MASSIMO PALANCA si racconta!

Il regalo più bello per il nostro compleanno ci arriva da Massimo Palanca, che in una intervista in esclusiva racconta, a Gennaro Amoruso, emozioni e sensazioni rigorosamente in giallorosso.

Pronto casa Palanca? Si!

Mi risponde direttamente Massimo,
voce ferma ed accento marcatamente marchigiano. Come stai Presidente? (Palanca
è Presidente Onorario della nostra associazione dalla data di nascita della
stessa, il 19 marzo 1994 n.d.r.) Bene, bene, mi fa davvero piacere sentirti e
sai bene che questa carica mi onora molto e mi fa sentire vicino a tutti voi.

Dopo questo brevi convenevoli
inizia una lunga chiacchierata con Massimo Palanca, il più grande calciatore
che il Catanzaro abbia mai avuto.

Partiamo dall’undici, numero
magico per O’Rey, la Sua maglia ed i campionati disputati a Catanzaro sono
contrassegnati da questa cifra.

Il caso vuole che in televisione
scorrano le immagini dell’Olimpico (Lazio-Besiktas n.d.r.), cominciamo a
parlare delle partite giocate nella capitale, come dimenticare la storica
Roma-Catanzaro 1-3 con Palanca autore di una tripletta. Quel giorno, mi
confida, oltre a fare bottino pieno nello stadio delle Olimpiadi facemmo molto
contento Carletto Mazzone. Che gioia per il Mister, romano e romanista, uscire
vincitore, una piccola rivincita sui suoi detrattori. Dalla sua voce sembra di
rivederla quella domenica di marzo del 1979, il tabellino ripeteva inesorabile
Palanca, Palanca, Palanca, Catanzaro era Caput Mundi e Massimo il suo
Imperatore.

La mia curiosità è tanta, chiedo
di raccontarmi qualche aneddoto e qualche episodio particolare della sua
esperienza catanzarese. Palanca, con cortesia, mi risponde che la sua avventura
a Catanzaro è pregna di aneddoti e di storie particolari, tanto da ricondurre
tutto nella normalità.

Arrivai a Catanzaro nel 1976,
venivo da una stagione di primo piano (miglior realizzatore in Serie C a
Frosinone n.d.r.) e le aspettative erano molte. Ma la prima stagione fu
difficile per un tipo schivo come me, qualche difficoltà di ambientamento e
problemi vari condizionarono il mio rendimento. Penso fra me e me che fu
concreto il rischio di non veder mai nascere il Mito.

In quegli anni Catanzaro era un
interessante laboratorio calcistico condotto da Nicola Ceravolo. Don Nicola era
un uomo d’altri tempi, mi dice Palanca, una persona la cui parola valeva più di
mille contratti. Ceravolo padre padrone del giocattolo giallorosso.

Il ricordo di Ceravolo è sempre
vivo in me, mi ha sempre aiutato nei momenti difficili, era una persona
speciale, il suo fiuto era unico, sapeva quale fosse il momento per richiamarci
e con che tono farlo. Per lui non c’era differenza fra vittorie e sconfitte,
appena finita una partita lui pensava già alla prossima. Lo vedevi negli spogliatoi
con quella faccia un po’ ingrugnita e con i piedi sempre per terra. Dopo le
vittorie, anche se non lo dava a vedere, noi giocatori sapevamo che in cuor suo
era raggiante. Eravamo consapevoli di cosa volesse e cercavamo di fare di tutto
per renderlo felice.

E’un fiume in piena Palanca, in
ogni sua parola rivivere un ricordo.

Gli chiedo: hai conosciuto anche
altre piazze calcistiche, ma come mai in nessun altra sei riuscito a rendere
come hai fatto a Catanzaro?

