’ultimo mercato
di gennaio che porterà il “nostro” Toledo a tornare al “Ceravolo” domenica da
avversario. Proprio un anno e mezzo dopo la vile aggressione subita al termine
della finale con l’Acireale, reo di un folle gesto che era costato a lui
l’espulsione e al Catanzaro la promozione in C1. Proprio otto mesi dopo quella
splendida galoppata da gazzella che aveva fatto esplodere di gioia 10.000 cuori
giallo-rossi – gelati un minuto prima da Califano – regalando al Catanzaro la
promozione in serie B. La vetrina sarà tutta di Toledo, domenica, perché nel
bene e nel male il brasiliano è stato il vero protagonista dell’ultima partita
delle ultime due stagioni, decidendo le sorti dei campionati. Per questo,
probabilmente, il suo ritorno e il suo ricordo a Catanzaro non saranno gli
stessi dedicati a Briano. O forse perché è più facile aver nostalgia di un
ragazzino nero che parlava in dialetto con la stanca cadenza carioca, che era
stato adottato da un’intera città, che aveva entusiasmato o indispettito i
tifosi con le sue finte e i suoi dribbling ubriacanti o irritanti, piuttosto
che di un mediano di Carmagnola. Tutti in piedi, io vi chiedo, per Robson
Toledo.

IL
CAMPIONATO
– Se non ci fossero
state le prime tre partite di questo girone di ritorno, il bilancio dei
bianco-neri marchigiani sarebbe stato sicuramente più roseo. Un pareggio
casalingo con l’Empoli, poi due rimonte subite. La prima domenica scorsa al
“Delle Alpi”, portata a termine a tempo scaduto dal Toro con la generosità e la
compiacenza dell’arbitro Nucini che ha regalato ai granata un rigore e mezzo.
La seconda nel turno infrasettimanale, imposta da uno spumeggiante Arezzo che
ha pareggiato 2-2 nel secondo tempo un match già perso nel primo. Due punti,
dunque, nelle ultime tre partite hanno impedito all’Ascoli di decollare
definitivamente verso i play-off. Anche le prime tre partite del girone
d’andata avevano dato ai bianco-neri un solo punto, prima di battere il
Catanzaro e iniziare la cavalcata. Una stagione che sembrava di passaggio,
senza eccessive velleità, si è invece trasformata in una formidabile occasione
per ritrovare quei palcoscenici tanto cari all’Ascoli di Rozzi. Il lavoro della
strana coppia Silva-Giampaolo è stato formidabile e ha garantito equilibrio e
affidabilità alla macchina bianco-nera. A loro disposizione una rosa costruita
per la salvezza ma rafforzata dall’innesto in extremis di Bucchi, che non ha
tradito le aspettative ed è diventato il terminale ideale in attacco per una
squadra solida nel suo 4-4-2, ma capace di trame fantasiose grazie a due
esterni di centrocampo particolarmente offensivi. Il presidente Benigni ha
sapientemente ritoccato l’organico nel mercato di gennaio, sopperendo alla
perdita di Capparella (fortemente voluto dal Napoli) con l’arrivo di Toledo e
centrando due acquisti molto validi: gli ex baresi Cordova e Motta. Il cileno –
dimenticato da Colomba a Livorno dopo i 12 gol a Bari nella scorsa stagione –
potrebbe incrementare il fosforo del centrocampo bianco-nero. L’attaccante è
invece una valida alternativa al duo titolare Bucchi-Colacone, dopo una
stagione e mezza in Puglia non particolarmente brillanti. Solo il campo ci dirà
dove può arrivare questo Ascoli. Finora i bianco-neri hanno sempre fallito le
occasioni importanti per risalire. Ma non è detto che i campionati si vincano
solo con gli scontri diretti.

