Il Sant’anna Hospital incrementa l’attività nell’anno che sta per concludersi

Dei complessivi 820 interventi eseguiti, ben 414 hanno riguardato pazienti accolti in regime di urgenza/emergenza
 

Oltre 100 interventi chirurgici in più rispetto allo scorso anno, un indice di mortalità globale a 30 gg. in linea con quello – già basso – del 2014 ma, in questo caso, a fronte di un incremento dell’indice di rischio, cresciuto di oltre un punto percentuale.

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Complessivamente, oltre 800 interventi eseguiti ad oggi, la metà dei quali in regime di emergenza o urgenza. Il 2015 si chiude con un bilancio positivo per il SAH e con dati che fanno dire ad Alessandra Frontera, neo amministratore delegato dell’azienda, che “i nostri volumi di attività riflettono una presenza dell’ospedale sul territorio non con il ruolo sussidiario che gli si vorrebbe attribuire in quanto privato accreditato ma con una funzione assolutamente organica alla rete dell’urgenza emergenza e al Servizio Sanitario Regionale nel suo complesso. Funzione organica e indispensabile, considerato che nella metà dei casi si tratta di pazienti che non avrebbero avuto un’alternativa di cura”. Per conoscere i risultati definitivi dell’attività chirurgica svolta nel 2015 dal centro regionale di Alta Specialità del Cuore occorrerà attendere ancora qualche settimana ma i primi numeri già parlano chiaro.

“All’incremento dello scorso anno – dice Daniele Maselli, direttore del DPT di Chirurgia cardiovascolare – si aggiunge quello del 2015, in un ordine di grandezza del tutto simile anche se i volumi di oggi, a fine anno potrebbero risultare leggermente maggiori. Dei complessivi 820 interventi eseguiti, ben 414 hanno riguardato pazienti accolti in regime di urgenza/emergenza. In particolare, i pazienti urgenti trasferiti da altri ospedali di tutta la regione sono stati in tutto 390 mentre i rimanenti 24 sono stati accolti in emergenza per rottura di cuore, dissezioni o patologie simili. Più nel dettaglio: gli interventi di ambito chirurgico come il by-pass o la sostituzione valvolare sono stati 113 in più rispetto al 2014.

Le Tavi, l’impianto di protesi valvolare aortica eseguito in modalità chirurgica, sono più che raddoppiate, salendo dalle 20 del 2014 alle 42 di quest’anno. Gli interventi hanno avuto nel complesso esito più che positivo a trenta giorni, considerato che la mortalità è rimasta sui livelli dello scorso anno ma a fronte di un aumento dell’indice di rischio medio per i pazienti, passato da 4,78% a al 6,1%.

Il numero complessivo di procedure di by-pass in particolare – continua Maselli – si è incrementato sensibilmente, passando dalle 253 del 2014 a 311, con una mortalità che rispetto al 2,2% dello scorso anno è scesa allo 0,96%. Consideriamo questo un risultato eclatante, associato peraltro a una qualità della rivascolarizzazione miocardica molto alta. Il 65% dei pazienti infatti è stato operato a cuore battente e quindi senza l’ausilio della circolazione extracorporea; mentre il 67% ha ricevuto una rivascolarizzazione completamente arteriosa con due mammarie. Nella sostituzione valvolare aortica isolata, altro parametro di riferimento insieme col by-pass per testare la qualità di un centro di cardiochirurgia, abbiamo registrato una mortalità dell’1,4%, in linea col dato dell’anno precedente e in più abbiamo aumentato, consolidandola, l’esperienza della chirurgia valvolare mininvasiva.

Le procedure eseguite sono state 63 e cioè un quarto del totale. Un dato che attesta il criterio con cui utilizziamo la mininvasiva, caratterizzato da un attento studio delle caratteristiche del paziente. Quindi non un’applicazione a tappeto della metodica ma un’applicazione orientata dalla scrupolosa valutazione del rischio. Non è un caso, infatti, che l’indice di mortalità per questa tipologia di interventi è stato pari a zero. Insomma – conclude Maselli – i risultati confermano il trend positivo fatto segnare già lo scorso anno e attestato anche dal Programma Nazionale Esiti, recentemente pubblicato dall’agenzia governativa Agenas. Contiamo comunque che, a elaborazione dati 2015 conclusa e con indici di mortalità ulteriormente migliorati rispetto al 2014, come per il by-pass, la nostra posizione nella classifica dei dieci centri italiani a più alto volume di prestazioni possa ulteriormente migliorare”.

 

Autore

Redazione

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