Rassegna stampa

Lafuenti il saggio: «Catanzaro, guai ad illudersi»

Il portiere: «Non intendiamo compromettere nulla, ci sarà da soffrire fino all’ultimo. Vorrei giocare subito la gara di Martina»
da Gazzetta dello Sport

CATANZARO – Tre punti dalla seconda, a tre turni dal termine, rappresentano un buon patrimonio di speranze, ma nessuno accenna a pensare in grande. Non lo fanno i tifosi, naturalmente la società e, chiaramente, tecnici e tifosi impegnati a mantenere alta la concentrazione. “Sino a quando non conquisteremo i 6 punti necessari, alla B non penseremo minimamente –dice Pino Mirante, che insieme al Presidente Parente ed al Vice Poggi, guida la società– I risultati sin qui compiuti sono anche il frutto di un costante equilibrio. Non intendiamo compromettere nulla, proprio alla fine. Sappiamo, piuttosto, di dover ancora soffrire ed attendere.” Quasi come un passa-parola, identico è il pensiero dei giocatori, come conferma il portiere Silvio Lafuenti, domenica autentico mattatore per una serie di ottimi interventi: “Nessuno di noi s’è illuso con anticipo. Siamo gente navigata e non cadremo in questi tranelli. Il mister ha detto che da martedì pomeriggio si penserà solo al Martina, e, personalmente, ho iniziato a farlo da lunedì. In compenso, per recuperare un giorno di anticipata concentrazione, nella notte di domenica non ho chiuso occhio, perchè ero ancora abbagliato dalle immagini della nostra vittoria e del nostro grande pubblico. Ero a letto, ma l’urlo della gente mi continuava a riecheggiare. Vorrei subito giocarla quest’altra gara di Martina. E’ un sentimento comune alla squadra. Nell’intervallo di domenica, per esempio, tutti volevamo subito tornare in campo, senza riposarci.” Poi, senza bisogno di alcuna domanda, continua: “Mai ho avvertito la soddisfazione di quest’anno, nonostante altre ottime stagioni disputate, come a Chieti ed Alessandria.” Poi conferma la dichiarata umiltà: “Non sto subendo gol da 4 turni, domenica ho fatto il mio dovere, ma, credetemi, il merito è dei miei eccezionali compagni. E’ la squadra che esalta la prestazione del singolo. Siamo persone, come accennavo, che abbiamo raggiunto la maturità, mantenendo alta la freschezza atletica. Non mi riferisco solo a quelli che scendono in campo. Tutti meriterebbero il posto in squadra e, anche per questo, sono più meritevoli dei cosiddetti titolari.” Come mai entusiasta, il trentaquattrenne portiere giallorosso elargisce complimenti ai singoli compagni, citandoli quasi tutti e ricordandone meriti e qualità. Poi, quasi temesse un vuoto di memoria, conclude: “Non vorrei averne dimenticato qualcuno, perchè tutti meritano la migliore considerazione, da Corona ad Ottonello.” Ritorna sulla prestazione di domenica ed aggiunge: “Personalmente, preferisco le gare in cui nessuno s’accorge di me. Non posso, però, che essere felice d’aver contribuito, al pari degli altri, alla difficile vittoria di domenica. L’Acireale s’è confermata la squadra che attendevamo. Fra l’altro, sappiamo ormai a nostre spese che chiunque affronti il Catanzaro, disputa la partita della vita. Non avevo iniziato benissimo per una difettosa rimessa, in cui m’ero ostinato a non sprecare la sfera. Poi, pian piano è andata meglio. Non era facile, perchè il pallone sfuggiva come un sapone bagnato.” Poi, una sua giusta osservazione sull’allungo del Catanzaro, che si guarda bene dal definire decisivo: “Mi pare che quello che è accaduto, rientra in una normale rotazione dei periodi fortunati. Delle 4 squadre di testa, eravamo stati gli unici a non infilare un filotto di risultati pieni. Era accaduto all’Acireale, poi alla Viterbese, infine al Crotone. Noi c’eravamo mantenuti su una continuità alta di risultati, senza registrare una lunga serie di vittorie consecutive. Il fatto d’esserci riusciti alla fine, è merito non della combinazione, ma del lavoro sin qui compiuto.” Quasi per un collegamento d’amore con la moglie Lucilla Perrotta, campionessa mondiale di beach-volley, anche ieri Lafuenti s’allenava sulla spiaggia: “Mia moglie, per un impegno del suo sponsor, era domenica assente, ma ci seguiva da lontano. Ha imparato e canta tutti gli inni dei nostri tifosi.”

Fabio Blasco

Autore

God

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