Io dico seguitando

Il primo giorno di scuola, la vittoria cercata e la gara tra i…venti

RuBrica del martedì curata da Gennaro Maria Amoruso

Cari amici e tifosi sabato undici settembre si è acceso lo
stadio Nicola Ceravolo, significativo il celebrato striscione degli Ultras 73
“Buio in sala…luci sul palco, tornano in scena le Aquile”, che ha
riassunto tutto quello che avevamo dentro e quella voglia di tornare che
tenevamo chiusa da anni. Poi come nelle migliori favole arrivano le reti e la
Vittoria. Sono curioso di sapere cosa frullava nella testa di molti di voi
quando la palla scagliata da Corona gonfiava la rete alle spalle della Ovest,
quanti pensieri scacciati via in un attimo, quanti incubi dissolti in un istante
e la mente magari correva verso quelle persone care che non erano presenti allo
stadio.

Come al solito tralascio l’aspetto tecnico e mi concentro
su altri spunti che la gara ed il suo contorno ha offerto. L’esordio è sempre
particolare, come ogni cosa nuova ha portato con se tanti dubbi e tante
incertezze. Le emozioni di chi vive fuori sono moltiplicate dalla distanza e
sarebbe stato un peccato non essere presenti a vedere quella serie B rincorsa in
giro per il Sud Italia. Atmosfera particolare quella intorno al Ceravolo, aria
da primo giorno di scuola, da inizio attività, l’apparente spensieratezza
nascondeva tanta tensione e, poi quell’impellente voglia di cancellare prima
possibile la macchia che il primo grado di giustizia sportiva ha procurato ai
colori giallorossi.

Il quadro intorno allo stadio era fatto di tanta gente e di
volti di amici, molti abbracci per stemperare questa pressione che ti riempiva
lo stomaco, che rendeva tutto ciò che avevi intorno un pò irreale. Che voglia di
vedere le Aquile in campo, di far terminare presto la gara e di uscirne
vincitori. Come sempre la nostra storia ci regala sempre delle simpatiche
sorprese ed il nostro avversario si chiamava Bari, retto dalla famiglia di
qualcuno che ci affossò in passato, ironia della sorte è arrivata la prima
rivincita, che mai potrà sanare i danni subiti. Ma Noi siamo il Catanzaro e non
possiamo andare dietro a queste cose, poi la realtà di sabato c’è lo ha
dimostrato.  Abbiamo visto un gruppo
di eroi con la maglia giallorossa che ha cercato in tutti i modi di regalare al
Popolo assiepato al Ceravolo una Vittoria, un successo simbolico per consentirci
di urlare tutta la nostra gioia.

Siamo solo all’inizio e senza lasciarci prendere da tanti
entusiasmi siamo consapevoli che sono tante le cose da migliorare e da sistemare
e sinceramente qualche sassolino me lo voglio togliere anche io, usando il
consueto spirito di critica costruttiva e per far si che si possa sempre di più
migliorare.

Alla fine delle fiera sono solo un paio di interrogativi
che chi di dovere saprà soddisfare e risolvere per tempo.

Il primo riguarda l’attesa, va bene che aspettavamo da
quattordici anni per vedere una serie B, ma l’apertura dei cancelli a meno di un
ora dall’inizio della gara mi sembra quanto meno esagerato, il pubblico vuole
sistemarsi con calma allo stadio, preferisce gustare l’attesa nel Tempio e non
stare accalcato dinnanzi agli ingressi. Cominciamo lo spettacolo qualche ora
prima della gara, facendo magari scalciare i nostri Aquilotti, oppure
intrattenendo le famiglie, che devono tornare a ripopolare il Ceravolo, con
qualche spettacolo.

Questione abbonamenti, è importante che i tifosi
sottoscrivano tante tessere, che sostengano la società con il tagliando annuale,
unico modo per rappresentare la propria fattiva fede, ma un dubbio ha
attanagliato molti fedelissimi, fisicamente dove sono le tessere? Probabilmente
chi era stato incaricato di questa incombenza non si è ancora allontanato
dall’era di Guttemberg, magari utilizza sistemi che ci regaleranno delle tessere
di gran pregio, probabilmente vergate a mano. Ironia a parte, l’Uesse ha dato
una ulteriore possibilità ai novelli San Tommaso di sottoscrivere sino a giorno
21 settembre, dunque per chi non lo avesse ancora fatto, poche chiacchiere e via
con l’abbonamento.

Altra questione è lo stadio, chi si aspettava la
rivoluzione copernicana è rimasto un po’ deluso, non c’è stato nessuno
stravolgimento, il rettangolo è un po’ più piccolo (chissà se O’Rey avrebbe
problemi nel calciare dalla bandierina?), tanti occhi elettronici guardano gli
spettatori e la Est si è ripopolata di amabili visitatori. Personalmente mi ha
fatto molto piacere rivedere la rete dietro le curve, mi ha ricordato i
giallorossi di Guerini, ma la voglia di conservazione e di antichità rimane,
testimonianza ne sono i servizi igienici della Ovest, nei secoli ad imperitura
memoria.

Ma andiamo avanti e cerchiamo di preparare al meglio la
nostra prima gita in terra giuliana, sarà l’occasione di lasciarci alle spalle
il Regno delle Due Sicilie, le ridenti cittadine che lo popolano ed i suoi
infausti terreni da giuoco.

In massa rechiamoci a Trieste, non solo per festeggiare i
cinquanta anni dal ritorno all’Italia della città, ma per testimoniare la nostra
presenza. Un treno carico di colori attraverserà l’intera penisola, molti
muoveranno dalle principali città del centro nord. Probabilmente sabato sera il
vento catanzarese farà concorrenza alla bora.

Gennaro Maria Amoruso

Chi volesse suggerirmi argomenti, segnalarmi temi o
dissentire sulle mie parole può farlo all’indirizzo:
gennaro@uscatanzaro.net

Autore

Redazione

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