Avversario di turno

La nuova Triestina all’esame di maturità

La rinnovata squadra alabardata riparte da Tesser per un’altra stagione di vertice

Dopo quasi 15 anni il
Catanzaro si ritrova ad affrontare una trasferta in serie B, ed è subito il
viaggio più lungo. 1250 chilometri separano il capoluogo da Trieste. Il vento
impetuoso riavvicina idealmente due città così lontane geograficamente,
storicamente, culturalmente. Lontane anche calcisticamente se si pensa ai 26
campionati di A degli alabardati, tutti però prima del 1959, e ai 7 dei
giallo-rossi, a cavallo tra gli anni ’70 e ’80. Anche il pallone però ha
riavvicinato le due squadre negli anni ’90: anni bui per il Catanzaro, così
come per la Triestina, costretta all’onta del fallimento societario nel 1994
prima del lento ritorno a palcoscenici più consoni alla sua tradizione e alla
sua storia. Per non parlare poi delle finali play-off perse, ben 4 in cinque
anni, prima del doppio salto che portò i giuliani in serie B nel 2002. Corsi e
ricorsi storici che inevitabilmente riportano alla mente dei tifosi giallo-rossi
il clamoroso rigore fallito da Palanca nei minuti di recupero di un
Catanzaro-Triestina del 1987-88. Uno 0-0 maledetto che a fine stagione avrebbe
significato l’addio alla promozione in serie A. Il portiere giuliano espulso,
un terzino in porta, la rincorsa di Palanca, il palo, le lacrime di O’ Rey.
Impossibile da dimenticare, doveroso da cancellare domani sera nella nuova tana
della Triestina, lo splendido “Nereo Rocco”. Già, 15 anni fa si giocava
ancora nel vecchio “Grezar”.

LA
SQUADRA
– Grande sorpresa della scorsa stagione, quando stupì tutti
sfiorando la promozione e giocando un bel calcio con un manipolo di giovani, la
Triestina si presenta ai blocchi di partenza di questo campionato profondamente
rinnovata, ma con lo stesso condottiero. Il presidente Berti ha riconfermato il
tecnico Tesser, giovane allenatore trevigiano con un discreto passato calcistico
tra le fila dell’Udinese e del Napoli. La schiera di giovani in prestito è
rientrata alla base, e la perdita è stata enorme. Aquilani, Ferronetti,
Aubameyang e Beati sono tornati nei grandi club dove sono cresciuti, e alcuni di
essi si sono ritagliati un discreto spazio. Dolorose anche le perdite di Bega in
difesa e Marianini a centrocampo, anch’essi approdati nella massima serie con
le maglie di Cagliari e Lecce. In porta è rimasto Pinzan, scalzato nel ruolo di
titolare da Campagnolo e insidiato anche dalla giovane promessa atalantina
Agazzi. In difesa, confermati Minieri e Pecorari, sono arrivati a rimpinguare il
reparto Bianchi dal Venezia, Bruni dalla Lucchese, Pianu dal Treviso e Gimmelli,
rivelazione della Viterbese nello scorso campionato di C1. La ferita della
partenza in extremis di Bega è stata parzialmente suturata dall’acquisto
dell’ex difensore di Bologna, Napoli e Inter Tarantino, ultima stagione al
Como. I dubbi sul reparto permangono, così come quelli sul centrocampo. In
mediana, infatti, la conferma del fantasista Rigoni (scuola Juve) e di Parola
non sembra avere la stessa qualità dello scorso anno, nonostante l’innesto di
Princivalli dal Messina, di Soligo del Venezia, di Lai della Salernitana e di
Munari del Giulianova. L’attacco sembra il reparto più forte e più
collaudato, vista la conferma della coppia da 25 gol Godeas-Moscardelli e del
gioiellino Baù, oltre all’innesto di Tulli, rapido attaccante acquistato
dalla Salernitana. Insomma, la Triestina non sembra irresistibile come lo scorso
anno, ma il tempo e la sapienza di Tesser potrebbero forgiare un altro gruppo da
vertice.

