Avversario di turno

La corazzata Genoa e il comandante Serse

Giovedì al “Ceravolo” arriva la capolista tra vecchi amarcord e necessità di classifica

Gazzoli; Baldini, Thiago, Stellini; Rossi, Lamouchi,
Rimoldi, Cozza, Gemiti; Makinwa, Caccia. Un undici che potrebbe tranquillamente
lottare per un posto in serie A, contendendo il primato al Genoa stellare di
Cosmi e Preziosi. Peccato che questi giocatori siano proprio del Genoa,
relegati nello scomodo ruolo di “riserve” di lusso. Se c’è un modo per capire
la forza della squadra rosso-blu, il gioco dei panchinari è quello più
semplice. Una Ferrari sapientemente costruita da Preziosi e dal D.S. Landini, affidata
dopo un mesetto di De Canio alla collaudata guida di Serse Cosmi. È bastato
poco al Genoa per ritrovare in un colpo solo i risultati, il primato tra i
cadetti, l’entusiasmo di un pubblico dal palato fine. Il prossimo avversario
del Catanzaro è infatti la squadra più antica d’Italia, la culla del nostro
calcio, con i suoi 110 anni di storia, con i sei scudetti del dottor Spensley a
cavallo del 1900 e gli altri tre titoli del ventennio successivo, con la Coppa
Italia del 1937, con la leggendaria vittoria di Anfield (1-2 nel 1992) contro
il Liverpool (prima squadra italiana a centrare l’impresa in una competizione
ufficiale). Insomma, il vecchio Grifone è un vero e proprio mito per gli amanti
del calcio, anche se come tutti i miti impolverati è costretto troppo spesso a
vivere di ricordi dei fasti di un tempo. Catanzaro ne sa qualcosa, ma giovedì
non ci sarà tempo per gli amarcord.

LA SQUADRA – Dopo la grande paura della scorsa stagione (con
il rischio di tornare in serie C dopo 34 anni dall’unica partecipazione a quel
campionato), Preziosi ha dunque allestito uno squadrone costretto a vincere.
Per non correre alcun pericolo, il presidente dopo la preparazione estiva ha
dato subito il benservito a Gigi De Canio, artefice della salvezza, chiamando
al timone il condottiero Serse Cosmi. La squadra ha conservato alcuni pilastri
dello scorso campionato (molti dei quali erano arrivati a stagione in corso),
mettendo a segno una serie di acquisti da far impallidire la concorrenza. La
rosa del Genoa è di valore assoluto. In porta nessuna novità, con la conferma
dell’ex cagliaritano Scarpi, insieme a Gazzoli. In difesa sono arrivati due ex
piacentini per le fasce, Lamacchi (dal Como) e Tosto (reduce dai 5 gol di
Napoli), oltre all’esperienza di Sottil (217 partite nella massima serie),
arrivato dalla Reggina dopo una carriera con le maglie di Udinese e Atalanta.
Confermati il brasiliano Thiago, ex Cruzeiro, il ghanese Gargo (seconda
stagione a Genova dopo i nove anni di Udine), l’ex ternano Stellini e l’ex
napoletano Baldini. Il centrocampo è il reparto più attrezzato, ricco di
giocatori che sono stati protagonisti degli ultimi anni di massima serie. A
cominciare da capitan Tedesco, artefice dei successi del Perugia di Cosmi,
proseguendo col francese Lamouchi, deludente l’anno scorso con l’Inter dopo
essere stato il leader del Parma, per finire con Cozza, otto gol nella passata
stagione con la Reggina. Sono arrivati anche alla corte di Cosmi due esterni di
assoluto valore, il serbo Lazetic (dal Siena dopo le esperienze con la Lazio e
il Chievo) e Zanini, l’ex promessa della Juve, l’anno scorso a Napoli. Da Terni
è arrivato anche l’ex reggino Brevi a garantire solidità al reparto. Per la
panchina nomi importanti come Della Morte, l’argentino Rimoldi, l’italo-tedesco
Gemiti. L’attacco è assolutamente stellare con la coppia titolare
Milito-Stellone (che non ha bisogno di presentazioni) e due “rincalzi” di
grido: il “vecchio” Caccia, otto gol nella passata stagione, e il 22enne
nigeriano Makinwa, cavallo di razza della scuderia di preziosi già a Modena e a
Como. Insomma, un organico fantascientifico per la serie cadetta, con
l’aggiunta di un carattere indomito, trasmesso ai giocatori da Cosmi e utile a
dribblare l’unico reale rischio per il Genoa: sentirsi troppo forti e quindi già
promossi.

