Slow Foodball

Il Natale di… Serie Bevute

Di Nicolò Ditta

quando si dice “affogare i dispiaceri nell’alcol”…
visti gli ultimi risultati delle aquile dovremmo farlo, ma è natale, siamo tutti più BBBuoni, e allora godiamoci la festa!

E finalmente arrivò il natale, e finalmente ci sedemmo attorno a un tavolo per celebrare degnamente la ricorrenza con le nostre famiglie e i nostri amici.

Ma il natale non è soltanto questo, è anche un momento di in cui ci si ritrova con i propri amici in una fredda serata, magari al fuoco di un camino giocando, bevendo qualcosa e passando la serata con l’unico scopo di divertirsi.

Io, ovviamente, non posso che occuparmi dei beveraggi. Ecco il motivo di questa sorta di “numero speciale†della mia rubrica.
Un vademecum per le prossime festività, e non solo, e un breviario con qualche piccolo e spero utile consiglio.

Una cena in famiglia o con gli amici prevede una serie di vini che si consumeranno nei diversi momenti.
Per cominciare è d’obbligo un bicchiere di prosecco o spumante o champagne ben freddi che accompagneranno le classiche tartine, le piccole bruschette o tutti quegli sfiziosi antipasti a base di fritti che basterebbero a saziare un reggimento, ma che solitamente sono solo il preludio a una cena ancor più ricca.

Logica vuole che per abbinare un cibo e un vino si seguano certe regole, la regola della “struttura†che vuole che a cibi più sostanziosi e ricchi si accompagnino vini più alcolici e strutturati; e la regola del “coloreâ€, che prevede che un cibo che presenti un colore chiaro sia accompagnato da un vino bianco, mentre un cibo dal colore scuro sia accompagnato da un vino rosso (carne bianca – vino bianco; carne rossa – vino rosso).

Chiudere la questione degli abbinamenti in queste due parole è non solo riduttivo ma ridicolo, ci sono un tale numero di variabili che possono cambiare le regole che l’unica regola è che “non esistono regoleâ€!

L’abbinamento perfetto lo scopri sempre solo quando l’hai provato, ovvero quando hai aperto quella bottiglia in quel giorno a quell’ora e l’hai accompagnata da quel particolare piatto cucinato dallo chef in quel preciso istante.
Domani non sarà più così, sia perché la bottiglia che apriremo domani non sarà uguale a quella di oggi (ad esempio il barolo 2000 prodotto dal produttore Massimo Palanca), sia perché lo stesso piatto (es la carbonara) cucinata domani sarà più o meno sciapa, più o meno cotta, più o meno pepata, con più o meno pecorino etc.

Quindi limitiamoci a qualche regola di comportamento.

Si inizia con un vino frizzante (prosecco spumante o champagne)
Si continua con un vino bianco,
si prosegue con un vino rosso,
si chiude con un vino dolce.
Dopo cena possiamo bere i superalcolici.

Il vino frizzante serve a preparare lo stomaco stimolando le nostre papille con il suo alto tenore di acidità, e a pulire meglio con la sua effervescenza l’untuosità dei frittini o la grassosità delle tartine.
Se vogliamo possiamo continuare anche la cena con lo stesso vino oppure passare da un prosecco (perfetto come aperitivo) a uno spumante più strutturato o a uno champagne.

Il primo vino bianco sarà quello più giovane e meno alcolico. Un secondo vino bianco sarà più invecchiato e alcolico o strutturato. Stesso discorso vale per i rossi.

Il vino dolce è una nota un po’ dolente sia perché lo si snobba un po’ sia perché è molto più facile fare un buon vino bianco o rosso che un dolce.
Spendete qualche euro in più su una qualunque bottiglia dal Moscato d’Asti, a quello di Pantelleria, e penso che cambierete idea.

Il segreto per fare tutto ciò è quello di avere un proprio enotecario di fiducia e ben fornito che conosce i nostri gusti e che ci potrà consigliare bene.

NON è necessario spendere tanto per bere bene!!! Un po’ di più si, ma la soddisfazione ripaga la maggiore spesa sopportata (se poi consideriamo in quante persone viene divisa la spesa il costo per ognuno di noi è quasi nullo).

A proposito delle riunioni con gli amici, vi propongo un bel giochetto da fare: comprate due o più bottiglie dello stesso vino (ad esempio il Barolo 2000 di due, tre o quattro diversi produttori).
Mettete la stessa quantità di vino in bicchieri uguali tra loro, e provate a sentire gli odori e il sapore dei vari vini.

Basterà questo, anche se non siete esperti, a farvi cogliere le prime differenze.
Alla fine fate una vostra scaletta delle preferenze e mettetela da parte.
Alla fine andate a guardare lo scontrino e confrontate la vostra scaletta con l’ordine di prezzo.

Questo giochetto è il modo migliore di avvicinarsi al vino passando la serata a dire fesserie sui profumi che si sentono in questo o in quel vino.

Quella che ho appena descritto è quella che noi chiamiamo “degustazione orizzontaleâ€, ovvero la stessa annata dello stesso vino di tanti produttori diversi.
La degustazione verticale è la degustazione di più annate dello stesso vino (Barolo tal dei tali dal 1980 al 2000).

Piccolo consiglio. A natale le case sono sempre ben riscaldate. Servite le bottiglie qualche grado sotto la normale temperatura di servizio, tanto in poco tempo il vino si riscalderà.

A questo proposito quando si parla di vino a “temperatura ambienteâ€, non ci si riferisce ai 20/22 gradi che ci sono nelle nostre case, ma ai 13/15 che c’erano nel medioevo nelle normali case.

La sequenza prevede che si servano, come detto, i vini frizzanti, poi i bianchi, i rossi ed infine i dolci; dal più giovane al più vecchio; dal meno alcolico al più alcolico. Possiamo anche cambiare leggermente la sequenza ma cercando di seguirla il più possibile. Ricordatevi che se non ci vogliamo ubriacare dobbiamo sempre salire di gradazione alcolica, mai scendere.

Il motivo per cui a cibi più strutturati si accompagnano vini più strutturati è che se così non fosse quello più corposo sovrasterebbe completamente l’altro; pensiamo a mettere un bianco leggero di fronte a un brasato al barolo. Resteremmo soltanto col sapore del brasato e il vino scomparirebbe. Mettiamo un barolo col brasato e i cibo e vino si completeranno a vicenda lasciando la bocca pulita e pronta al successivo boccone.

Quello che cerchiamo è l’armonia tra le varie componenti.

Ci tengo a dirlo, ma fare il vino ha un costo che NON può non riflettersi sul costo della bottiglia al consumatore.

Ci sono dei produttori che hanno esagerato ad aumentare vertiginosamente i prezzi dei loro vini perché tutti compravano, e che adesso però si stanno dando in faccia il loro “bel†vino.
Fare quella degustazione coperta (ovvero non sapendo il vino che si sta bevendo ma facendoselo dire solo alla fine) di cui parlavo sopra ci permette di capire se un vino vale o meno la spesa che abbiamo affrontato. Spendete un po’ di più ma bevete meglio!!!

Dovrei dirvi anche che non si fa fare il “botto†al tappo dello champagne, ma rovinerei la festa, e allora brindiamo, in alto i calici e buona Serie Bevute!!!

Auguri di un felice Natale e un sereno 2005 da
Nicolò Ditta

Per informazioni critiche richieste suggerimenti o altro, tranne soldi o bottiglie di vino, scrivetemi pure a uctrapani@uscatanzaro.net

Autore

Tony Marchese

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