Avversario di turno

Il Pescara nel segno di Calaiò

La squadra abruzzese coccola il suo bomber per riconquistare una piazza delusa

A
distanza di quindici anni dall’ultimo scontro diretto, domenica al “Ceravolo”
il Catanzaro tornerà a ospitare il Pescara in una sfida già decisiva in
chiave-salvezza. Dopo la retrocessione dello scorso anno gli abruzzesi sono
rientrati in B dalla porta di servizio del ripescaggio, grazie al fallimento di
Ancona e Napoli. Con i campionati riscritti in piena estate, il Pescara si è
trovato un po’ spiazzato nell’infelice posizione di incertezza sul campionato
da giocare. A rendere più complessa la vicenda, la particolare situazione
societaria e i conseguenti malumori dei tifosi, stanchi del gruppo
Scibilia-Oliveri. Alla fine la rivoluzione si è compiuta con il nuovo
presidente Dante Paterna che ha rilevato la società, con una serie B ritrovata,
con il neo-allenatore bianco-celeste Simonelli, con un gruppo di calciatori
profondamente rinnovato, ma con un rapporto squadra-tifoseria da ricostruire.
Pescara è una realtà calcistica relativamente giovane, arrivata ai massimi
livelli solo negli ultimi 30 anni, dopo qualche sporadica apparizione in B nel
dopoguerra. Il palmares pescarese vanta cinque campionati di massima serie, con
quattro promozioni: la prima centrata nel ’76-77, le ultime due negli anni
ottanta e nei primi anni novanta, conquistate grazie al calcio spumeggiante di
Galeone e ai gol di Rebonato e Allegri. Poi un lento declino con otto stagioni
in B e il ritorno in C dopo vent’anni. Un’onta che i tifosi abruzzesi hanno mal
digerito. Il credito verso i delfini è esaurito: tocca a Simonelli riportare calore
ed entusiasmo in un “Adriatico” sempre più desolato.

LA
SQUADRA
– La rivoluzione estiva ha
partorito un gruppo sostanzialmente diverso da quello della scorsa stagione,
anche se la spina dorsale della squadra è rimasta intatta. Confermati i due
portieri Santarelli e Bartoletti, ma l’infortunio del primo ha costretto la
società ad andare sul mercato. È arrivato prima Gigi Brivio, 35enne ex Vicenza
reduce da una sfortuna stagione a Napoli, poi, a ottobre, Ivan, ex Fiorentina.
In difesa, inamovibile la bandiera Dicara, tornato l’anno scorso a Pescara dove
aveva mosso i primi passi della sua carriera, dopo 173 partite in seria A. Per
il resto la difesa è totalmente rinnovata, grazie agli acquisti degli esperti
Fusco, Terra e Zeoli dal Catania, di Fanucci dal Livorno, del promettente
Pomante dal Fano. Completano il reparto l’ex napoletano Sbrizzo e alcuni
giovani del vivaio tra i quali spicca il 18enne Vitale. Anche il reparto
centrale è una miscela di esperienza e gioventù, di nuovi acquisti e di
conferme. Del vecchio Pescara, in definitiva, è rimasto soltanto Russo (quattro
reti lo scorso anno, già tre in questa stagione), oltre ai rientri dai prestiti
di Minopoli, Lo Nero e Croce (quest’ultimo in evidenza nel Taranto) e alla
conferma di due giovani del vivaio, Colacioppo e Carozza. I due acquisti
pesanti sono il genoano Cavallo e il talentuoso Garzon, rivale del Catanzaro in
C1 con la maglia dell’Acireale. Preso anche il 20enne Caremi, liberatosi dal
Como. In attacco il colpo principale è stato la conferma di Emanuele Calaiò,
22enne del vivaio del Torino con cui aveva esordito anche in serie A, 21 reti
nello scorso campionato, già cinque in questo difficile inizio di stagione. Le
movenze simili a quelle di Gilardino e il fiuto per il gol hanno già
incuriosito molti osservatori di mercato. Accanto a lui è rimasta anche
un’altra grande bandiera del Pescara, Federico Giampaolo, 94 gol in carriera,
venti con la maglia bianco-celeste nella stagione ’96-97. Interessante anche
l’acquisto di Mussi, undici gol nel Varese lo scorso anno, e il prestito del
20enne camerunese Job, ottenuto dalla Sampdoria. Completa il reparto il baby
Paponetti che ha trovato molto spazio in queste prime giornate. Ancora non
utilizzato Gianluca Triuzzi, capitano e bandiera del Taranto nelle ultime
stagioni. Dopo un inizio stentato, il Pescara sembra aver trovato la necessaria
amalgama per disputare un campionato tranquillo.