Fa una piccola pausa, lo immagino
sorridere, dopo qualche secondo inizia a confidarsi, sai quello del calciatore
è un mestiere particolare, soprattutto in passato il rendimento agonistico era
fortemente legato alla condizione psicologica. Era necessario entrare in
simbiosi con la città, prima di essere calciatore dovevi essere uomo, bisognava
vivere il luogo dove ti trovavi giorno per giorno. Oggi sotto certi punti di
vista il calcio è peggiorato, non si vive più in città e per la città, ti
capita in una stagione di cambiare “aria” due o tre volte e per tale motivo è
difficile rendere al massimo. Di sicuro nel calcio moderno è migliorata
l’organizzazione, i giocatori sono più tutelati e riescono a togliersi diverse
“soddisfazioni” (economiche n.d.r.). In passato il vero segreto del Catanzaro è
stato l’ambiente, si era veramente amici sia in campo che fuori, intorno a noi
c’erano non solo dei tifosi ma veri amici, persone con le quali è ancora un
piacere vedersi o sentirsi. Il campo era lo specchio della realtà che ti
circondava, chi arrivava a Catanzaro sapeva di trovare gente vera e sincera. La
gente, il clima, l’entusiasmo e calciatori dalle buone doti hanno creato un mix
perfetto.

La vita è fatta di valori e se si
crede in queste cose i risultati arrivano. L’amicizia poi conta tantissimo, sai
due anni fa Claudio (Ranieri n.d.r.) ha organizzato per lui, per me e per
Pellizzaro la festa per il venticinquesimo anniversario di matrimonio. E’ stata
una bellissima sorpresa, un gesto particolare che solo i veri amici sanno fare.

Questi racconti di Palanca
rafforzano la mia impressione di sempre, Catanzaro ha veramente avuto un
Campione, ed io sto avendo la possibilità di scoprire un po’ del suo lato
“nascosto”.

La sua disponibilità non cambia
anche quando scendo nel personale, cosa fai oggi gli chiedo a bruciapelo. Vivo
nelle Marche, nella cittadina di origine di mia moglie ed ho una avviata
attività commerciale, dove mi capita spesso di ricevere la visita di
catanzaresi. Ho un figlio di venticinque anni che studia giurisprudenza, per un
attimo la mia mente ha un sussulto, vedo questo ragazzo, con indosso la casacca
giallorossa, esultare sotto la Curva Ovest. Sono costretto a risvegliarmi dal
mio breve sogno, Palanca junior gioca al calcio ma lo fa solo a livello
amatoriale. Poi, aggiunge Massimo, sono rimasto ancora molto legato al mondo
del calcio, faccio il selezionatore federale, anche qui mi assale un altro
sussulto, vedo la panchina catanzarese con Palanca ad impartire disposizioni ai
calciatori ed un tripudio di colori sugli spalti.

Ma torniamo alla realtà di questa
serata di marzo 2003, Massimo mi spiega che si occupa di giovani calciatori,
sono il selezionatore della FIGC per le squadre under 16 dei comitati Marche,
Toscana ed Emilia Romagna. Poi aggiunge, devi sapere che su cinque responsabili
nazionali di questo settore tre sono ex calciatori del Catanzaro, io, Braca e
Bui.

Sinceramente, continua, il calcio
giovanile mi da molte soddisfazioni, mi piace stare con i giovani, insegnare
loro i trucchi del mestiere, e forse questo ambiente si avvicina a quello dei
miei tempi. Anche se nel settore giovanile ci sono dei pericoli, soprattutto il
contorno, capita di trovare qualche procuratore senza scrupoli o un genitore
che crede di allevare un campione (un Palanca n.d.r.) che li aiuti a risolvere
tutti i loro problemi.

Mi faccio coraggio e gli chiedo
alleneresti mai il Catanzaro?

La domanda non lo sorprende, con
la solita sincerità e senza scomporsi, mi dice che oggi trova davvero molto
appagante quello che fa, ma non bisogna mettere mai dei limiti, ed alla fine si
lascia scappare la frase, in futuro chissà….

