Bar Mangialavori

Il cavallo di Troia

Ennesima sconfitta esterna delle Aquile

di Giuseppe Mangialavori

Chieti-Catanzaro è oramai dietro alle spalle, i festeggiamenti, i banchetti, le glorificazioni e i ringraziamenti pure. C’è un nuovo obiettivo: la salvezza. Ora c’è da difendere i risultati ottenuti dopo i sacrifici della Società e il contributo di tutti. Ma sembra di assistere all’eterna disputa tra Agamennone e Priamo. Quanti “Achille” e “Ettore” nella storia e quanti esempi di gloriose vittorie tramutatesi in cocenti sconfitte.

A nessuno è dato di abbassare la guardia e neanche fasciarsi la testa prima di essersela rotta, ma questo Catanzaro (è bene sottolinearlo) somiglia tanto ad uno studente che dopo avere superato l’esame di maturità continua a festeggiare e a bearsi del risultato ottenuto mentre viene bocciato agli esami universitari più volte dai nuovi “professori”… e tenta il recupero del tempo perduto promettendo a se stesso e poi anche ai genitori una rivincita dalla sessione successiva, con il superamento di tre esami alla volta e possibilmente, con una votazione di trenta e lode.

Gigi Cagni e il suo Catanzaro impersonano perfettamente questa figura, ma le spese a questa situazione rischia di farle il Catanzaro e non un semplice libretto universitario.

La classifica non si può falsificare, e le sconfitte neanche e ammesso che i libretti universitari si possano falsificare… prima o poi… la verità viene a galla! Ma così come lo studente che può trovare le scusanti alle proprie odissee, il “professor Cagni” anziché analizzare serenamente e obiettivamente le defaillances della propria squadra (caduta in verticale dal punto di vista atletico-tecnico e psicologico) se la prende con gli episodi adducendo motivazioni che esulano dalla realtà dei fatti. Riprendendo il paragone fatto pocanzi, meglio un esame alla volta e la presa di coscienza che se non si raddrizza la rotta, la nave è destinata al naufragio certo.

Prendere atto della realtà è il primo passo da fare, riconoscere i presunti errori commessi il secondo e ricominciare con umiltà è il terzo. Ma nel nostro Bel Paese, felice nell’etichettare e semplificare tutto, la presa di coscienza della realtà e un’arte rischiosa. Eh si. Perché frettolosi si levano i cori del Popolo che apostrofa come “criticoni” o peggio ancora “jettatori” coloro che temono, perché amano.

E allora? Allora illudiamoci che non sia accaduto nulla. In fondo abbiamo giocato in casa della prima della classe, in fondo mancava Carbone e l’attacco era rabberciato, in fondo l’arbitro ha concesso un rigore scaturito da un fallo commesso fuori area, e poi in fondo, ma proprio in fondo (vedi studente di cui sopra), c’è il mercato di gennaio e supereremo tutti gli esami con trenta e lode…! Ma il vero “fondo”, purtroppo, è il “fondo classifica” da evitare assolutamente.

La situazione oggi non è di certo positiva e la Società non si accorge (o forse, ancora peggio, fa finta di non accorgersi) che nel proprio organigramma ufficiale manca la “functio” di Direttore Sportivo. Gravissimo che ciò avvenga.

Massiccia presenza di “Dirigenti” polifunzionali, ma carenza assoluta di pianificazione per ciò che concerne la canalizzazione dei ruoli tecnici. Come può una qualsiasi squadra, tanto più se in serie “B” essere orfana di Direttore Sportivo? Chi è attualmente il vero Direttore Sportivo dell” U.S. Catanzaro S.p.A.?
Mi autocensuro nel porre altre domande… o nel darmi delle risposte frutto di supposizioni non avvalorate dalla tanto amata “ufficialità” ma, permettetemelo, a questa non rinuncio.

E’ di pubblico dominio che il C.C.C.C. abbia difeso ad oltranza Gianni Improta che però nell’organigramma ufficiale risulta semplicemente come “Dirigente” senza altre mansioni più specifiche. Pasquale Logiudice è scomparso nel “nulla” di foscoliana memoria. Ci chiediamo: oltre a Gigi Cagni, chi guiderà il mercato “di riparazione” di Gennaio?

Gigi Cagni avrà pure le sue responsabilità, ma il materiale umano a propria disposizione è quello che è. E’ paradossale ma sembra di rivivere esperienze passate. Ricordo le telefonate e le interviste a Gianni Delle Vedove, Scaringella e a Morgia che mi/ci rassicuravano telefonicamente dicendo l’oramai famigerata frase: “… vinceremo le prossime nove… ecc. ecc.”. Parimenti il baffuto bresciano gonfiando il petto aveva dichiarato :” dalla partita contro il Venezia, vedrete il “vero Catanzaro…”. Sia per i risultati, che per il gioco rimpiangiamo il “vero Catanzaro” caro mister e gradiremmo meno dichiarazioni e gonfiori di petto e più fatti e umiltà. Tanto per ripercorrere sentieri di stampo classico, tutti gli appassionati conoscono la sostanziale fine indecorosa dei “sofisti”. Ci auguriamo che il buon Gigi non appartenga a questa categoria.

Al di fuori della presenza di professori , maestri, docenti universitari ecc. ecc. la campagna acquisti che ho definito “di riparazione” di gennaio non dovrà essere fatta secondo le stesse, mostruose metodiche estive. Gli errori sono fatti per non ripercorrerne i sentieri tortuosi che li hanno partoriti. Noi abbiamo il dovere di essere ottimisti, sempre che la realtà non ci violenti troppo.

Il Perugia è alle porte e i giallorossi non possono permettersi di essere risucchiati al già vicinissimo ultimo posto. La gara di venerdì ha messo in mostra i soliti grossi limiti anche dal punto di vista caratteriale. Dalla gara con l’Arezzo con il pari agguantato al 95′ si auspicava una diversa reazione da parte dei ragazzi di Cagni, ma il secondo gol, frutto della solita indecisione di Manitta, ha definitivamente chiuso i giochi e anzi, si è rischiato un vero e proprio tracollo anche nei riferimenti numerici del risultato finale. Se l’episodio del rigore concesso dal Sig. Castellani è apparso chiaramente come riparatorio per quello precedentemente non accordato a Vannucchi a seguito del fallo subito dallo stesso da Briano, questo non deve e non può costituire un alibi per nessuno.

Guai a giustificarsi sempre e guai a trovare scusanti. La ripresa disastrosa (copione già visto altre volte) deve far riflettere il tecnico giallorosso.

Noi lo sosterremo sempre più comunque e ovunque. Del resto l’immensa Tifoseria catanzarese non ha mai fatto mancare il proprio incitamento ai propri beniamini e anche in quel di Empoli ha dato più del massimo. Ci è sembrato però che l’undici giallorosso sempre più timidamente si rechi a raccogliere gli applausi finali. Forse anche Manitta & C. si sono accorti che “nunn’è cosa”.
A noi non resta che sostenerlo sempre più, sempre e comunque vada, ma contestualmente non è dato a nessuno tapparsi gli occhi e imporre alle proprie retine una visuale che non risponde alla realtà.

L’auspicio è che la tanta agognata svolta si concretizzi contro i grifoni umbri e che i nostri muscoli facciali, quest’anno spesso atrofizzati, possano ripercorrere i dolci sentieri del sorriso. Forza Gloriose Aquile Giallorosse. Avanti Catanzaro!

Giuseppe Mangialavori

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Giuseppe Mangialavori

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