Rassegna stampa

Frontali, un triestino ci portò in serie B

Da “Il Domani”

Catanzaro – Tanti calciatori e allenatori hanno contrassegnato la gloriosa storia del Catanzaro, legando il loro nome ad imprese, rimaste scolpite nella mente dei tifosi. Farne l’elenco sarebbe troppo lungo e, quindi, ci limitiamo a citare gli “eterni” Palanca e Mammì, unitamente a Seghedoni e Di marzio. Ma, in questa “hall of fame” dei protagonisti giallorossi, stranamente, non ha trovato posto Flavio Frontali, ovvero, uno degli artefici della promozione in B che, diversamente da altri protagonisti dell’epoca, è presto finito nell’oblio. Stiamo parlando di un giocatore giunto nella città dei Tre Colli dalla lontana Trieste ( quindi ne rispolveriamo non a caso il ricordo a un paio di giorni dalla trasferta delle Aquile in Friuli Venezia Giulia ), insieme ai conterranei Ghersetich e Florio, per volontà dell’allenatore Pasinati. Di quella formazione, che conquistò il prestigioso traguardo, Frontali fu uno dei titolari inamovibili. Un elemento che seppe dare un prezioso apporto, anche negli anni successivi, fino a quando non fu ceduto al Lecce.
Adesso, non è più tra noi, ma, per fortuna, non è stato dimenticato dal Ponziana, sua società d’origine, che da quasi due lustri ne onora il ricordo, con un “Memorial”. Si tratta di un torneo internazionale giovanile, a cui prendono parte alcune tra le formazioni più titolate d’Italia e d’Europa, pronte a darsi battaglia per aggiudicarsi l’ambito primo posto. Una manifestazione che, come premesso, è nata circa otto anni or sono per iniziativa dello storico sodalizio del calcio dilettantistico, nel quale Frontali aveva mosso i primi passi nel mondo del pallone e, dal figlio dell’ex campione. Un modo per omaggiare un atleta generoso, ma, soprattutto, un uomo vero che se n’è andato, proprio mentre stava mettendo la sua esperienza al servizio di tanti giovani calciatori.
Purtroppo, non gli è stato possibile svolgere quest’attività a lungo, visto che, una terribile malattia lo aveva da tempo costretto a rinunciare all’assidua “frequentazione” dei campi. Una limitazione che, fino agli ultimi giorni della sua esistenza, ha sempre cercato di combattere dovendosi, tuttavia, arrendere di fronte all’ineluttabile destino. Prima che tutto ciò accadesse, però, era stato capace di farsi amare da tutti per le sue doti. Una di queste era, sicuramente, l’umiltà con cui aveva svolto il compito di responsabile tecnico del piccolo sodalizio giuliano, calandosi nel ruolo di talent scout e istruttore di ragazzini, malgrado il suo passato ricco di soddisfazioni e vittorie. Un fatto che aveva colpito molto il massimo dirigente del Ponziana, Zagara, anche lui deceduto, il quale, dopo aver superato il comprensibile momento di commozione per la perdita dell’amico Flavio, aveva immediatamente pensato di mettere in piedi l’importante rassegna. Un appuntamento che, nel giro di poco tempo, è diventato “istituzionale”, coinvolgendo anche i vertici della nuova società, con in testa il presidente Davanzo, convinto della validità dell’iniziativa. Al di là di questo, ancora oggi, c’è un altro Frontali, domenicalmente impegnato sui terreni di gioco del Friuli Venezia Giulia. E’ quel Cristiano che, oltre a collaborare attivamente all’organizzazione del Memorial, si cimenta, seppur come semplice appassionato, nel difficile campionato di Promozione. Una persona che, quindi, pur essendo cresciuto respirando l’aria del calcio d’elite, ha preferito rimanere ancorato a una dimensione più genuina di questo sport. Infatti, abbiamo appreso che, malgrado s’informi con regolarità sulle sorti della sua Triestina, molto di rado si reca al “Nereo Rocco” per seguirne le vicende agonistiche. La conferma viene dal fatto che, anche sabato sera, non sarà presente sugli spalti. Sintomo del fatto che, non ha tanta voglia di recarsi allo stadio, nemmeno se nella sua città arriva una squadra, in cui ha militato l’adorato padre. In conclusione possiamo dire che, la vicenda di Flavio Frontali, pescata nell’album dei ricordi, è servita a far conoscere un giocatore, capace di dare tanto ai colori giallorossi, difesi strenuamente in un periodo nel quale, quest’ambiente aveva una vena di romanticismo e non era stato ancora stritolato e “contaminato” da logiche perverse e torbidi interessi. Ecco perché, pur comprendendo la mancanza di tempo dovuta ai pressanti impegni, vorremmo che qualcuno della dirigenza del Catanzaro provasse a fare un viaggio a ritroso nella storia dell’Uesse, trovando e omaggiando questi grandi campioni del passato che hanno contribuito a portare in alto le Aquile. A tal proposito, se fosse possibile, sarebbe bello poter invitare Egidio Ghersetich nella tribuna d’onore del celebre impianto giuliano, in occasione del match contro gli alabardati. Sarebbe un modo per testimoniare la vicinanza e il rispetto nei confronti di coloro che hanno dato tanto.

Danilo Colacino

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