Dalla Curva

Un Catanzaro a due volti. Una curva da applausi

Tifo incessante dei tifosi giallorossi per tutti i 90 minuti.
Le impressioni dei tifosi da Bergamo:
“Il secondo tempo ci rende onore”.

I pareri dei sostenitori giunti a Bergamo a sostenere il Catanzaro rispecchiano l’andamento della gara. Il Catanzaro sceso in campo nel primo tempo è la brutta copia di quello visto nel secondo, ma la prestazione complessiva è da considerarsi positiva.
Angelo giunto da lecco è lapidario: “A me della partita interessa solo il risultato finale, non la guardo mai, io tifo e basta, sia se si vince che se si perde. Se vinciamo sono contento se perdiamo penso alla prossima”. Michele non vedeva dal vivo il Catanzaro da molto tempo, è giunto dala provincia di Bergamo: “La difesa è sembrata il reparto più svagato. Non osiamo dire deboli perché non ci sembrano tali ne Manitta, neppure Dal Canto e Bonomi. Oltre ad alcune ”libere uscite” del portiere giallorosso, che si è riscattato con alcuni pregevoli interventi nel finale. Nel primo tempo ho notato troppa distanza nell’area di rigore delle aquile tra gli attaccanti avversi ed i difensori giallorossi. Santa zona, ma in area di rigore si dovrebbe curare l’avversario da molto, molto vicino; l’avversario deve avvertire la presenza del difensore dal suo respiro nelle orecchie. In ogni modo sono pienamente soddisfatto della prestazione del Catanzaro, specie nella ripresa, quando abbiamo dato il massimo per almeno 35 minuti. Il Catanzaro di oggi (ieri n.d.r.) ha reso onore a noi emigrati che lo attendevamo da tempo in serie B da queste parti. Una parola la spendo per questi splendidi tifosi giunti da Catanzaro di mercoledì; non hanno mai smesso di cantare, sono stati trascinanti, loro hanno vinto al partita”.
Alberto da Torino è contento per il risultato meritato in campo: “1-1 giusto, mi è piaciuto il carattere della squadra che non ha mollato mai neanche dopo il pari. Abbiamo cercato la vittoria, e se fosse entrato quel colpo di testa di Corona parato magistralmente sul finire, dal loro portiere, avremmo servito il Morzello ai Bergamaschi. E’ troppo presto per dare giudizi su questa squadra. Cagni ha avuto solo due giorni per conoscere i giocatori. Tra un mese potremmo esprimere qualcosa di più corposo sul nuovo Catanzaro”.
Franco da Milano: “Un primo tempo pauroso, ma un secondo degno del nostro nome. Cresceremo e ci salveremo tranquillamente”.

Dal mio personale punto di vista, il pari potrebbe starci stretto. Un palo colpito anche da noi, un salvataggio sulla loro linea di porta su un primo colpo di testa di Corona, due parate straordinarie del loro bravissimo portiere, una su Carbone, tiro da fuori area ed una verso la fine sul secondo colpo di testa di Corona deviato sulla traversa. Per non parlare di due rigori non concessi alle Aquile, uno dei quali nettissimo su cross di Carbone e loro susseguente intercettazione con il braccio distante dal corpo; braccio che non proteggeva ne il viso e nemmeno nessuna parte intima.
Desidero spendere due parole per Benito Carbone. In campo ieri è stato un leone. Ha dato lustro alla Calabria ed alla maglia che indossava. Al pareggio ha baciato tre volte lo scudetto del Catanzaro correndo sotto la nostra curva. In conferenza stampa era felice e fiero dei tifosi al seguito. Il Calabrese che c’è in lui è uscito allo scoperto. Bene per Benito.

La dichiarazione dell’allenatore dell’Albinoleffe rilasciataci a fine gara conferma le impressioni dei tifosi: “Lei mi chiede veramente se il Catanzaro si salva? …e se non si salva il Catanzaro allora, inutile che risponda e dica altro. Ho visto una gara vera, noi siamo stati bene fisicamente nel primo tempo; poi forse i nostri giovani hanno rallentato ma impareranno a gestirsi meglio in futuro. Il risultato è giusto voi avete creato tante occasioni, e ci avete attaccato nella seconda parte della gara in modo pericoloso”.


La conclusione è per la parte più edificante della serata, i tifosi sugli spalti. Migliori in campo sono stati gli UC, ed i sostenitori in generale. Tranquilli i locali, rumorosi ed incessanti i nostri. Io sono senza voce, ho rivisto in curva persone che non vedevo da decenni, alcuni signori attempati con i nipotini. Moltissime le famiglie dei tifosi locali, composti e sereni. Questo è il bello del calcio che si potrebbe raccontare di più sia in TV che sui giornali. Siamo stanchi dei capricci di ricchi miliardari che si sentono esclusi ed isolati.

Davide Pane

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Davide Pane

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