CATANZARO – «Una splendida gara, specie per lo spettacolo mostrato sul campo. Il Catanzaro però, ha nettamente dominato la gara e meritato il successo. Soprattutto in virtù delle occasioni costruite specialmente nella prima frazione di gioco».
Davide Drascek, che a dispetto del nome è un calciatore italianissimo, rende merito ai vincitori, elogiando il bel gioco del Catanzaro.
La sua prestazione non è stata certamente delle migliori, ma di fronte al Catanzaro visto in campo ieri pomeriggio c’era veramente poco da fare.
«Sì – conferma lo stesso Drascek – il risultato è sicuramente giusto. Noi però, abbiamo preso due gol, frutto di altrettante ingenuità difensive. Siamo stati puniti dalla partenza sprint del Catanzaro, che ci ha messo subito sotto. Abbiamo provato a chiudere tutti gli spazi, ma non era assolutamente facile».
Eppure, il calciatore giallorosso abruzzese conosce perfettamente il limite mostrato dalla sua squadra.
«Siamo purtroppo mancati in fase offensiva – dice – non riuscendo a superare il muro difensivo eretto dai padroni di casa». La più grossa difficoltà che gli ospiti si sono però trovati a dover fronteggiare, è la posizione occupata in campo dal furetto, ex bianconero senese, Antonio Morello.
Al 4-4-2 classico proposto infatti da mister D’Arrigo, Braglia ha risposto con un 4-4-1-1.
«Avevamo studiato la posizione di Morello per tutta la settimana – ha continuato il centrocampista del Giulianova, che ha preso il posto dello squalificato Obbedio tra i titolari, già orfani di Tangorra -, ma nonostante tutto è riuscito comunque a metterci in difficoltà . Seguirlo era un’operazione praticamente impossibile». Uno dei tanti argomenti, che hanno tenuto banco in sala stampa, al termine della gara, è quello relativo alla concessione dei due calci di rigore. Ognuno, come si suol dire, ha tirato l’acqua dalla parte del suo mulino. A parere dello stesso Drascek però, non c’era nulla di particolarmente scandaloso. «Credo che entrambi ci potessero stare, anche se il nostro non è servito a raddrizzare la partita».
d. c
