Intervistiamo

Beppe Fiorello canta Modugno al Politeama

Scritto da Redazione
In scena il sette e l’otto gennaio “Penso che un sogno così?” 
 

Dopo il successo delle prime due edizioni, torna a Catanzaro “Penso che un sogno così?” con protagonista Beppe Fiorello in scena al Teatro Politeama il 7 e 8 gennaio.

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Lo spettacolo ha raggiunto importanti traguardi: sold out per la maggior parte delle date, tantissime le repliche per circa trecento serate, e la candidatura al Premio “Le maschere del teatro italiano”, nella sezione miglior interprete di monologo. “Salgo a bordo del deltaplano delle canzoni di Domenico Modugno e sorvolo la mia infanzia – racconta l’attore siciliano – la Sicilia e l’Italia di quegli anni, le facce, le persone, vicende buffe, altre dolorose, altre nostalgiche e altre ancora che potranno sembrare incredibili.

Attraverso questo viaggio invito i protagonisti della mia vita ad uscire dalla memoria e accompagnarmi sul palco, per partecipare insieme ad un avventuroso gioco di specchi”. Nel recital, scritto a quattro mani con Vittorio Moroni e diretto da Giampiero Solari, Giuseppe Fiorello incontra (e parla con) se stesso bambino, ride della sua timidezza e fa rivivere le storie, le immagini e i racconti del padre attraverso le canzoni di Modugno. Dai personaggi di paese alle feste patronali, dai viaggi fatti su una vecchia utilitaria a quelle poesie in musica che raccontavano un’epoca di grande vitalità.

“Mio padre voleva fare l’artista – continua Fiorello – ma non è mai riuscito a realizzare quel sogno perchè non era facile. Lui è il protagonista di questo spettacolo, quindi finalmente ho realizzato il suo sogno: salire sul palcoscenico e fargli raccontare una storia”. Accompagnato sul palco da due musicisti, Daniele Bonaviri e Fabrizio Palma, Fiorello canta “Lu minaturi”, “Malarazza”, “Meraviglioso”, “Lu pisci spada”, “La lontananza”, “Vecchio frack”, trascinando il pubblico nelle atmosfere di un’Italia in pieno boom economico che non smetteva di guardare avanti e di sognare. Cantando “Nel blu dipinto di blu”. “Modugno per me non è stato solo una storia da raccontare – spiega ancora il protagonista dello spettacolo – o un personaggio da interpretare, ma la possibilità di ritrovare un tempo lontano rimasto sempre dentro di me.

Ricordo, e sembra ieri, quando lo vedevo in televisione in bianco e nero. Era così forte, sfrontato, sicuro di sé. Ci sedevamo sul divano e rimanevamo incantati a guardarlo. Mi voltavo verso mio padre e la somiglianza era impressionante. Sembravano due fratelli. Con mio padre facevamo dei viaggi lunghissimi in macchina verso il mare. E anche allora Modugno era lì, instancabile colonna sonora impressa nella mia memoria”.

 

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