Dalla Redazione

Le tue foto, la nostra storia: ciao Bruno!

Scritto da Redazione
Ci lascia un amico, un fotografo, un artista, il pittore di tutti i tifosi giallorossi. L’ultimo saluto venerdì alle 15.30 nella chiesa Madonna dei Cieli
 
 
Questa foto l’ho scattata al termine di Catanzaro-Isola Liri nel 2012. Era una delle mie prime volte da fotografo allo stadio e in quella occasione Bruno mi disse con un sorriso “Cchi mi fotografi a mia? A curva è ddra…” DG

A volte essere giornalista, cronista, redattore di un sito d’informazione risulta insopportabile. Accade sempre quando arriva una notizia terrificante che riguarda un collega, un compagno, un amico, qualcuno che faceva parte della tua vita e che se n’è andato all’improvviso o comunque troppo in fretta. Quella notizia ti bastona senza preavviso e tu vorresti chiuderti nel silenzio, evitare ogni contatto col mondo esterno, ma non puoi. Non puoi perché il telefono comincia a squillare. Non puoi perché ti reclamano persone che non senti da tempo. Non puoi perché i tuoi lettori, altrettanto o forse ancora più amici di chi non c’è più, si aspettano da te il meglio per ricordarlo. E sai che quella sera toccherà a te scrivere quelle poche, inutili righe. Cercando di non cadere nella retorica, ma già consapevole che non ci riuscirai.

Bruno Cuteri era amico di tutti. Perché da quando ha deciso di levarsi (solo fisicamente) la sciarpetta delle Aquile dal collo per far posto alla sua macchina fotografica, è diventato il pittore dei tifosi giallorossi. I colleghi, e naturalmente anche lui, scattavano per lavoro. Ma Bruno ci metteva dentro qualcos’altro. Bruno pennellava ritratti, di azioni e situazioni di gioco. Bruno scolpiva le facce della gente. La sua gente, aggrappata a una speranza di vittoria sugli spalti del “Ceravolo” o di uno di quei campetti di periferia in cui il Catanzaro cercava di restituirsi un po’ di lustro e dignità.

Sì perché Bruno era anche e soprattutto un fotografo da trasferta. Perché, quasi sempre, era l’unico reporter catanzarese a sobbarcarsi chilometri e chilometri di strada per seguire la squadra fuori casa, immortalando le gesta dei ragazzotti in maglia giallorossa e dei tifosi. Bruno poteva spesso apparire introverso e scorbutico. Ma quando entravi nel suo mondo, ne percepivi subito la dolcezza, la gentilezza, l’intelligenza. 

Forte della sua fede incrollabile, detestava le ingiustizie e i soprusi di qualsiasi tipo che lo portavano a prendere posizioni a volte anche dure. Una di queste, contro la società del presidente Cosentino, gli ha causato uno dei dolori più grandi della sua vita dedicata al Catanzaro: l’allontanamento forzato per un periodo dal “Ceravolo”. Ma lui ha continuato a inseguire quella passione con tenacia, fino all’ultimo capitolo del 22 dicembre in terra “nemica”, a Cosenza, per il derby. Aveva regalato a mezza Catanzaro quella meravigliosa foto di Icardi che corre sotto il settore giallorosso, sconquassato dalla gioia per il gol del pareggio di Basrak.

Bruno era amico di tutti perché tutti lo chiamavano dagli spalti, mettendosi stupidamente in posa per avere una sua foto-ricordo. Lo abbiamo fatto tutti. Quelle foto che lui ti spediva puntualmente il giorno dopo, con precisione svizzera. Bruno era anche bojinov, un appassionato utente del forum di UsCatanzaro.net. Anche lì ci regalava scatti personali di altri utenti o scatti di retroscena. Nei prossimi giorni so già che passerò il mio tempo a rileggere le sue centinaia di mail, a riguardare le migliaia di foto che mi ha inviato in anni e anni di amicizia e di collaborazione.

E stasera, nel dare la terribile notizia a Gennaro Amoruso, ho trovato anche una spalla per scrivere queste righe. Lascio allora a lui, a uno dei fondatori ed editore storico di UsCatanzaro.net, il ricordo di Bruno Cuteri il fotografo storico di UsCatanzaro.net, il fotografo di tutti.

