TatticaMente!

Il lenzuolo della ”verità”

L’analisi tattica, e non solo, di Crotone-Catanzaro

di
Massimiliano
Raffaele

CATANZARO – Ritorna TatticaMente, e ritorna,
purtroppo, con l’amaro in bocca. A Crotone la sfida d’alta quota (è più
giusto chiamarla così, e non derby), finisce con un pareggio che non
può star bene al Catanzaro. Un 1 a 1 acciuffato dal Crotone all’ultimo
minuto, quando ormai tutto sembrava essere indirizzato al meglio per i giallorossi.
Il calcio è anche questo, è vero, però sarebbe bello se
almeno qualche volta il sig. pallone decidesse di essere davvero rotondo e non
rimbalzasse spinto dalla fortuna. Non che il gol di Tarantino fosse figlio della
dea bendata, ma sicuramente è sotto gli occhi dei più obiettivi
che chi ha avuto le occasioni (da sottolineare il plurale) per conquistare i
tre punti, è stato solo, soltanto, esclusivamente il Catanzaro. Forse
il tono di voce decisamente di parte dei telecronisti di Video Calabria si sarà
avvertito soltanto quando ad attaccare erano i rossoblù (1 o 2 volte),
e questo avrà ingannato quelli che le partite le “vedono con gli
orecchi” e usano quel gran bel dono che è la vista soltanto per
leggere l’indomani i quotidiani.
Evitiamo ulteriori commenti ed analizziamo, per quanto possibile, lo schieramento
tattico del Catanzaro, oggi camaleontico più che mai. E’ già sorpresa
la formazione iniziale che vede in campo sia Toledo che Morello. Il modulo è
quasi indecifrabile. A volte i giallorossi si muovono con il 4-4-2, altre volte
con il 3-5-2, altre volte ancora con il 4-2-4 passando per il 3-4-3. Esemplare
soprattutto il gioco di Tommaso Dei: testa alta, attenzione costante, determinazione
e tranquillità. Se tutti avessero giocato come lui forse il risultato
finale sarebbe stato un tantino diverso. Tutta la squadra, comunque, ha giocato
una partita davvero buona, centrando in pieno le indicazioni di Braglia. Proprio
in virtù di questo, l’amaro in bocca è di un sapore ancor più
sgradevole. I cambi effettuati da Braglia nella ripresa non hanno sortito gli
effetti sperati. Con l’ingresso di Biancone e Pierotti la squadra si è
assestata sul 4-4-2 ma, forse inspiegabilmente, si è spenta nella zona
nevralgica del gioco. Hanno giocato poco, ma i palloni guadagnati o almeno difesi
da Biancone e Luiso sono stati pochissimi. Un complimento strettamente personale
va ad Antonio Morello. Due gol nelle ultime due partite e la dimostrazione che
il folletto di Bagnara vale davvero molto e che non può stare più
seduto al fianco di Masino e Roberto Amato (leggi panchina).
Bello lo striscione dei tifosi del Crotone per le vittime della Spagna; ancor
più bello l’applauso di tutto lo stadio. Nella Curva Manzulli (quella
crotonese per intenderci) c’era però uno striscione incomprensibile ai
più. Una scritta con la vernice-spray nera su un lenzuolo bianco recitava
testualmente: “LA STORIA SIAMO NOI”. Cosa intendano
per storia i supporter rossoblù non è ben chiaro. Il vocabolario
Zanichelli di spiegazioni ne dà due. La prima è questa: narrazione
sistematica dei fatti memorabili della collettività umana, fatta in base
a un metodo di indagine critica
; e con questa spiegazione c’è poco
in comune con il Crotone visti i quasi 10 anni di vita. L’altra definizione
coglie invece in pieno l’ipotetico intento degli artisti da lenzuolo: fandonia,
racconto inventato
; praticamente la perfetta interpretazione dello stendardo
pitagorico. Senza voler offendere nessuno i complimenti vanno al Crotone…
evviva la sincerità!

Autore

Massimiliano Raffaele

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