Rassegna stampa

Coro unanime: “Decisione iniqua”

Parente: “Pronti a percorrere tutte le strade”. Pittelli: “Proporrò un violentissimo appello alla Caf”.
da Giornale di Calabria

Dopo la lettura della sentenza che condanna il Catanzaro a 5 punti di penalizzazione da scontare nel prossimo campionato di serie B, non si sono fatte attendere reazioni. “La sentenza della Commissione di C non soddisfa nella maniera più assoluta le aspettative del Catanzaro che meritava l’ ampio proscioglimento”, ha detto, in una dichiarazione, l’ avv. Giancarlo Pittelli, difensore del club calabrese. “Sicuramente – ha aggiunto Pittelli – sarà stata determinante ai fini della decisione la spaventosa e immotivata richiesta del procuratore federale Frascione, il quale ha formulato questa richiesta solo nei confronti del Catanzaro con un’ immotivata acredine nei confronti della squadra catanzarese. Naturalmente la società non si acquieta su questa posizione e proporrà un violentissimo, quanto motivato, appello alla Commissione di appello federale che sicuramente porrà fine a una vicenda che ha del drammatico e alcune volte anche del grottesco per la specifica discriminazione di cui è stato vittima il Catanzaro Calcio”. “Percorreremo tutte le strade per la cancellazione di questa iniqua decisione. Sono certo che la mia società sarà prosciolta per gli addebiti ingiustamente contestati. In diversa ipotesi non credo abbia senso continuare in un mondo dove tutti i sacrifici possano essere vanificati ed dalla valutazione data ad una semplice telefonata. Ma, soprattutto, per le difformi valutazioni interpretative date per fatti similari o ancor più gravi”. Così il presidente del Catanzaro, Claudio Parente, ha commentato la decisione della Commissione di infliggere cinque punti di penalizzazione alla società in merito alla vicenda del calcio-scommesse. “Ero rimasto sconcertato – ha sostenuto Parente – per l’ assurda richiesta della procura federale connotata dall’ ingiusto elemento della disparita di trattamento rispetto a tutte le società deferite per responsabilità oggettiva nei due procedimenti celebrati a Milano e a Firenze. Richiesta che prevedeva solo per il Catanzaro la perdita del titolo di vincitore del campionato. Sono ancor più amareggiato adesso. La Commissione Disciplinare ha valutato il concetto e la nozione di responsabilità oggettiva in maniera determinante per l’affermazione di responsabilità a carico del Catanzaro mentre per le altre società ha valutato in maniera completamente diversa lo stesso principio concludendo con il proscioglimento, nonostante in qualche caso ci sia stata l’ ammissione di colpa”. “Percorreremo tutte le strade per la cancellazione di questa iniqua decisione: dalla Caf – ha sostenuto il presidente del Catanzaro – alla Camera arbitrale del Coni e se necessario anche dinanzi al Tar ed al Consiglio di Stato, sempre nelle linee previste dallo statuto federale. Sono certo che la mia società sarà prosciolta per gli addebiti ingiustamente contestati. In diversa ipotesi non credo abbia senso continuare in un mondo dove tutti i sacrifici effettuati per ripianare l’ incredibile massa debitoria ereditata (avendo rilevato il Catanzaro in situazioni prefallimentare), l’ impegno di 20 ore al giorno per ridare dignità e prestigio sportivo ad una squadra ed a una città che da oltre 14 anni navigava in serie C2, possano essere vanificati ed offesi dalla valutazione data ad una semplice telefonata senza ulteriore seguito, tra le 500.000 intercettate nell’inchiesta del calcio scommesse, tra Lo giudice, tesserato come calciatore ed Ambrosino. Ma, soprattutto, per le difformi valutazioni interpretative date per fatti similari o ancor più gravi. E siccome – ha concluso Parente – resiste in me ancora la capacità di indignarsi, anche per un solo punto di penalizzazione trarrò le dovute conclusioni”. “A livello personale sto male, sono molto amareggiato. Come dovrei stare? Su 1800 pagine d’ inchiesta c’ è una sola telefonata che mi riguarda direttamente, ma a leggere le sentenze sembra quasi che abbia fatto