Rassegna stampa

E’ UN’INGIUSTIZIA, GRIDA IL CATANZARO

da Gazzetta dello Sport

CATANZARO – La sentenza di Firenze ha provocato sospiri di sollievo e, nel contempo, ha scatenato tanta rabbia. La penalizzazione di 5 punti da scontare in serie B, cioè, ha rasserenato gli emotivi, terrorizzati dalla retrocessione richiesta dal procuratore Frascione, mentre ha deluso chi con lucidità attendeva coerenza con la linea imposta nel processo di Milano. Fra questi ultimi c’è senz’altro il presidente Claudio Parente: “Ero rimasto sconcertato per l’assurda richiesta della procura federale, connotata dall’ingiusto elemento della disparità di trattamento rispetto a tutte le società deferite per responsabilità oggettiva nei due procedimenti celebrati a Milano e a Firenze. Richiesta che prevedeva, solo per il Catanzaro, la perdita del titolo di vincitore del campionato. Sono ancor più amareggiato adesso, perché la Commissione Disciplinare ha valutato il concetto e la nozione di responsabilità oggettiva, in maniera determinante per l’affermazione di responsabilità a carico del Catanzaro, mentre per le altre società (Chieti, Benevento, Grosseto, etc) ha considerato in maniera completamente diversa lo stesso principio di responsabilità oggettiva, concludendo con il proscioglimento, nonostante in qualche caso ci sia stata l’ammissione di colpa.” Il comunicato di Parente continua con il proposito di percorrere tutti i consentiti gradi di giustizia ed ipotizza l’abbandono della società, nel caso il Catanzaro non fosse prosciolto. Piero Braglia, da parte sua, aggiunge una rabbia supplementare: “Abbiamo dato l’anima per conquistare quella promozione. I sospetti prima ed i punti di penalizzazione ora, non possono fare altro che insultarci ed offenderci. Nessuno deve osare di pensare che una sola di quelle gocce di sudore non fosse vera. Questa sanzione, poi, m’appare colossale, non solo per l’ingiustizia che sta a monte, quanto per la difficoltà oggettiva e psicologica di regalare quasi 2 vittorie agli avversari. Mi rifiuto ancora di pensare che questa decisione sia definitiva ed immodificabile. La società, infatti, ci sta già confortando su un buon esito finale e vorrà dire che per le prime giornate non guarderemo la classifica.” Poi, il tecnico ha premura d’aggiungere: “Chiaramente, il mio rammarico non si riferisce solo alla nostra posizione morale ed al danno oggettivo, ma si estende anche alle persone coinvolte in questa vicenda. Mi dispiace molto sia per Logiudice che per i nostri giocatori. Con riferimento a questi ultimi, sapete bene, infine, la considerazione tecnica che ho loro sempre attribuito, per cui evidente è il danno tecnico che s’è aggiunto. Comunque, non chiederò alcun rinforzo, perché la squadra mi sta bene com’è.” Attendeva prima l’archiviazione e, poi, l’assoluzione Ferrigno (5 mesi), che riferisce: “Non ho la più pallida idea del motivo per cui sono stato accusato. Mi hanno addebitato anche telefonate su un cellulare non mio. In una conversazione, addirittura, ho chiaramente detto che non potevo scommettere sulle gare del campionato italiano.” Ivano Pastore, in linea con il suo personaggio, mantiene il self controll: “E’ di tutta evidenza che la disciplinare non ha ritenuto sufficienti le nostre spiegazioni. Non so nemmeno perché sia stato condannato, non avendo ancora potuto avere le motivazioni. I 5 mesi mi fanno pensare o ad un’accusa di omessa denuncia o di scommessa.” Molto più amareggiato, invece, appare Luca Gentili,normalmente sereno ed equilibrato: “Sono fortemente dispiaciuto. In questa giustizia, c’è poco di giusto. Si tratta di processi e decisioni sommari, dove s’inseguono percezioni e non regole e dati certi. Le mie intercettazioni si riferivano solo a normali contatti con un collega calciatore come Ambrosino, con cui ipotizzavo risultati, come potrebbe fare qualsiasi sportivo.”

Salvatore Blasco

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