Intervistiamo

Province con i conti in rosso, i presidenti: “Pronti a chiudere strade e scuole”

Da risolvere partite economiche tra singoli enti intermedi, rispetto alle competenze su parchi, musei, strutture sportive e centri per l’impiego

 

Alle condizioni economiche date, le quattro Province calabresi avranno difficoltà ad approvare i bilanci entro il 30 giugno: il Governo e il Parlamento hanno previsto risorse assolutamente insufficienti a garantire la sicurezza della viabilita’, dell’edilizia scolastica e della tutela ambientale.

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Questo significa che non possono essere piu’ garantiti servizi fondamentali come la manutenzione delle strade e delle scuole. E’ questo il quadro drammatico emerso dalla riunione che il presidente dell’Upi Calabria, il presidente della Provincia di Catanzaro, Enzo Bruno, ha convocato ieri alla presenza dei colleghi di Cosenza Franco Iacucci, di Crotone Nicodemo Parrilla e del direttore generale della Provincia di Vibo Valentia, Cesare Pelaia, in rappresentanza del presidente Andrea Niglia. La riunione, che ha sancito ancora una volta grande sinergia e unità d’intenti tra i quattro presidenti, si e’ svolta nella suggestiva cornice di Ciro’ Marina, ospiti del sindaco-presidente Nicodemo Parrilla.

I lavori. In apertura di seduta, il presidente Bruno ha illustrato l’esito del Comitato direttivo dell’Upi nel corso del quale si e’ discusso della definizione del meccanismo di riparto degli euro stanziati dall’articolo 20 del decreto legislativo 50/2017 dopo le interlocuzioni con il Governo sulla cosiddetta “Manovrina”: l’Upi aveva presentato emendamento con la richiesta di 650 milioni ma il Governo ha stanziato prima 110 milioni poi 180, affermando che il decreto 50/2017 nasce da una necessita’ di contrazione dei conti che non permettono le disponibilita’ finanziarie richieste dalle Province.

Il resoconto. Dal 2013 al 2016 le entrate delle Province sono scese del -43% e la spesa complessiva si e’ quasi dimezzata, arrivando a -47%. L’82% delle entrate proprie vengono sottratte dai territori e trattenute nel bilancio dello Stato, invece di finanziare, come prescritto dall’art. 119 della Costituzione, i servizi locali. A questo si aggiunge, quindi, una assoluta impossibilita’ di programmare garantendo il ripristino di un adeguato livello di erogazione dei servizi sulla base di risorse corrispondenti e correlate ai fabbisogni standard.

L’intento. La determinazione comune dei presidenti delle Province calabresi – che rilanciano anche la necessita’ di riprendere in tempi brevi l’interlocuzione con la Regione Calabria – e’ quella di chiudere strade e scuole la cui sicurezza non puo’ piu’ essere garantita perche’ i servizi non possono essere svolti a causa della mancanza delle risorse necessarie. La carenza di fondi per le spese incomprimibili si ripercuotera’ anche nei confronti dei Comuni, con particolare riferimento a quelli di piccole dimensioni, che non potranno utilizzare piu’ la rete di solidarieta’ istituzionale fino ad ora garantita dalle Province.

Partite in sospeso. L’Upi Calabria, inoltre, chiede la ripresa dell’interlocuzione con la Regione per la definizione delle partite economiche tra singole Province con riferimento alle funzioni ed alle competenze residuali, quali Parchi, Musei, strutture sportive e centri per l’impiego (e le altre funzioni residuali), ma anche in merito all’individuazione dei beni e delle risorse strumentali e finanziarie da trasferire alla Regione in applicazione della legge Delrio.

Si chiede, quindi, con determinazione la definizione partita economica del dare-avere per le competenze che le Province hanno finora garantito – esattamente dall’ottobre 2014 ad oggi – e che necessitano di accordi formali e di convenzioni utili per la prosecuzione della erogazione di molteplici servizi all’utenza e del riconoscimento delle spese sostenute. Viste la difficile situazione in atto, i presidenti delle Province calabresi, infine, chiedono l’urgente convocazione dell’Osservatorio regionale per gli Enti locali ed un incontro al presidente della Giunta regionale Mario Oliverio. (AGI)

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Redazione

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