Gli Auguri di Natale dell’Arcivescovo Metropolita Mons. Ciliberti

«Ai bisogni dell’umanità, impotente a risolvere i suoi problemi, il Signore non risponde con belle parole, ma prende su di sé la nostra condizione, facendosi uomo nel seno verginale della Madre immacolata, perchè la povertà del nostro nulla potesse essere tanto elevata nell’unità della sua persona. Con grande gioia vi invio questo messaggio di Natale, per formularvi gli auguri più cari ed aiutarvi a meditare, per vivere l’evento più significativo della storia: “Dio si è fatto come noi, per farci come Lui”. L’incarnazione del Verbo è la risposta esauriente che l’amore infinito di Dio dona all’ uomo indigente. Il compimento dell’incarnazione sarà la Pasqua, quando, nella vittoria della risurrezione la grande umana famiglia celebrerà la certezza della sua redenzione e salute. Tutto questo suscita in noi stupende emozioni ed alimenta stupore crescente. E’ bellissima la sensazione che il Natale irradia nei cuori della gente. Ma possiamo fermarci a gustare attoniti tale ineffabile esperienza? No. Sarebbe troppo poco. Il Natale ci interpella più profondamente. Avvertiamo che all’opera dell’infinito amore di Dio deve corrispondere la collaborazione responsabile dell’ uomo, perché il Natale di Cristo sia anche il nostro Natale. E allora, quale dovrà essere il nostro atteggiamento per celebrare davvero il Santo Natale? La risposta a questo interrogativo che ci interpella nel profondo ce la dà, in maniera esemplare, la Madre di Dio e Madre nostra, l’Immacolata Vergine Maria. Ella, superando i limiti dell’ umana logica, spalanca il cuore all’azione dello Spirito che la feconda con l’onnipotenza dell’amore e accoglie nel suo seno verginale il Verbo eterno che si fa nostro fratello. Come Maria, ogni uomo, docile all’azione dello Spirito di Dio, accolga il Verbo, rivestito della nostra carne, e farà esperienza di una nuova vita. Il Natale di Cristo sarà così davvero il Natale dell’uomo. Questo ineffabile mistero concretamente si realizza accogliendo la Parola, che è Cristo che parla all’uomo, e istaurando con Lui un rapporto di indissolubile comunione, suggellato soprattutto dall’Eucaristia che ontologicamente ci fa una sola cosa con Lui. Come si vede, per l’uomo non è un’utopia celebrare davvero il suo natale col Natale di Cristo. Ma l’esemplarità della Madre non si ferma qui. Ella, che ha accolto il Messia nella sua vita, non se lo stringe al seno per goderne intimisticamente la singolare compagnia, ma mediante la sua storica missione, lo porta al mondo come l’unico Salvatore. Ad imitazione della Madonna, ogni cristiano che fa esperienza del Natale, come inabitazione di Dio nella povertà della sua carne, avverte irrefrenabile il bisogno di gridare al mondo la gioia di questa ineffabile presenza non tanto con la mellifluità delle sue labbra, ma soprattutto con l’operatività della sua vita. E’ la nostra missione nella Chiesa e nel mondo. Da queste considerazioni, chiaramente si evince che quanto più santamente celebriamo il Natale tanto meglio ci inseriamo operativamente nella storia. Come il Bambino di Betlemme si è inserito nel cuore della storia per irradiarvi con la sua divina presenza i germi della giustizia e della pace, della verità e dell’amore, a servizio della umana civiltà, così ognuno di noi responsabilmente dovrà dare il suo indispensabile contributo per completare ciò che manca all’opera di Dio. Prendere coscienza della propria missione significa lavorare concretamente per costruire un mondo migliore. In questo indilazionabile progetto ogni uomo ha un compito specifico che non potrà mai essere delegato ad altri. Ciò che non farò io, non potrà mai essere fatto da altri. Qui sta tutta la mia responsabilità davanti a Dio ed alla umanità. E’ giunto il tempo in cui la maturità culturale crescente, l’esperienza spirituale dei popoli, sulla esemplarità dell’ amore di Dio per l’uomo, dovranno aiutarci a superare gli assurdi egoismi e le velleitarie pretese di supremazia, per ripiegarci insieme a ricomporre i cocci di un mondo in frantumi, a risanare le piaghe dell’umanità languente, e a riedificare nell’ amore il mondo concepito nella giustizia da Dio come casa della pace per la grande famiglia degli uomini suoi figli. Su queste certezze e la forza di tali propositi trova riscontro la verità dell’augurio di “Buon Natale e sereno anno nuovo”».
(CNN 22.12.2004)

Autore

Redazione

Dal 2002 il portale più letto e amato dai tifosi giallorossi del Catanzaro

Scrivi un commento