Dalla Curva

Un cuore giallorosso grande così

Squadra e tifosi uniti, in una Roma tutta giallorossa

La curva nord del Flaminio è un mare giallorosso e il sole che fa visita alla capitale, pare voler omaggiare il numeroso Popolo giallorosso di un piacevole tepore che riscalda gli infreddoliti giunti da ogni parte d’Italia: studenti capitolini, lavoratori dal nord, dal centro e dal sud più prossimo alla capitale, i sempre presenti UC che animano il tutto. Insomma il Flaminio è monopolizzato dai cori giallorossi.
Al clima metereologicamente rigido, si contrappone quello in campo a dir poco rovente. A fungere da forno a microonde è l’arbitro dell’incontro, il cui nome non citiamo per rispetto all’intelligenza che dovrebbe ospitare il cranio di ogni “homo erectus”. Pessimo a dir poco il suo arbitraggio. I ventidue in campo, si affrontano sciupando un gran numero di palle gol. La prima squadra a segnare è la Lodigiani a conclusione del primo tempo con Sanetti. Falco in quanto a nervosismo, è su tutti. E si propone come boccone prelibato innanzi alle ire del sopra (non) citato arbitro che, aiutato da due interventi consecutivi al limite del regolamento dell’attaccante, non esita ad espellerlo per doppia ammonizione. Il Catanzaro rimane in dieci uomini e il primo tempo si chiude sull’uno a zero per la squadra di Morrone.
Nel secondo tempo la squadra giallorossa torna in campo in inferiorità numerica, ma non si vede, anzi, dopo l’ingresso in campo di De Sanzo e Ambrosino, ripettivamente per Lo Giudice e Machado, la squadra sembra avere più personalità e compattezza a centrocampo, inizia a portare avanti le azioni con fraseggi di prima e il primo pallone che arriva nell’area della squadra di casa, viene spedito in porta con una clamorosa autorete di Fiorentini che di testa mette nel proprio sacco facendo esplodere la nord. Il Catanzaro ci crede e lo stesso Moscelli si fa in due per portare il baricentro della squadra in avanti. Da lì a poco rigore per i giallorossi, realizzato da Moscelli che, dopo avere trasformato il penalty, si “tuffa” letteralmente tra le braccia innamorate dei tifosi che lo abbracciano rischiando di tirarlo tra gli spalti. L’urlo di orgoglio giallorosso è maestoso. Ma , c’è un ma, il suo nome, ora ve lo diciamo, è Masiero di Mestre. Che dopo aver pilotato i padroni di casa al pareggio assegnando un rigore trasformato da Sanetti (doppietta la sua), lascia il Catanzaro in nove invitando il difensore Milone a raggiungere anzitempo gli spogliatoi. Roba da far rabbrividire il peggior Vicinanza. L’incontro si chiude con un pareggio. E menomale. Siamo convinti che il buon Masiero avrebbe potuto partorire anche una clamorosa beffa, aiutando oltre il dovuto Morrone & C.
Nessuna partita del campionato in corso ha avuto nel risultato minore importanza (anche se con due punti in più…) di quella di ieri. Catanzaro tutto cuore e acido lattico nei muscoli visti anche gli allenamenti a singhiozzo nella tormentata settimana di prologo all’incontro di Roma. A conclusione dell’incontro, i nove rimasti in campo, si catapultano verso la nord, abbracciando i supporters giallorossi e omaggiandoli delle magliette. La compattezza tra squadra e tifo è sacralizzata da un gesto che , anche per i modi con i quali è stato esternato, la dice lunga sulla voglia di rivincita di tutti. Speriamo che alle conferenze stampa (record assoluto come numero e protagonisti), facciano seguito i fatti di coloro ai quali sta “realmente” a cuore il futuro dell’U.S. Catanzaro.
A costoro racconto un episodio vissuto dal sottoscritto all’uscita dall’incontro. Percorrendo la strada che fa da cornice al Flaminio , incrocio un ultras della Lodigiani che, commosso, mi chiede: “ scusa , che, me faresti er piacere de scambià à sciarpetta?”. Ci penso un po’ e con infinito piacere gli “affido” la sciarpa giallorossa, prendendo in cambio la sua. Al momento dello scambio noto i suoi occhi letteralmente commossi e la commozione invade anche il mio cuore, nel momento in cui, stringendomi la mano, mi sussurra:” complimenti di vero cuore, siete fantastici!!!” .
Il Catanzaro è sempre il Catanzaro, e non lo diciamo per vanità autotrofa. E’ la verità, e che gli occhi commossi di quel ragazzo della Lodigiani, possano guidare la volontà di chi prenderà il comando del glorioso Catanzaro che rimane e resterà sempre patrimonio di tutti.
Giuseppe Mangialavori

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Giuseppe Mangialavori

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