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Cagni, dimissioni respinte. Squadra in ritiro. Princi: Rinforzi in arrivo

Cronaca e riflessioni dopo Catanzaro-Ternana

La società ha respinto le dimissioni presentate da Gigi Cagni. Il tecnico del Catanzaro, dopo la disastrosa disfatta contro la Ternana, durante la riunione negli spogliatoi voluta dalla dirigenza giallorossa ha detto ai giocatori: “Se il problema sono io, mi faccio da parte”. La squadra, però, ha chiesto compatta (compresi infortunati e giocatori in tribuna) all’allenatore di restare al suo posto. Il responsabile dell’area tecnica, Nino Princi, ha preso atto di questa situazione confermando (fino alla fine del campionato) la fiducia a Cagni. La squadra da martedì andrà in ritiro per preparare al meglio la trasferta (inutile sottolineare, molto delicata) di Bari. La località non è stata ancora decisa. Princi, inoltre, ha affermato che entro domani saranno ufficializzati tre acquisti importanti, scagliandosi poi contro alcune dichiarazioni della stampa sui presunti rifiuti (“chi parla di 21 è in malafede”).
Questa è la fredda cronaca di un pomeriggio nero per i colori giallorossi. Ci permettiamo di aggiungere qualche considerazione. In primis ai giocatori: esigiamo un comportamento da professionisti (tra l’altro ben pagati) perché si può anche retrocedere ma almeno salvando la dignità, una parola sconosciuta da luglio in avanti a buona parte della rosa. Parlare di salvezza è utopistico visto le prestazioni offerte, ma l’invito è un banale “non mollare”. In fondo sei punti da recuperare con 21 gare da giocare non sono un gap insormontabile. Per farlo, però, occorre grinta, grinta e ancora grinta. In campo i nostri giocatori sembrano pecorelle in balia dei leoni. Speriamo che da Bari le parti s’invertano.
Alla società abbiamo poco da dire. Il disastro è sotto gli occhi di tutti. Anche oggi Princi ha promesso tre acquisti entro domani. Cagni li sta aspettando da novembre. Contro la Ternana come minimo bisognava mettere a disposizione del tecnico una punta e un difensore centrale. Nulla di tutto questo. Myrtaj ha chiesto tempo prima di dire sì al Catanzaro. Speriamo che lo scempio odierno non gli faccia cambiare idea, ma di sicuro non è questo il modo di affrontare una campagna acquisti che per noi doveva essere (ed è) vitale. Miceli (commovente, peccato non si possa clonare) da solo non basta. Tra l’altro l’ex catanese è arrivato solo per la presenza di Cagni. Gli altri tre rinforzi sono solo dei prestiti (Morabito, tra l’altro, non giocava da sei mesi e La Fortezza deve ritrovare fiducia dopo due stagioni difficili!). Scagliarsi contro i tifosi, infine, non serve a nulla. Anzi, peggiora le cose e dilapida l’unico (in questo momento) bene del Catanzaro.
E siamo all’allenatore. Ha fatto delle scelte precise: i risultati, per ora, gli danno ampiamente torto. Le dimissioni erano dovute: la squadra (al contrario di quello che era accaduto con Braglia) si è stretta intorno al tecnico. Ora la fiducia della società fino a giugno deve servire a Cagni per vincere una sfida quasi impossibile: far cambiare idea ai tifosi che lo identificano come il responsabile di questa situazione. Certo, alcuni suoi atteggiamenti da “puro” non si adattano alla circostanza. Per questo gli chiediamo due segnali importanti per ricompattare l’ambiente: aggregare da subito alla squadra Ferrigno e Pastore; coinvolgere nel lavoro settimanale il preparatore Sergio Musa. Per il resto ritorni a gestire la squadra come aveva fatto nelle prime settimane, alternando il pugno di ferro al dialogo. Cagni ha il dovere di trovare delle soluzioni valide, se pensa di non avere più stimoli lasci senza tentennamenti. Se ha deciso di restare, però, non ci possiamo accontentare delle parole. Pretendiamo prestazioni (guardo caso) dignitose.

Chiudiamo con i tifosi: ognuno è libero di avere opinioni diverse. Le contestazioni sono legittime e comprensibili. Un po’ meno gli insulti gratuiti. Assolutamente da condannare, poi, la violenza. Colpire con una bottiglietta un tesserato del Catanzaro (ma avremmo scritto la stessa cosa se fosse accaduto con un giocatore avversario o la terna arbitrale) è sinonimo d’inciviltà. Non è questa l’immagine di Catanzaro che ci piace esportare fuori dalla nostra regione. Non sopportiamo che per un imbecille sia etichettata l’intera città. Dal petardo a Vicinanza, fino alla bottiglietta. La dignità è richiesta non solo ai giocatori, ma anche per tifosi e giornalisti. E qualcuno in questi mesi ha dimenticato questa parola. Cerchiamo da domani di ritrovarla. Sarà il primo (piccolo) passo verso la salvezza. Sì, noi ci crediamo ancora.

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Redazione

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