SUL CAMPO – 39 punti, 39 gol segnati, una sola partita persa
(a Torino il 21 settembre), un’andatura superiore a quella del Palermo della
scorsa stagione, insostenibile anche per le altre “sorelle” Torino, Empoli e
Perugia. Solo un imprevedibile cataclisma potrebbe negare al Genoa il salto di
categoria diretto. E col mercato già si pensa al futuro. Poche o nulle le
operazioni previste a gennaio: si parla di uno scambio (comunque di basso
profilo) col Siena che riguarderebbe Baldini e Foglio, ma le principali mosse
di Preziosi strizzano già l’occhiolino alla serie A. Dovrebbe concludersi a
breve lo scambio con la Lazio che porterebbe in rosso-blu un altro pupillo di
Cosmi, Fabio Liverani, al posto di un Cozza mai protagonista nello scacchiere ligure.
Il modulo scelto dal focoso tecnico – dopo un accenno di 3-5-2 – ha sempre
privilegiato due ali tecniche e offensive (Lazetic e Zanini), anziché un
fantasista. Davanti a Scarpi, Cosmi ha piazzato due terzini fluidificanti,
Lamacchi e Tosto, e due centrali forti fisicamente, Sottil e Stellini (o
Gargo). A centrocampo, oltre alle due ali, Cosmi ha unito la sostanza di Brevi
all’impeto di capitan Tedesco. Ancora non ha espresso tutto il suo valore
Lamouchi, frenato da un infortunio. In attacco Milito e Stellone non hanno
creato problemi di scelta a Cosmi, segnando gol a raffica (17 in due), anche se
Caccia e Makinwa non sono stati da meno negli spazi loro concessi
dall’allenatore (9 reti). In vista della sfida della Befana, Cosmi dovrà
rinunciare allo squalificato Lazetic che sarà sostituito da Marco Rossi,
all’esordio stagionale dopo gli otto gol della passata stagione. Sulla via del
recupero Tedesco e Tosto, rientrati in gruppo dopo aver smaltito i rispettivi
infortuni muscolari. Da verificare se Cosmi deciderà di rischiarli dal primo
minuto o se li risparmierà in vista della sfida di domenica a Marassi contro il
Piacenza. In caso di forfait, sulla fascia sinistra verrebbe confermato
Stellini con Gargo al fianco di Sottil, mentre a centrocampo è pronto Lamouchi.
Stesso discorso vale anche per il bomber Milito, rientrato con un lieve
affaticamento dall’amichevole giocata dalla sua nazionale contro la selezione
catalana. Alla fine Milito dovrebbe comunque giocare.

Probabile
formazione (4-4-2): Scarpi; Lamacchi, Gargo, Sottil, Stellini (Tosto); Rossi,
Tedesco (Lamouchi), Brevi, Zanini; Milito, Stellone.

I
PRECEDENTI ­
– Catanzaro-Genoa
manca al “Ceravolo” dalla stagione ’88-89, l’ultima prima dell’inizio della
caduta libera giallo-rossa nei bassifondi della serie C. E proprio a quel
giorno di aprile del 1989 risale l’unica vittoria rosso-blu in Calabria in
sedici precedenti (0-1 con un gol di Quaggiotto). Il bilancio conta anche nove
vittorie giallo-rosse e sei pareggi. Tre le sfide in A con due vittorie del Catanzaro
(nel ’76-77 con i gol di Petrini e Mondello; nel 1981-82 con una rete di
Borghi) e un pareggio (un 2-2 nell’ultima stagione giallo-rossa in serie A):
5-3 il computo dei gol per il Catanzaro. Tra i cadetti, invece, sette vittorie
e cinque pareggi, oltre all’unico successo ligure (17 a 5 i gol). La vittoria
più netta risale al primo confronto nel 1960-61: un 4-1 siglato dalle doppiette
di Ponzoni e Tulissi. L’ultimo successo giallo-rosso è firmata da Cascione e
Palanca nell’anno di Guerini, mentre il pari manca dalla stagione ’85-86: finì
1-1 con i gol di Butti e Surro.

I
TIFOSI
– La tifoseria genoana è
indubbiamente tra le migliori del panorama italiano. Palato fine ed entusiasmo
dilagante sono le caratteristiche principali del pubblico rosso-blu. Gli anni
di buio non hanno spezzato il rapporto viscerale tra squadra e tifoseria. I
numeri sono naturalmente da serie A, con oltre 14.226 abbonati e una media di
spettatori a partita superiore alle 20.000 unità. Il gruppo leader della
gradinata nord è la Fossa dei Grifoni. I gemellaggi tuttora in piedi sono con
Torino, Ancona e Napoli (buoni rapporti anche con pescaresi, cosentini e
lametini). Le rivalità sono svariate: le più sentite quelle con i cugini
doriani e con i milanisti, in particolare dopo l’uccisione di Vincenzo
Spagnolo, il giovane tifoso rosso-blu ucciso da pseudo-sostenitori rosso-neri
in un folle pomeriggio di 10 anni fa fuori dallo stadio di “Marassi”.

Ivan Pugliese

Autore

Redazione

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