SUL
CAMPO
– La squadra di Simonelli,
infatti, ha centrato due vittorie nelle ultime due gare, vincendo nettamente a
Salerno e convincendo nel posticipo di lunedì in casa con la capolista Empoli,
battuta grazie a un gol di Calaiò al termine di una splendida prestazione.
Questi risultati hanno risollevato morale e classifica, dopo il brusco avvio di
campionato, segnato da tre sconfitte consecutive. Gli abruzzesi hanno così
scavalcato il Catanzaro in classifica, portandosi in acque più tranquille.
Decisivo il passo indietro di Simonelli che ha corretto un modulo troppo
offensivo, ripiegando su un 4-4-1-1 che inizia a dare i suoi frutti. La
maledizione dei portieri è stata uno dei principali problemi. Fermo Santarelli,
l’infortunio di Brivio ha costretto Simonelli a lanciare il giovane Bartoletti,
prima di tornare sul mercato e ingaggiare il più esperto Ivan. La difesa è
rimasta sempre la stessa: una linea a quattro con Dicara e Terra centrali,
Fusco e Zeoli sulle fasce. A centrocampo le due ali titolari molto offensive
sono Job e Croce, mentre al centro si sono alternati diversi uomini. I titolari
Cavallo e Russo sono stati spesso sostituiti dai più difensivi Lo Nero e
Minopoli, soprattutto dopo che Simonelli ha spostato di qualche metro più
avanti Russo, nel ruolo di rifinitore alle spalle di Calaiò. Paponetti ha avuto
spazio all’inizio come spalla del bomber, prima del cambio di modulo che
potrebbe favorire anche un inserimento in pianta stabile di Giampaolo. In vista
del Catanzaro Simonelli ritrova Brivio, ristabilito dall’infortunio e pronto a
rientrare tra i pali, anche se Ivan ha ben figurato nella gara con l’Empoli. In
difesa ancora fermi Vitale e Dicara, al fianco dei tre ex catanesi giocherà
Fanucci, ottimo nelle ultime due gare. A centrocampo non ci sarà per squalifica
Cavallo: un’assenza pesante che potrebbe essere colmata dall’inserimento di
Minopoli o dall’arretramento di Russo, che ha saltato il posticipo per
l’influenza ma è pronto al rientro. Questa seconda ipotesi, più offensiva,
porterebbe alla conferma di Giampaolo alle spalle di Calaiò, per un Pescara più
offensivo che, dopo due sconfitte (a Genova e a Perugia) e tre pareggi,
tenterebbe di bissare la sua unica vittoria in trasferta a Salerno dieci giorni
fa.

Probabile formazione (4-4-1-1):
Brivio (Ivan); Fusco, Terra, Fanucci, Zeoli; Job, Minopoli (Russo), Lo Nero,
Croce; Russo (Giampaolo); Calaiò.

I
PRECEDENTI
– E tenterebbe di
bissare anche il suo unico successo al “Ceravolo”, nel turno di fine anno della
maledetta stagione di serie B ’89-90, ultimo precedente tra le due squadre.
Nelle altre sette sfide, i giallo-rossi hanno prevalso ben sei volte. Il solo
pareggio risale all’unico confronto in serie A nella stagione ’79-80: finì 1-1
con i gol di Chimenti e Cinguetti. L’unico precedente in serie C è invece di
vent’anni prima: un 1-0 (gol di Rambone) che bissava con lo stesso punteggio il
successo giallo-rosso nel primo confronto tra le due squadre, subito dopo la
fine della seconda guerra mondiale. Il computo dei gol vede il Catanzaro in
vantaggio per tredici a sei. La metà dei gol bianco-celesti fu segnata però in
un clamoroso 4-3 dei giallo-rossi nella stagione ’83-84: decisivo con una
doppietta Edy Bivi, che qualche anno più tardi avrebbe vestito proprio la
casacca del Pescara.

I
TIFOSI
– La tifoseria
bianco-celeste risente in questi anni dei deludenti anni ’90 e della successiva
retrocessione in C. Il gruppo-guida della Curva Nord dello stadio “Adriatico” è
quello dei Rangers, nato nel novembre del 1976. Alla fine della scorsa
stagione, dopo 19 anni di militanza, si è invece sciolto l’altro gruppo storico
della curva pescarese: i Bad Boys. Le principali rivalità sono con Lazio,
Salerno, Ancona, Ascoli, Samb, Chieti, Foggia e Bari. Tre i gemellaggi con
Livorno, Vicenza e Messina. Gli abbonati sono solo 422, meno della metà di
quelli dell’Albinoleffe: un numero irrisorio rispetto al calore dei tifosi
abruzzesi, segno evidente di una frattura con il pubblico difficile da
ricomporre.

Ivan Pugliese

Autore

Redazione

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