PIACENZA-CATANZARO 2-1: LA CRONACA

I giallorossi dell’esordiente Cittadino non demeritano al cospetto degli emiliani ma, dopo essere passati in vantaggio, crollano nel finale e subiscono la rimonta firmata Cacia-Miglionico.

PIACENZA – Terza stazione della via Crucis del Catanzaro edizione 2005/2006: sconfitta immeritata dopo aver subito una clamorosa rimonta nel finale col Piacenza e matematica che anch’essa si avvicina a condannare inesorabilmente i giallorossi alla serie C.
Sfortunato l’esordio in serie B per il buon Franco Cittadino, che ha messo in campo una formazione “operaia” che ha giocato a viso aperto, senza alcun timore reverenziale, come tutti noi tifosi giallorossi vogliamo da inizio stagione. E il risultato stava addirittura premiando l’atteggiamento con il quale Corona e compagni sono scesi in campo, prima che gli stessi facessero “harakiri” (tipo Bari e tante altre partite gettate alle ortiche), regalando inspiegabilmente due gol evitabilissimi ai padroni di casa i quali, nonostante abbiano davvero poco da chiedere a questo campionato, stanno onorando al meglio l’impegno, non regalando nulla a nessuno.

LE FORMAZIONI Mister Cittadino schiera: Belardi in porta; Urbano, Ceccarelli, Venturelli (al posto dello squalificato Lekè) e Del Grosso in difesa; Tedoldi, Gissi, De Simone e Vanin a centrocampo; Mattioli e Corona a comporre il duo d’attacco.

Dall’altra parte il Piacenza scende in campo con il classico 4-4-2 tanto caro a Iachini, che conferma 10/11 della formazione sconfitta a Pescara: Cassano in porta; Campagnaro, Miglionico, Olivi e Bocchetti a comporre la linea difensiva; Padalino, Patrascu, Riccio e Satamilla a centrocampo; Degano e il rientrante Cacia (catanzarese doc) in avanti.

LA CRONACA Prima del match, così come in tutti gli stadi della B, si è osservato un minuto di raccoglimento per ricordare le vittime italiane dell’attentato a Nassirya.
Per la quaterna arbitrale e calciatori anche il lutto al braccio.

In uno stadio quasi deserto, spicca l’incessante sostegno degli irriducibili tifosi giallorossi, la cui presenza al “Garilli” si attesta tra le 40/50 unità.

Si parte subito a ritmi bassi con il Piacenza che per primo affonda in avanti con un’iniziativa di Bocchetti che serve al centro Padalino, che anticipa Vanin ma colpisce debolmente e Belardi para senza particolari affanni. Il Catanzaro, come scritto, è comunque vivo e non disdegna di produrre qualche sortita offensiva. Al quarto d’ora Mattioli servito da De Simone sul filo del fuorigioco beffa la disattenta difesa emiliana ma Cassano (solo un omonimo del discusso talento di Bari vecchia) si supera e nega allo “Speedy-Gonzalez” giallorosso la gioia del gol. Al 27’ l’arbitro Stefanini è bravo a non cascare su una furbata Degano. Il biancorosso, infatti sugli sviluppi di un corner aveva insaccato colpendo con la mano e aveva anche esultato. Ma il fischietto toscano annulla il gol e giustamente ammonisce l’attaccante di Crema.

Nella ripresa Iachini prova le carte Abate e Margiotta che rilevano Padalino e Degano per cercare di dare forza ad un attacco, quello piacentino, apparso nel primo tempo davvero poco incisivo. Non cambia comunque il clichè della gara, sempre molto equilibrata. Al 65’ Mattioli servito da Corona, dopo aver saltato Campanaro, calcia a botta sicura ma Cassano dice ancora di no. Continua il duello a distanza tra gli estremi difensori delle due squadre. Al 73’ questa volta è Belardi a respingere un tiro di Cacia e poi salvarsi di nuovo sulla ribattuta di Margotta.
Al 76’, come direbbe il grande Josè Altafini, contropiede da “manuale del calcio” del Catanzaro che con tre passaggi riesce ad arrivare nell’area di rigore avversaria dove Vanin, servito da Tedoldi, realizza di piattone il suo primo gol in giallorosso. I padroni di casa in un primo momento accusano il colpo (Olivi salva su un tiro di De Sousa), ma poi si scatenano nel finale: all’87’ Cacia su un colpo di testa di Margiotta si infila in area e batte Belardi per l’1-1. Al 92’ infine ennesima beffa atroce di questo campionato per le Aquile con Miglionico che, sugli sviluppi di un corner, sbuca tra le immobili maglie giallorosse e sigla il 2-1 finale.

Pier Santo Gallo

PIACENZA-CATANZARO 2-1: la cronaca.

