Dalla Curva

Un Catanzaro inaspettatamente demotivato, si arrende al Ragusa

750 km, per un Catanzaro che non ti aspetti!

750 chilometri! Tanti ne hanno percorsi i più di duecento innamorati del Catanzaro ieri nella disastrosa (più di quanto possa dire il risultato) trasferta in quel di Ragusa.
Un primo tempo a dir poco incolore, con una squadra intenta solo ad arrancare in difesa pressata da un Ragusa per nulla trascendentale e con un tecnico che si limita a fare esercizi con gli arti superiori e nell’operare a sostituzioni che si riveleranno poi terribilmente errate nel prosieguo della gara.
Ferrara e Lupo saltano sistematicamente Pastore, De Sanzo e Corazzini il Catanzaro arretra il baricentro delle proprie azioni fino a rintanarsi nella propria area di rigore. E Dellisanti? Nulla. Si attende che passi la bufera. Ma, purtroppo per i giallorossi, la bufera passa non prima che i Siculi assestino due “fulmini” sulle aquile catanzaresi. Al 37’ Gentili non ce la fa più a rimediare con i suoi interventi miracolosi e deve arrendersi ad un calcio di rigore ottimamente battuto da Ferrara che poco prima aveva ricevuto le affettuose attenzioni di un lentissimo Pastore che, con un abbraccio evidentissimo, lo buttava giù.
E Dellisanti? Nulla . Anche i suoi arti superiori si sono stancati. Il povero Gentili limita il passivo compiendo praticamente tre salvataggi determinanti, ma si deve arrendere per una seconda volta a Lupo (45’ primo tempo). Inizia il secondo tempo e la musica non cambia sostanzialmente. Ad un centrocampo privo di idee, fa da cartina al tornasole un attacco che riceve palloni solo su inutili quanto inconcludenti lanci alla “viva il parroco” . Solo quando la verve ragusana si esaurisce, il Catanzaro diventa pericoloso sui calci piazzati. Proprio su un calcio d’angolo , al 54’ Ciardiello, solo soletto, mette dentro la palla. 2-1 e palla al centro. La squadra giallorossa ha tutto il tempo per costruire almeno il pareggio. Ma ci vuole velocità, determinazione e schemi. Il Ragusa ha speso tantissimo. Ma il Catanzaro non riesce a costruire, anzi a 20’ dal termine del tempo regolamentare, come “…angelo sceso da cielo in terra a miracol mostrare”, mister Dellisanti toglie dal proprio cilindro una magia e fa entrare in campo il “velocissimo”(!?!)…Bertuccelli. La partita finisce qui. Con i soliti lanci lunghi di “specchiana memoria” e con i volti stanchi e tristi di quei più di duecento innamorati traditi da tanta sufficienza.
Ogni commento a tutto ciò è superfluo e si potrebbe rivelare antipatico. L’evidenza che lascia in eredità la giornata sicula delle aquile, è che il Catanzaro si trova a meno 2 punti dalla zona playout e a meno 4 dalla zona playoff. Nessuno vuole qui rubare il mestiere a professionisti stimatissimi che compiono il proprio dovere e sbagliano (quando lo fanno) si spera “colposamente”. Ma una difesa con De Sanzo-Pastore e Corazzini (lentissimi), da contrapporre al vivace attacco ragusano, un centrocampo e un attacco scuciti e messi male in campo, non possono avere scusanti. Dare giustificazioni bonarie a tutto ciò, significherebbe essere complici di tanta negatività. Ci si augura che il tecnico Dellisanti sia dotato di quello spirito (sempre positivo) di autocritica e di umiltà che lo porti a rivedere certe scelte, già peraltro rivelatesi disastrose nel primo tempo della partita casalinga contro il Gladiator ed in tante altre occasioni. Ora due partite consecutive casalinghe attendono i giallorossi, due partite (Frosinone e Brindisi) che sanciranno le (speriamo) “fortune” future del Catanzaro e di un Popolo Giallorosso assetato di rivincite e oramai stanco di proclami che trovano come alleato un futuro che sembra non arrivare mai. Le motivazioni e la grinta giusta potrebbero portare il Catanzaro a disputare la coda dei playoff, altrimenti, se gli obiettivi dovessero cambiare, qualcuno…potrebbe soffrire di vertigini e , francamente la nuova dirigenza meriterebbe ben altri scenari.
Errare è umano..perseverare sarebbe diabolico e, francamente, per uno che si chiama Delli…santi, sarebbe il colmo!_____ Giuseppe Mangialavori

Autore

Giuseppe Mangialavori

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