Il Consiglio approva la manovra finanziaria

La legge di Stabilità, il bilancio di previsione 2016 e quello pluriennale 2016-2018 passano a maggioranza, al termine di un dibattito blando. Bocciati tutti gli emendamenti della minoranza

La relazione del vicepresidente della giunta Antonio Viscomi

 


 


 

La prova di fine anno è superata. Il governatore Oliverio incassa senza troppi problemi il “sì” del consiglio regionale alla manovra finanziaria e guarda al 2016 con nuovo ottimismo. La maggioranza c’è ed è più compatta che mai. La minoranza prova a inasprire i toni, ma non incide sul risultato finale: la legge di Stabilità, il bilancio di previsione 2016 e quello pluriennale 2016-2018 passano a maggioranza, al termine di un dibattito blando e senza particolare mordente, malgrado in ballo ci fosse una finanziaria da 5,4 miliardi, la maggior parte dei quali (il 63%) inghiottiti dalla sanità.
 
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INCAPACITÀ La voce più caustica, more solito, è quella di Carlo Guccione, sempre più “frondista” interno allo stesso centrosinistra. «C’è un’evidente difficoltà a utilizzare le risorse così come avevamo previsto un anno fa”, puntualizza il consigliere del Pd, secondo cui dalla giunta Oliverio non sarebbero arrivate “risposte concrete”, con in più il rischio “di essere fagocitati dalle emergenze». Questo bilancio, a parere dell’ex assessore regionale, si preoccupa solo di fornire «un’apparente calma sociale», laddove servirebbe invece uno «choc economico capace di invertire la tendenza». 

 
NEL MERITO Oliverio, ovviamente, la pensa diversamente, e accusa i (pochi) detrattori di dare vita a un dibattito «strumentale, che non entra nel merito». Ci pensa lo stesso governatore a farlo: «C’è un dato generale che deve essere considerato: la contrazione delle entrate e i minori trasferimenti statali a fronte di un aumento della domanda di servizi. Ecco perché ci troviamo davanti bilanci sempre più ingessati». Ad appesantire la manovra contribuisce poi il «meccanismo infernale» dei pignoramenti, «un canale – puntualizza il governatore – alimentato dal vizietto di fare spese senza coperture».
 
RISANAMENTO È «un bilancio possibile», che impedisce alla Regione di «franare». L’inversione di tendenza c’è eccome, incalza Oliverio, perché «il bilancio che ereditiamo ci impone un obbligo di risanamento e bonifica, altrimenti deragliamo». La manovra prevede anche scelte «timide ma decise», con lo stanziamento di fondi per leggi che erano state definanziate. Edilizia, legge per lo sport, incrementi per il settore sociosanitario, soldi per gli emotrasfusi. «Piccoli ma importanti segnali», dice il presidente della Regione, tra i quali il più rilevante è il cofinanziamento di 280 milioni (spalmato su sette anni) per la programmazione comunitaria.

 
SANITÀ Oliverio allarga l’orizzonte e affronta anche il tema della sanità. L’esordio: «Maledetto il giorno in cui è stato chiesto il commissariamento del settore» (chiara stoccata all’ex governatore Scopelliti). Ora però la priorità è «rinegoziare il Piano di rientro, altrimenti la sanità non si potrà rimettere in piedi». Il riferimento è soprattutto allo sblocco del turnover e agli investimenti per riqualificare le strutture sanitarie. «Una rimodulazione – insiste il governatore – che dovrà valutare anche la funzione del commissario e il rapporto tra quest’ultimo e la Regione, che deve tornare ad avere voce in capitolo». 
 
POVERTÀ Un passaggio è dedicato anche alle ipotesi di reddito minimo. Per Oliverio «è impossibile pensare che con il bilancio della Regione possa essere affrontata la piaga della povertà. Alzi la mano chi ci crede veramente. Per l’inclusione sociale servono risorse, non demagogia e propaganda. Noi stiamo elaborando provvedimenti con precisi riferimenti alle coperture». Infine, la nota dolente delle società partecipate, alcune delle quali continuano a essere delle vere macchine mangiasoldi. «Il 2016 sarà l’anno della loro riorganizzazione», promette il governatore.
 
IL DIBATTITO Più o meno sulla stessa lunghezza d’onda il vicepresidente della giunta Antonio Viscomi: «Il sistema politico è stato chiamato a sanare gli errori del passato». 
«La manovra è ostica – gli fa eco Giuseppe Aieta -, ma i calabresi troveranno poste di bilancio che danno spessore a questa azione di governo». 
Di tutt’altro segno la disamina di Giuseppe Mangialavori (Cdl): «La manovra mette in luce la rassegnazione di questo governo regionale, completamente appiattito alle indicazioni della burocrazia. È un provvedimento che non aggredisce i veri problemi della Calabria, ci saremmo aspettati molto di più». Tranchant anche Fausto Orsomarso (An): «Questo bilancio ci porta all’anno zero». Soddisfatto, invece, Orlandino Greco (Op): «Dico bravo a Oliverio per aver presentato la manovra entro i termini previsti e faccio i complimenti alla giunta e ai dirigenti, che non hanno falsato i bilanci come qualcuno aveva fatto in qualche Comune». Meno indulgente Mimmo Tallini (Misto): «È un bilancio senza novità, che non dà risposte e che non prevede alcuna strategia politica».
 
EMENDAMENTI Solo sei gli emendamenti presentati, tutti bocciati. Prevedevano fondi per alcuni Comuni della provincia di Reggio ed erano stati firmati dal solo Alessandro Nicolò. Che sbotta in aula: «Prendiamo atto dell’impossibilità di intervenire sulla manovra».
 
Pietro Bellantoni corcal

 

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Redazione

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