tutto io”. E’ questo il commento alla decisione della Commissione disciplinare di serie C che lo ha squalificato per tre anni nell’ ambito dell’ inchiesta sul calcioscommesse, di Pasquale Logiudice, tesserato del Catanzaro. “Ambrosino – aggiunge Logiudice – mi ha chiamato una volta soltanto, quasi quindici giorni prima della partita tra Chieti e Catanzaro, poi non c’é più nessun altra telefonata tra me e altri soggetti, nessun contatto diretto. Non so cosa pensare per questo trattamento, ma ho già fatto ricorso attraverso il mio avvocato per chiedere il totale proscioglimento”. Logiudice, tuttavia, non spera in una riduzione della pena “perché – dice – non ho niente da pagare. Sono completamente estraneo ai fatti, e non mi sento affatto responsabile d’ illecito. Se Ambrosino e Califano facevano il mio nome nelle loro telefonate, io di certo ne ero all’ oscuro”. Ed “Amarezza e sdegno” sono stati espressi dalla conferenza dei capigruppo dell’ Amministrazione Provinciale di Catanzaro per “i cinque punti di penalizzazione inflitti dalla Commissione disciplinare dalla Lega di Serie C al Catanzaro per la vicenda del calcio scommesse”, incontrando stamani l’ amministratore delegato della società, Massimo Poggi, nell’ ambito di un confronto finalizzato alla ricerca di sponsorizzazione della squadra da parte dell’ Ente. “Ci aspettavamo tre punti in più e non cinque in meno” ha detto Poggi commentando la decisione con i capigruppo e con il presidente del Consiglio Giovanni Paola. Al termine dell’ incontro da parte di Paolo, dei capigruppo Roberto Costanzo (An), Emilio Verrengia, (Udc), Lorenzo Costa (Margherita), Franco Longo (Polo Sud), Gaetano Stagno (Margherita), Enzo Bruno (Ds), Franco Mazzei (Prs) Antonio Commodori (Prc), Giancarlo Bevilacqua (Fi) è stato redatto un documento. “Una decisione – è scritto nel documento secondo quanto riferito in un comunicato – quella della Lega di C che penalizza una squadra che non ha responsabilità e che ha faticato molto per raggiungere l’ obiettivo della serie B. Una giustizia sportiva a due velocità che penalizza una squadra del Mezzogiorno, fortemente impegnata in una azione di rilancio dello sport, del calcio nella città di Catanzaro. L’ Us Catanzaro è un patrimonio sportivo che appartiene non solo alla città capoluogo di regione, ma alla Calabria, all’ intero Mezzogiorno. Aver voluto infliggere cinque punti di penalizzazione al Catanzaro significa mortificare non solo la squadra, ma l’ intera città sportiva. Non vorremmo credere che, quanto accaduto, sia la naturale evoluzione di una stagione politica del calcio imperniata sulla penalizzazione delle squadre di Calcio del Mezzogiorni a favore di altre che pur avendo delle responsabilità dirette sono state, invece, trattate in modo diverso. Non possiamo ammettere – conclude il documento – che la Lega di C infligga una così pesante penalizzazione ad una squadra come quella del Catanzaro al suo esordio in B dopo molti anni che a suo carico durante l’ inchiesta non è emerso nulla”.

L’Acireale insiste: “Catanzaro in C”

ACIREALE. L’ Acireale presenterà ricorso alla Commissione d’ appello federale contro la sentenza della commissione disciplinare dalla Lega di Serie C sul processo relativo allo scandalo del calcio-scommesse in serie C, sollecitando la retrocessione del Catanzaro come aveva chiesto la procura federale. Lo ha annunciato il presidente della società siciliana, Salvatore Di Grazia, che ha dato uno specifico mandato ai propri legali, gli avvocati Enzo Trantino e Rosario Pennisi. Secondo Di Grazia “nella sentenza non c’ è corrispondenza tra la colpa riconosciuta al Catanzaro e la condanna”. Secondo il presidente dell’ Acireale, ammesso come terzo interessato nel procedimento, se “é stata riconosciuta la colpevolezza del Catanzaro, la squadra doveva essere retrocessa e non penalizzata di cinque punti nel prossimo campionato di B”. Decisione che avrebbe di fatto promosso l’ Acireale in Serie B al posto della società calabrese.

Autore

Paolo Spinoso

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