SUL
CAMPO
– L’ottima impressione destata dalla Triestina nel pre-campionato
sembra dissolta dopo la sconfitta (1-0) nella prima gara di campionato sul
terreno dell’altra matricola Cesena. In Coppa Italia gli alabardati avevano
battuto in rapida successione il Modena (1-0) in trasferta, il Venezia (1-0) e
il Treviso (4-2) in casa. Una cavalcata trionfale che li aveva portati dritti
alla sfida col Cagliari. Ma la sconfitta di Cesena è stata bissata contro i
sardi nell’andata di Coppa: un 1-3 casalingo netto, sia pur con l’attenuante
della presenza di numerosi rincalzi tra gli undici titolari. Un doppio stop che
ha fatto suonare un campanello d’allarme in casa giuliana in vista del
Catanzaro. Tesser comunque va avanti per la sua strada, con la conferma del suo
4-4-2 “sporco”, con il fantasista (Rigoni) a supporto di due punte. In porta
davanti a Campagnolo giostrano sulle due fasce Minieri e Tarantino, con Pecorari
e Pianu centrali. Il centrocampo è un rombo modello-Milan con Parola davanti
alla difesa, Rigoni dietro le punte, Princivalli e Munari ai lati (in
alternativa al secondo Nardi e Soligo). In attacco la coppia Godeas-Moscardelli
è insidiata da Tulli che ha giocato, male, contro il Cesena al posto di
Moscardelli. Ancora incerta la formazione che giocherà contro il Catanzaro. In
porta ci sarà ancora Pinzan, nonostante il clamoroso errore che ha spianato la
strada al Cesena, vista l’assenza per infortunio (menisco) di Campagnolo.
Potrebbe esordire in difesa Tarantino, ancora a corto di preparazione, al posto
di Bianchi. L’ex bolognese, nel prosieguo del campionato potrebbe anche essere impiegato al centro. A
centrocampo rischia Munari (pronto Soligo), mentre in attacco dovrebbe tornare dal primo minuto
Moscardelli al posto di Tulli (in alternativa Baù).

Probabile formazione
(4-3-1-2): Pinzan; Minieri, Pianu, Pecorari, Bianchi (Tarantino); Munari (Soligo),
Parola, Princivalli; Rigoni; Godeas, Moscardelli (Baù).

I PRECEDENTI –
Torna dunque dopo quasi 15 anni la sfida tra Triestina e Catanzaro. I
giallo-rossi non hanno mai vinto al “Grezar”, rimediando solo 4 pareggi in 9
sfide complessive, tutte in serie B. Gli ultimi due confronti risalgono alla
fine degli anni ’80: due pareggi a reti bianche, stesso risultato del primo
match nel 1960. Le quattro vittorie alabardate sono tutte di misura. 11 i gol
realizzati dalla Triestina negli scontri diretti, solo 6 quelli messi a segno
dal Catanzaro.

I TIFOSI –
Lo zoccolo duro della tifoseria alabardata è rappresentata dagli Ultras Trieste
(UTS 1976), gemellata con laziali e veronesi, cui li accomuna la passione
politica. Altre amicizie di vecchia data sono quelle che li legano a Monza e
Busto Arsizio. Oltre alle inimicizie con le tifoserie tendenzialmente di
sinistra, storica è la rivalità con gli udinesi, in virtù dell’odio
giuliano contro i friulani. Proprio al termine di un Triestina-Udinese di Coppa
Italia dei primi anni ’80, morì per le manganellate ricevute dalla Polizia
Stefano Furlan, un ragazzo di vent’anni cui è intitolata la Curva del nuovo
stadio “Rocco”. Oltre 4.000 gli abbonamenti sottoscritti finora dai tifosi
giuliani.

Ivan
Pugliese

Autore

Redazione

Dal 2002 il portale più letto e amato dai tifosi giallorossi del Catanzaro

Scrivi un commento