Ivan Pugliese

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La notizia mi arriva all’improvviso, con un messaggio WhatsApp che non fa altro che gelare ancora di più questo mesto giovedì di fine anno: “È morto Bruno Cuteri!”. Incredulo, attonito e disorientato rileggo più volte il testo. Come inebetito ho la solo la forza di rispondere “Ma come?”.

Cerco di razionalizzare, di capire cosa sia successo. La distanza non mi aiuta. Purtroppo mi basta qualche telefonata per avere la conferma di questa triste notizia.

Bruno Cuteri era un mio coetaneo. Lo avevo conosciuto a Soverato, forse nell’estate del 1978 o giù di lì, lungo via XXV Aprile, di fronte all’ex Campeggio Internazionale. Credo che il nostro primo incontro avvenne proprio grazie a un pallone, un Super Santos, amico di interminabili sfide in mezzo alla strada. 

Bruno era un buon calciatore, uno di quelli che avresti sempre voluto in squadra con te perché la sua presenza era garanzia di vittoria. Si giocava in strada, anche se spesso Bruno seguiva i più grandi nei campetti in terra. Legammo subito, non per lo stesso valore calcistico, ma per la comune Fede, il Catanzaro. Io lo consideravo doppiamente fortunato: uno, viveva in città; due, abitava a due passi dal vecchio Comunale.

Gli anni dell’infanzia erano quelli in cui in me nasceva il tifo per i colori giallorossi, quella passione che non mi ha più abbandonato. Inconsciamente, la conoscenza con quel “catanzarese” mi ha aiutato a crescere tifoso delle Aquile.

L’estate era la stagione del calciomercato e del raduno. La stagione di tanti pomeriggi passati a ipotizzare formazioni, a sognare la nostra squadra in testa al campionato. Poi siamo diventati adolescenti, l’abbiamo vissuta nella seconda metà degli anni ottanta, un periodo in cui il nostro Catanzaro faceva su e giù tra la serie B e la C. Ma la nostra era una fede incrollabile, una passione che non si spegneva con una retrocessione e che non si esaltava con una promozione. 

In tante occasioni poi ci si incontrava nella Ovest, durante le partite. Quante volte ci siamo trovati ad esultare per un goal delle Aquile, felici di urlare e di saltare lungo i gradoni della curva.

Ricordo ancora un pomeriggio di fine agosto, prima di una gara di Coppa Italia. Passammo da casa sua. Aveva deciso di farmi vedere il suo tesoro. Aprì un cassetto, il cassetto dei sogni. Dentro c’erano solo ritagli di giornale, tutti dedicati al Catanzaro. Un turbinio di immagini e di storie, forse un presagio di quello che Bruno ci avrebbe raccontato qualche anno dopo.

Malgrado fossimo cresciuti non ci siamo mai persi di vista, sempre legati da quel sottile filo giallorosso. Durante il periodo universitario, lui  a Perugia e io a Roma, capitava di incontrarsi in occasione di qualche trasferta, sempre pronti ad abbracciarci e a commentare della nostra passione. Non era più la nostra Curva Ovest, non si trattava di partite di cartello, bensì delle trasferte di C2 in improponibili campetti del sud Italia, dove comunque non facevamo mai mancare il nostro sostegno alle Aquile.

Poi un giorno Bruno dagli spalti decise di passare a bordo campo. Ti avrei visto benissimo con una maglia giallorossa addosso, ma hai deciso di seguire un’altra tua passione, quella per la fotografia. E hai deciso di immortalare le gesta del nostro Catanzaro sia in casa sia in trasferta. Che bello. Avevi la possibilità di vederci tifare e di sentire i nostri cori da bordo campo. Le tue immagini mi hanno sempre fatto sentire meno lontano da casa, le innumerevoli foto che hai regalato ad UsCatanzaro.net rimarranno per sempre impresse nella memoria di tutti noi. 

Anche quest’anno ci siamo incontrati, come ogni estate, sul lungomare di Soverato. Eri sempre sorridente e affettuoso, mai banale nel saluto e nella conversazione, con il discorso che poi, inevitabilmente, andava a finire sul Catanzaro. 

Ora ogni altra parola rischia di essere fuori luogo. Voglio ricordarti con quegli occhi sorridenti e con la gioia di vivere che mi hai sempre trasmesso. Indosso la sciarpa giallorossa, ti batto le mani e ti dico: “Ciao Bruno!“.

Gennaro Maria Amoruso

 

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