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Prenotate il treno per la trasferta di Trieste. Come arrivare allo stadio

Prima trasferta delle Aquile: Catanzaro-Triestina, vademecum per il turista in sciarpa giallorossa.

E’ nostra intenzione fornire una serie di informazioni utili a chi vorrà mettersi in viaggio al fine di seguire le Aquile in questa prima trasferta di serie B dopo quasi 13 anni dall’ultima volta.

Insieme agli Ultras Catanzaro 1973, ed al Centro Coordinamento Catanzaro Club, tutti a Trieste.
Il costo del biglietto ferroviario sarà di EURO 35 (escluso il prezzo del tagliando di accesso al settore ospiti della stadio “Nereo Rocco”)


COME RAGGIUNGERE LO STADIO DI TRIESTE

In auto:

Dopo aver raggiunto Trieste (SS 202/Autostrada A4)
Autostrada A4 casello Lisert, sempre dritti:
Altipiano Carsico, Opicina, Padriciano, Trieste, Nuova Sopraelevata: uscita Valmaura-Stadio

Treno piu’ autobus:

Stazione Trieste Centrale, Piazza Libertà, 8

Informazioni viaggiatori: tel. 040 418207
Biglietteria tel. 040 418612
Stazione Centrale Ferrovie dello Stato / Valmaura (Stadio):
Linea 8, 19, 20, 21, 23, 40

In alto la cartina del percorso dalla stazione centrale allo stadio Nereo Rocco. Di cui diamo qualche cenno storico.

Lo stadio di Trieste e’ nuovo e confortevole. Il settore ospiti puo’ ospitare comodamente molti sostenitori. Non ci saranno problemi numerici per recuperare i biglietti di questo settore. Quando ci sara’ la disponibilita’ dei tagliandi, potrete chiedere informazioni sui biglietti dello stadio di Trieste di cui diamo qualche cenno storico:
La Triestina gioca le sue partite di campionato da 10 anni allo stadio “Nereo Rocco”, situato proprio dietro alla tribuna del vecchio stadio “Pino Grezar”. Lo stadio “Rocco” è stato inaugurato nel 1992, il 18 ottobre, con la partita Triestina-Vis Pesaro, che purtroppo finì con la vittoria dei Marchigiani per 1-0. Per quella partita la società decise di concedere l’ingresso gratuito, e regolarmente lo stadio si riempì , con 28000-30000 spettatori.

La gestazione dello stadio “Rocco” non fu breve. L’esigenza di uno stadio più grande e comodo del “Grezar” divenne più urgente a metà degli anni ottanta, quando, per un paio di volte, la Triestina rischiò di salire in serie A (ci fu un famigerato rigore sbagliato ed un celebre sfogo negli spogliatoi), e sugli spalti accorreva una media di oltre 12000 spettatori a partita. Pian pianino le cose si misero in moto ed intorno al 1987 si cominciò a costruire questo nuovo impianto, sull’area di Valmaura dove prima sorgeva il macello comunale. Nonostante i tori liberati dagli ex lavoratori del macello, ed i ritrovamenti di ossa misteriose durante gli scavi delle fondamenta, la costruzione andò avanti abbastanza tranquillamente.

Così, nel 1992, lo stadio, per quel che riguardava la parte “giocabile” ed i servizi ad essa relativi, fu pronto. Le prime tre giornate di campionato (C1 girone A) vennero disputate ancora al “Grezar” (tra l’altro pieno come nei giorni migliori). La quarta, il già citato scontro con la Vis Pesaro, inaugurò il nuovo, moderno stadio.In questa foto, scattata nel dicembre del 1990, si possono osservare la tribuna del “Rocco”, quasi completata, ed il terreno di gioco, con la tribuna a destra e la curva sud (adesso demolita per fare spazio al nuovo palasport) a sinistra, appartenenti al vecchio “Grezar”.

L’inaugurazione ufficiale avvenne, però, soltanto nell’aprile successivo, con la partita della Nazionale contro l’Estonia, per le qualificazioni ai Mondiali di USA 94. Era presente nell’occasione la moglie di Nereo Rocco, Maria, che commossa tagliò il rituale nastro. Fu quella, peraltro, la prima volta che la Nazionale A italiana venne a giocare a Trieste. La partita si concluse 2-0, per le reti di Roberto Baggio e Giuseppe Signori.
Il “Rocco” ha come caratteristica principale quella di possedere una pianta perfettamente rotonda. Le due tribune e le due curve sono completamente coperte da un tetto in materiale semitrasparente, sorretto da 4 enormi travi rosse. La capienza totale dello stadio è di 32000 posti.
Tutti a seguire le Aquile in terra giuliana, allora. Quanto abbiamo aspettato un momento così…?

Giannantonio Cuomo

Autore

Redazione

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