CULTURA: Catanzaro Magnifica et Fidelissima, saluta la sua giostra dell’anello

Storia cultura ed amore per la propria citta’.
I Catanzaresi si ritrovano intorno al loro glorioso passato
da Il Domani

L’anno 1528 segna la tappa più gloriosa nella storia di Catanzaro: è l’anno dello storico assedio francese alla città, vinto dai catanzaresi che seppero valorosamente e strenuamente resistere alle truppe -ironia dei ricorsi storici!- rosse e blu guidate dal generale Odet de Lautrec. In quegli anni, infatti, il re di Francia affidò a Lautrec un esercito di 35mila uomini per conquistare il regno di Napoli retto dallo spagnolo Carlo V. Grazie ai tradimenti di molti feudatari locali, e all’alleanza con il romano Simone Tebaldi e il cosentino Francesco di Lauria, i Francesi, partendo da nord, conquistarono numerose città del regno fino ad arrivare a Catanzaro, dove intanto si era rifugiato il viceré di Spagna in fuga. Nel maggio del 1528, dunque, iniziò l’assedio alla città. I catanzaresi resistettero a lungo agli attacchi ed agli stenti, finché non decisero di contrattaccare i francesi in campo aperto. Era il 28 agosto quando i catanzaresi, pur in netta inferiorità numerica, vinsero la cruenta battaglia che si combatté nei luoghi in cui oggi sorge il quartiere Sala, costringendo i francesi alla ritirata. La vittoria portò la città all’ammirazione di tutta l’Europa, e lo stesso Carlo V arrivò a definire Catanzaro città “Magnifica et Fidelissima”, concedendole, oltre al privilegio di battere moneta, l’altissimo onore dello stemma imperiale dell’Aquila Reale con il motto “Sanguinis Effusione” e i colori giallo e rossi che avrebbero da lì in poi colorato i vessilli della città.
Narrano le cronache che dopo la sanguinosa battaglia di Sala, venne coronato con un matrimonio l’amore tra due nobili rifugiatisi in città: la marchesina Isabella Caracciolo di Mesoraca e il duca Ferrante Spinelli di Castrovillari. Il lieto evento venne poi festeggiato, nell’area del vecchio largo S. Rocco, oggi piazza Roma, con la disputa di una giostra tra i più valenti cavalieri del tempo: la Giostradell’Anello. Il fastoso matrimonio tra i due giovani e l’emozionante Giostra di San Vitaliano sono state rievocate sabato scorso nel corso di Mirabilia. Lungo corso Mazzini, nel tratto, prospiciente il Palazzo di Governo, che fino al 1739 ospitò quasi tutte le giostre tenutesi in città, gli organizzatori di Mirabilia hanno allestito un vero e proprio campo di gara, nel quale dieci cavalieri, nelle vesti di quelli che realmente disputarono la giostra del 1528 – per come risulta da un documento dell’epoca – si sono confrontati in un’emozionante giostra a cavallo, sfidandosi ad infilare con la lancia, dopo una breve rincorsa, l’anello sorretto dal fantoccio di un saraceno. L’anello, infatti, rappresenta il cuore dei nemici turchi e saraceni che in passato flagellarono con continue incursioni le coste della Calabria. Sotto l’esperta guida del Maestro di Campo Ermando Mazza, capitano e governatore della città (rappresentato da Francesco Rotundo), si sono affrontati in una competizione in due tornate – la prima con un anello da 10 cmdi diametro, la seconda con un anello da 5 – i nobili cavalieri Francesco di Tarsia, detto Capo di Ferro, cosentino (rappresentato da Diego Paparazzo); Giovan Antonio Ricca, signore dell’Isola (Fulvio Paparazzo); il Conte di Simeri (Alessandro Tassone); Pietro Antonio Abenante, signore di Calopizzati (Santino Pettinato); Giovan Alfonso Sanseverino, signore di Marcellinara (Raffaele Nanci); il giovane sposo Ferrante Spinelli di Castrovillari (Massimo Rotundo); Ferrante Bisballis, signore di Briatico (Rino Lia); Roberto Susanna, signore di Amato (Aurelio Sestito); il capitano maresciallo (Salvatore Caliò); il cavaliere “anonimo” (Luigi Zavaglia). Al termine di una sfida molto combattuta – non senza il fuori programma di qualche cavallo riluttante – il giudice di campo Don Pedro d’Alarcon de Mendoza (Franco Mazza), ha assegnato la palma di vincitore della Giostra di San Vitaliano 2004 aSantino Pettinato, che nei panni di Pietro Abenante è stato l’unico ad infilare l’anello del saraceno nel corso della seconda tornata. Grande entusiasmo tra il numeroso pubblico che ha assistito alla giostra, a dimostrazione di come i catanzaresi si stiano sempre più affezionando a Mirabilia: ‘In realtà i catanzaresi – ha precisato Giovanni Matarese, patron della manifestazione – si stanno affezionando sempre più a Catanzaro. Mirabilia ha proprio l’intenzione di far riscoprire ai catanzaresi la propria identità storica, e di conseguenza l’amore per la propria città‘. Sembra volergli fare eco un bambino del pubblico che, messo di fronte al microfono, non esita neppure un istante a gridare che ‘Catanzaro è la città più bella del mondo!’. Tutta la piazza esplode in un applauso pieno d’orgoglio.

Antonio Capria

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