Ed il Catanzaro di oggi? Mi
spiace molto che siamo costretti a disputare l’ennesimo campionato di C/2, è
veramente un peccato che una tifoseria come quella giallorossa sia costretta a
vivacchiare in questa categoria. Nel mondo del calcio però non si improvvisa
nulla, se non c’è una programmazione seria ed oculata non si va da nessuna
parte Per il futuro sono fiducioso, Gianni(Improta n.d.r.) è una persona che ci
tiene molto, oltre ad essere stato un grande calciatore ha una buona esperienza
nel mondo del calcio ed ha particolare cura per il settore giovanile.

Questo dei giovani è un leitmotiv
di Palanca, ci tiene a ribadirmi che solo con la programmazione e puntando sui
giovani si possono ottenere grandi risultati. Però, aggiunge, servono anche le
infrastrutture e ben vengano le iniziative in questo senso. Bisogna creare un
complesso sportivo sul posto, si deve dare la possibilità ai ragazzi di
studiare vicino casa, creare luoghi ove far crescere i giovani. Sono tantissimi
i ragazzi  meridionali costretti a
giocare nelle squadre del Nord, perché vicino casa loro non ci sono società che
hanno questa sensibilità.

Dove si fanno queste cose i
risultati si vedono, pensa al Centro S. Agata costruito a Reggio, sai quanti
ragazzi sono stati sfornati da lì. Una realtà come Catanzaro non ha
alternative, si deve puntare sui giovani e vedrai che i risultati non
tarderanno ad arrivare. Poi ci sono tanti ex calciatori giallorossi, a cui
Catanzaro ed il Catanzaro hanno dato tanto, che si occupano di calcio giovanile
in tutta Italia, carpirgli qualche suggerimento non costa nulla. Mi fa piacere
sapere che i programmi della nuova dirigenza catanzarese sono improntati in
questo senso.

Catanzaro e Palanca ancora  indissolubilmente legati?

Si, risponde senza esitazione,
sai la prima cosa che leggo sui quotidiani sono i tabellini della partita del
Catanzaro. Tra le altre cose lo trovo molto preparato sul torneo attuale, ma
misurato sul pronostico finale, anche se in fondo al cuore ha lo stesso sogno
di migliaia di tifosi.

Sai Massimo che ancora tantissima
gente vibra nel pronunciare il tuo nome?

Questa cosa mi fa un immenso
piacere e mi lusinga. Ricordo bene la serata trascorsa a Roma nove anni fa.
Siete venuti a prendermi alla stazione Termini ed appena sceso dal treno mi
avete fatto indossare la sciarpa giallorossa, poi una volta arrivati davanti
alla sede ho trovato un centinaio di persone festanti. Credevo di essere
tornato indietro di qualche anno, alcuni ragazzi mi incitavano come se dovessi
disputare una partita importante. Che bella festa, speriamo di ripeterla
presto.

La chiacchierata con Palanca
potrebbe durare altre ore, ma non voglio approfittare della sua disponibilità.
Massimo prende carta e penna e chiede l’indirizzo del nostro sito. Sai qualcuno
mi aveva già parlato di questa cosa, comunque da oggi potete contare su un
nuovo utente da Camerino, spero poi che mio figlio mi spieghi come funziona il
vostro Forum mi piacerebbe farci un salto e mandare un saluto a tutti i tifosi
giallorossi. Per il momento porgili tu i miei saluti e fai tanti auguri ai soci
della nostra associazione.

Ci salutiamo con un reciproco
Forza Catanzaro e con la speranza di rivedere al più presto la nostra squadra
vincere.

Finisce al novantesimo minuto
questa chiacchierata con O’Rey, Unico Imperatore della Ovest, colui che è
diventato Mito ed ha superato una Leggenda.

Non vi nascondo che la mia notte
è stata popolata da sogni fantastici, la voce di Palanca, le sue prodezze ed i
suoi goal mi hanno accompagnato fino al risveglio.

Ritorna Catanzaro, ritorna Mito
il tuo Popolo ti aspetta per la Seconda 
Resurrezione!!!

Gennaro Maria Amoruso

Autore

Redazione

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