La Striscia

Pomodori e uova per il Catanzaro

Cronaca di un prevedibile pomeriggio di contestazione al “Nicola Ceravolo”. Cinquecento tifosi inferociti contestano tutti tranne Corona. Anche Carbone nel mirino

Pomodori e uova per tutti, fatta eccezione per Corona. Così il Catanzaro è stato accolto da centinaia (500?) di tifosi inferociti. La squadra è scesa in campo intorno alle 16, dopo un duro faccia a faccia che ha visto coinvolti giocatori, tecnico e società. Cosa è stato detto nel chiuso degli spogliatoi? A sentire quanto dichiarato in conferenza stampa dal capitano Benny Carbone (contestato anche lui durante i lavori – secondo il trequartista da «due amici di Braglia») la società, che ha confermato massima fiducia a Gigi Cagni, ha chiesto a chi non si sente più di giocare per il Catanzaro di alzare la mano. «E nessuno l’ha alzata» ha affermato ancora Carbone. Ma è chiaro che il j’accuse di Claudio Parente e soci è rivolto contro quei quattro-cinque giocatori in odor di fare le valigie (Corona compreso). Il primo a varcare la soglia che separa il tunnel dal manto erboso è stato Emanuele Manitta. I tifosi, stipati in quel momento in curva ovest e armati anche di megafono, hanno subito preso di mira uno dei giocatori maggiormente sul banco degli imputati. Cori, insulti, inviti a togliere presto le tende. Subito dopo è stata la volta di Mauro Briano e anche per l’ex idolo della curva Massimo Capraro, quello della maglietta “Finché morte non ci separi”, non c’è stato un trattamento di favore. Uno a uno i giocatori hanno fatto il loro ingresso in campo e sono stati coperti dai fischi e dai cori di scherno (“andate a lavorare”) dei numerosi “spettattori”. L’ultimo a calcare il manto erboso è stato Gigi Cagni: in assoluto è stato il più contestato. Il coro più gentile che gli è stato rivolto è stato il classico “salta la panchina”. In conferenza stampa Gigi Cagni poi dirà che «va bene la contestazione, ma non accetto che qualcuno mi dia del ladro, perché io sono disposto a rinunciare da subito allo stipendio se la società non crede in me. Ma per ora tutto va bene perché la società mi dà fiducia». L’allenamento ha poco da dire dal punto di vista tecnico. I giocatori evidentemente frastornati non c’erano con la testa. Molti i cori di incoraggiamento per Giorgio Corona, uscito tra gli applausi. Tutti i presenti erano dalla sua parte. Nessuno escluso. Il bomber palermitano rimane un punto fermo (l’unico) nel cuore della tifoseria che in lui riconosce l’unica bandiera di questa squadra. I giocatori si sono allenati nella metà campo più prossima alla est e di conseguenza i tifosi, prima assiepati in curva ovest, successivamente si sono spostati nei distinti. Da quel settore a un certo punto sono piovuti addosso pomodori e uova, come non si ricordava da tempo a Catanzaro. Molti i cori anti Reggio Calabria. Vittima suo malgrado della contestazione anche il nuovo segretario generale Franco Iacopino. Per la cronaca, non hanno preso parte all’allenamento Gianluca Grava (che ormai ufficialmente ha chiesto di tornare a Terni), vittima – secondo quanto riferito da Cagni – dell’influenza e Sergio Campolo, che se n’è andato dopo il “colloquio” preallenamento. Cagni su Campolo ha detto: «In merito alla sua assenza, è la società che deve dare spiegazioni». Probabile che il centrocampista reggino sia finito nella lista nera. In ultimo, segnaliamo che l’allenamento odierno si è svolto al “Ceravolo” per ordine della Questura di Catanzaro che ha ritenuto il Poligiovino non idoneo per motivi di ordine pubblico.

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Redazione

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