Differenziata porta a porta: il Comune paga 800.000 euro mensili per un servizio incompleto

Lo denunciano i consiglieri d’opposizione Giglio e Capellupo.
 

Avevamo posto al Sindaco, con un’interrogazione urgente datata 15 dicembre, tre domande dirette e circostanziate, circa il servizio di raccolta differenziata porta a porta nel Comune di Catanzaro. 

Il servizio di raccolta porta a porta, trasporto dei rifiuti solidi urbani e assimilati, rifuti differenziati e servizi complementari sui territori di Catanzaro e Gimigliano, è stato aggiudicato alla ditta Sieco Spa a decorrere dal 1 luglio 2015 (quindi circa 6 mesi fa).

Ancora oggi, fine gennaio, il servizio non è ancora partito nelle forme e nelle modalità previste dal bando e dal capitolato d’appalto, e per circa 5 mesi (fino a metà dicembre) il servizio “porta a porta” non è partito affatto. Per lo svolgimento dell’intero servizio (e non, quindi, soltanto per una parte), da contratto il Comune corrisponde mensilmente alla Sieco un canone mensile di circa 800.000 euro. 

Nelle nostre tre domande, abbiamo chiesto al Sindaco: se il Comune abbia inteso corrispondere alla Sieco la somma totale del canone mensile, o abbia invece previsto una decurtazione economica per la parte del servizio non ancora avviato e quindi non svolto; qualora tale scelta di risparmio da parte del Comune non si sia verificata, quali siano state le motivazioni; se il Comune di Gimigliano si sia determinato, in merito, come Catanzaro, oppure abbia scelto diversamente.

Soltanto giorno 21 gennaio, quindi più di un mese dopo, il Comune, attraverso il Settore igiene ambientale, ci risponde con una nota che dà corpo a tutte le nostre preoccupazioni e denunce espresse, formalmente e informalmente.

Intanto, il Comune conferma quindi di avere corrisposto, finora, mensilmente, l’intero canone di 800.000 euro alla Sieco, pur in presenza di un servizio ancora… incompleto (per quasi sei mesi il “porta a porta” non è nemmeno partito, e anche oggi è partito, a stento, solo in alcuni quartieri).

Il Comune motiva la non decurtazione del canone mensile, con gli adempimenti della fase di start-up, “complessi e laboriosi”, in capo a Sieco, tra cui: stipula della Convenzioni per singola tipologia di rifiuti coi vari Consorzi; apertura del Centro Comunale di Raccolta; selezione e formazione dei “facilitatori ambientali”; dotazione ai cittadini di kit informativi e kit per il conferimento dei rifiuti. Lamenta, il Comune, inoltre, difficoltà di varia natura, superiori alle aspettative, in ordine a problematiche che sono note ai cittadini e all’opinione pubblica; alcune di esse però sono, a nostro avviso, frutto di valutazioni sbagliate e superficiali da parte della Sieco, che in alcune zone del Centro storico ha, ad esempio, previsto l’apposizione dei contenitori in zone dove verrebbe a mancare anche lo spazio necessario per transitare. Sono, peraltro, anche altri i servizi che la Sieco deve erogare in ragione del capitolato d’appalto, quali raccolta RSU e RD nelle zone ancora non servite dal porta a porta, spazzamento, diserbo, ritiro ingombranti a domicilio, e quant’altro; anche nello svolgimento di tali servizi rileviamo ritardi e carenze. 

Vi è un altro elemento che consideriamo di estrema gravità: è previsto nel bando di gara che al raggiungimento di determinate percentuali di raccolta differenziata, scatti una riduzione del canone con, quindi, una premialità in caso di superamento della stessa percentuale di raccolta differenziata. Ebbene, per il 2015 i dati del Comune (dati ufficiali, quindi, e non quelli propagandistici letti in questi giorni sulla stampa, che lasciano il tempo che trovano) parlano del mancato raggiungimento del 30% di differenziata, e di conseguenza, non è scattata la decurtazione del canone; ciò che, però, è veramente curioso, è che il Comune parli di “cause di forza maggiore non ascrivibili all’operato della Sieco”: una giustificazione, quindi, dell’intero canone di 800.000 euro corrisposto alla ditta (il cui operato viene definito “complessivamente positivo”), pur in presenza di evidenti disservizi e obbiettivi non raggiunti.

Aggiungiamo che il Comune di Gimigliano ha deciso di determinarsi molto diversamente: in presenza di un servizio incompleto, ha ritenuto di trattenere una quota del canone mensile relativamente ai mesi di ottobre, novembre e dicembre 2015, da sottoporre ad una successiva concertazione tra le parti.

Il Comune esclude la presenza di un danno erariale, ma noi non siamo di questo avviso, e abbiamo trasmesso alla Corte dei conti la nostra interrogazione e le determine mensili di liquidazione alla Sieco perché faccia le sue opportune valutazioni.

Troviamo assurdo, infatti, che il Comune paghi e abbia pagato da mesi l’intera somma pattuita da contratto (ripetiamo: 800.000 mensili) per avere un servizio che oltre ad essere pieno di errori e problemi, è anche, riteniamo – alla luce dei fatti – tecnicamente incompleto. 

Abbiamo chiesto, peraltro, anche copia dei verbali di gara, e dopo oltre un mese di attesa ancora non abbiamo avuto nulla; un comportamento omissivo da parte degli uffici, che è inaccettabile.

Ciliegina sulla torta: abbiamo, ieri, in Consiglio comunale, posto all’attenzione del Sindaco la questione; ebbene, non solo il Sindaco ha dichiarato di non essere al corrente della nostra interrogazione (che, tecnicamente, è a lui indirizzata), ma si è mostrato oltremodo sorpreso, dichiarando di non essere a conoscenza della problematica, e promettendo di interessarsene convocando una non meglio precisata riunione tra le parti. L’ennesimo inciampo di un Sindaco che sembra sempre di più un “turista per caso”, che non il Sindaco di un Capoluogo di Regione.

 

 

Autore

Redazione

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