Nuovo tribunale: illeciti nella realizzazione, sequestro alla “Gatto costruzioni”

Tra le ipotesi d’accusa sono contestate anche la turbativa d’asta, l’abuso d’ufficio e il falso. Oltre ai fratelli Gatto, nell’ambito del procedimento indagati i membri della commissione di gara del Comune di Catanzaro Giovanni Ciampa, Biagio Cantisani e Luigi Franco

Un sequestro per circa un milione di euro è stato effettuato a carico dell’impresa “Gatto costruzioni” nell’ambito dell’inchiesta sui presunti illeciti nella realizzazione del nuovo tribunale di Catanzaro.

La polizia giudiziaria ha dato esecuzione al provvedimento emesso dal gip Carlo Saverio Ferraro su richiesta dei sostituti procuratori Fabiana Rapino e Alessandro Prontera. Giuseppe (ex presidente di Confindustria Catanzaro) e Fabio Gatto devono rispondere delle accuse di truffa aggravata e inadempimento di contratto di pubbliche forniture. Oltre ai fratelli Gatto, nell’ambito del procedimento sono indagati i membri della commissione di gara del Comune di Catanzaro Giovanni Ciampa, Biagio Cantisani e Luigi Franco; gli imprenditori vibonesi Ilario Morelli e Michele Fusca, il dirigente della Regione Calabria Massimo Nisticò.

Tra le ipotesi d’accusa sono contestate anche la turbativa d’asta, l’abuso d’ufficio e il falso. Gli imprenditori Giuseppe e Fabio Gatto si sarebbero aggiudicati i lavori per l’ampliamento del nuovo tribunale di Catanzaro con “la somma più alta in gara, con il minore ribasso e con un progetto senza nessun reale pregio sia sotto il profilo estetico sia sotto il profilo qualitativo” scrivono i sostituti procuratori Fabiana Rapino e Alessandro Prontera nell’avviso di garanzia notificato oggi agli otto indagati.

Dopo l’aggiudicazione della gara, i Gatto avrebbero posto in essere “condotte e atti che decretavano la stasi completa dei lavori e la dolosa inesecuzione dell’opera”. Nel contempo avrebbero aperto una linea di affidamento bancario, finalizzato alla cantierizzazione dell’opera, per l’importo di un milione e mezzo “utilizzandone 1.250.000 per scopi estranei a tal fine e senza effettuare mai alcuna attività materiale”.

Non solo, i due imprenditori catanzaresi avrebbero poi, secondo l’accusa, stipulato una cessione di ramo d’azienda, concernente proprio l’esecuzione dei lavori al palazzo di giustizia, alla società cooperativa Costruzioni Calabresi. Per la Procura, quindi, Giuseppe e Fabio Gatto avrebbero lucrato “sul finanziamento ministeriale un ingiusto profitto” di circa un milione e mezzo di euro “consistente nel risparmio che si sarebbe ottenuto se la gara fosse stata correttamente aggiudicata”.

I tre membri della commissione di gara Ciampa, Cantisani e Franco sono accusati di turbata libertà degli incanti perché avrebbero giudicato l’appalto alla Gatto costruzioni “con mezzi fraudolenti, rappresentati dalla falsificazione ideologica dei verbali di gara”. In pratica, avrebbero “supervalutato arbitrariamente la qualità del progetto”. I fratelli Gatto e i due imprenditori vibonesi Fusca e Morelli devono rispondere di inadempimento di pubbliche forniture poiché, sempre secondo l’accusa, avrebbero sospeso “i lavori chiudendo il cantiere senza fornire giustificazione alcuna al Comune di Catanzaro”.

L’abuso d’ufficio è contestato, invece, al solo Nisticò, dirigente del servizio Vigilanza opere pubbliche della Regione Calabria, che avrebbe rilasciato l’autorizzazione sismica “procurando così un ingiusto vantaggio patrimoniale” a Giuseppe e Fabio Gatto.

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Redazione

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