SUL
CAMPO
– La solidità è sicuramente
la dote migliore dei bianco-neri, non particolarmente spumeggianti nel gioco ma
quadrati nell’impostazione classica del 4-4-2. Un modulo che ha portato grandi
frutti in casa e un discreto gruzzolo di punti in trasferta (tre vittorie,
quattro pareggi e cinque sconfitte). In porta i due tecnici hanno optato in
questa fase della stagione su Coppola, ex Napoli e Bologna, dopo un tourbillon
di portieri che ha portato tra l’altro in giallo-rosso il vecchio “Micio”
Micillo, molto apprezzato dai tifosi ascolani. In difesa la coppia centrale è
formata da Cudini e Brevi (70 anni in due), con De Martis terzino destro e
Modesto a sinistra. Spesso, però, l’ex fluidificante del Cosenza viene utilizzato
anche più avanti sulla stessa fascia, con l’inserimento dietro a lui del
giovane Lauro. A centrocampo, ancora fermi Cristiano e Biso, in cabina di regia
agiscono Belingheri e Monticciolo, con un discreto spazio anche per Speranza.
Sulle fasce Antonelli e Capparella erano le prime scelte, prima che l’ex
avellinese fosse ceduto al Napoli in cambio di Toledo. Molto spazio sulla
sinistra anche per Fini e per l’avanzamento di Modesto nelle partite che
richiedono una maggiore copertura difensiva. Il duo d’attacco Bucchi-Colacone
(18 gol su 32 delle squadra) non si discute. Motta e il nigeriano Eliakwu
dovranno incidere dalla panchina. In vista del Catanzaro, rientrerà in difesa
Lauro dopo la squalifica, ma potrebbe dare forfait De Martis, costretto a uscire
dal campo con l’Arezzo per una sospetta frattura allo zigomo. Al suo posto
giocherà Martinelli. A centrocampo potrebbe esordire Cordova per far rifiatare
uno dei due centrali di centrocampo, mentre dovrebbe tornare disponibile
Antonelli, fermato da un piccolo infortunio nella gara di Torino. Difficile
indovinare i due esterni: probabile l’avanzamento di Modesto a sinistra, con
Antonelli a destra e Toledo a rifiatare dopo le due partite giocate in
settimana e pronto a entrare a partita in corso. In attacco conferma per il duo
titolare.

Probabile formazione (4-4-2): Coppola; Martinelli,
Cudini, Brevi, Lauro; Toledo, Monticciolo, Cordova (Belingheri), Modesto
(Antonelli); Bucchi, Colacone.
.

I
PRECEDENTI
– Decimo confronto in
assoluto al “Ceravolo” tra Catanzaro e Ascoli, il quinto in serie B oltre ai
cinque nella massima serie. Il bilancio è favorevole ai giallo-rossi,
vittoriosi cinque volte contro una sola dei marchigiani, tre i pareggi. L’unico
successo dell’Ascoli risale alla stagione ’77-78, con i gol di Quadri e Greco a
ribaltare il vantaggio giallo-rosso firmato Palanca. Il campionato si concluse
poi con la promozione di entrambe le squadre. Lo stesso Palanca è il
capocannoniere di questa sfida grazie ad altri due gol, segnati in serie A
nella stagione ’79-80 e in quella successiva: nel primo caso finì 1-1 col
pareggio di Anastasi; l’anno dopo 2-0 col raddoppio di Borghi. A seguire altri
due successi di misura del Catanzaro grazie a Sabato e a De Agostini
(nell’ultimo anno di A dei giallo-rossi). L’ultimo precedente risale invece al
1985-86: un pareggio 0-0. Il conto dei gol è favorevole al Catanzaro: 11-5.

L’ANDATA – Il match d’andata si giocò in un insolito
venerdì sera, primo anticipo per il Catanzaro formato serie B. Il giorno dopo a
Germaneto sarebbe andato in scena il mega-concerto gratuito di Vasco Rossi. Ma
quel venerdì era anche il giorno della sentenza sul calcio-scommesse.
Un’assoluzione che restituiva i cinque punti e riportava il Catanzaro a metà
classifica. Doveva essere un giorno di festa, un potenziale giorno da otto
punti in classifica. Ma invece del furore agonistico positivo, la sentenza
portò una certa rilassatezza, assolutamente fuori luogo. Un Catanzaro molle
subì la terza sconfitta consecutiva dopo quelle con la Triestina e col Catania.
S’iniziò già a parlare del dopo-Braglia, senza sapere a cosa il Catanzaro
stesse andando incontro. Un gol di Colacone nel primo tempo bastò a spegnere le
poche velleità giallo-rosse. Anche quella sera pioveva a dirotto, proprio come
il 16 maggio. Un black-out elettrico fece iniziare la partita con un quarto
d’ora di ritardo. Ma per il Catanzaro, da quel giorno, la luce si è accesa solo
a intermittenza, sempre più raramente. E la fiammella della speranza di
salvezza è oggi molto fioca.

I
TIFOSI
– L’entusiasmo sopito da
qualche anno sta risvegliando i tifosi ascolani. Solo 1866 gli abbonati, ma
quasi 6.000 le presenze fisse allo stadio. Certo, per riempire il “Del Duca”
sono necessari altri numeri. E la campagna acquisti non sembra aver
entusiasmato i tifosi che si aspettavano forse uno sforzo maggiore da parte di
Benigni. Nessun problema all’andata tra le due tifoserie, anche per il rispetto
creatosi dopo la pacifica invasione giallo-rossa nella città marchigiana lo
scorso 16 maggio. 10.000 tifosi ricevettero una splendida accoglienza dagli
ascolani. Altri numeri rispetto ai circa 200 tifosi del Catanzaro presenti
nella gara d’andata a settembre. Tanti quanti dovrebbero essere i tifosi
bianco-neri presenti domenica al “Ceravolo”.

Ivan Pugliese

ivan@uscatanzaro.net

 

Autore

Redazione

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