Solo la sfortuna ferma le Aquile. Mille tifosi al seguito, bel colpo d’occhio in curva

PIACENZA- Tre incredibili legni colpiti, due gol subiti in modo rocambolesco e un’occasione per pareggiare sprecata da Corona a dieci secondi dal termine: si è interrotta così la striscia positiva del Catanzaro che perde per due a uno al “Garilli”, un risultato che definire bugiardo è poco per quanto fatto vedere da Carbone e compagni sul piano del gioco e su quello tattico.
Il Piacenza, ex squadra di Cagni e bestia nera del tecnico giallorosso che da avversario non lo ha mai battuto, inanella quindi la terza vittoria consecutiva, che proietta i biancorossi in piena zona play- off.
Ha molto da recriminare invece il Catanzaro, che ha subito due gol su altrettanti calci piazzati e che deve aggiustare ancora qualcosa in quella difesa che in questo avvio di campionato ha subito ben undici gol e che anche nella sfida del “Garilli” ha sofferto le incursioni di Pepe e di Masiello.
La partita. Cagni deve fare a meno di Dal Canto, che non ce la fatta a recuperare dal fastidioso mal di schiena che lo affliggeva da molti giorni. Al suo posto in difesa c’è Zattarin; per il resto confermata in blocco la squadra che ha stravinto contro la Salernitana.
I primi minuti sono tutti per i padroni di casa che in due occasioni sfiorano il vantaggio: al 10’ quando Zattarin dorme su Pepe che viene provvidenzialmente fermato da Bonomi proprio quando il nazionale Under 21 sta per concludere a botta sicura a tu per tu con Manitta e al 13’ quando lo stesso Pepe conclude fuori dopo essere stato leggermente scoordinato da un intervento di mestiere ancora di Bonomi.
Al 18’ clamorosa occasione per il Catanzaro con Carbone che, ben servito da Cammarata, colpisce in pieno il palo con un gran colpo di testa in tuffo. Da questo momento la partita cala di tono, anche se si vede un Catanzaro migliore rispetto al Piacenza che, tuttavia al 29’ ha la grande occasione per sbloccare il risultato ancora con Pepe che, dopo aver aggirato Bonomi calcia addosso a Manitta che blocca e tira un sospiro di sollievo.
Nella ripresa Cagni sostituisce subito Cammarata per Vicari, cercando con i cross di quest’ultimo di far arrivare in area invitanti palloni in area per l’ottimo Corona. Ed in effetti la mossa di del tecnico bresciano pare in un primo momento azzeccata: al 48’ il n.81 giallorosso serve in area “Re Giorgio” che con una spettacolare rovesciata colpisce la traversa a Orlandoni battuto. Ma, proprio nel momento migliore delle Aquile arriva il gol dei padroni di casa: al 52’ punizione dal vertice destro di Masiello che batte potente e trova in area le fortunosa deviazione di Campagnaro che mette fuori causa Manitta. Il gol spezza le gambe ai giallorossi, che non riescono ad uscire palla al piede dalla propria metà campo e al 63’ subiscono il 2 a 0: calcio d’angolo dalla destra con Manitta che compie un errore simile a quello commesso in Coppa contro la Salernitana facendosi sfuggire la palla e permettendo a Pepe di riscattare i precedenti errori e di chiudere momentaneamente i conti. Già, momentaneamente, perché dopo il 2 a 0 il Catanzaro ha una reazione d’orgoglio e tenta di chiudere il Piacenza nella propria metà campo, ma la palla non ne vuole sapere di entrare: al 69’ Morello devia al volo su un calcio d’angolo di Carbone e colpisce il palo. Al 70’ ci prova lo stesso Carbone con un gran tiro dai 20 metri, ma Orlandoni, con un balzo da felino, devia in corner.
Al 37’ ancora Morello col destro ma nulla di fatto. All’87’ una punizione di Carbone sfiora il palo. Nel finale la partita si accende. Il Catanzaro vuole almeno il gol della bandiera e lo ottiene al 91’ grazie al nuovo entrato Biancone, che di testa spedisce all’incrocio. Ma il gol del ritrovato attaccante giallorosso poteva anche non essere solo il gol della bandiera. Già perché a dieci secondi dallo scadere Corona ha la palla dell’incredibile (ma che alla fine sarebbe stato giusto) 2 a 2, che spreca altrettanto incredibilmente sparando su Orlandoni.
Così al fischio finale dell’internazionale De Santis (a proposito, ottimo il suo arbitraggio) Carbone e compagni vanno ad applaudire sotto i circa mille tifosi presenti nell’impianto piacentino.
Una cosa è certa, i giallorossi tornano da Piacenza a testa alta, ma con un grosso credito verso la fortuna che ieri sera non è stata certo dalla parte delle Aquile.

Pier Santo Gallo

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Pier Santo Gallo

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