«Perquisite Speziali senior»

L’ex senatore del Pdl è tuttora indagato per concorso esterno. Nel giorno dell’operazione “Acero-Krupy” la sua casa e i suoi uffici sono stati perquisiti dal Ros. La Dda di Reggio ha la prova: ha incontrato l’emissario mandato dai clan per chiedere di aggiustare il processo “Crimine”

«Perquisite Speziali senior»«Perquisite casa e uffici dell’ex senatore Vincenzo Speziali e sequestrate tutto quanto possa essere di interesse». È questo l’ordine inviato lo scorso 25 settembre al Ros di Roma dal pm Paolo Sirleo con l’indicazione tassativa di procedere solo il giorno di esecuzione dell’operazione. Un’attività probabilmente passata sottotraccia nel clamore provocato dagli oltre 50 arresti di capi e gregari dei clan Aquino, Coluccio e Commisso, eseguiti in tutta Italia e all’estero per ordine del procuratore Nicola Gratteri e dei sostituti Sirleo e De Bernardo, ma che dimostra quanto la Dda ci tenga ad approfondire sull’ex senatore Speziali, attualmente indagato per concorso esterno in associazione mafiosa.

DUE ANNI DI INDAGINI E INTERCETTAZIONI Un’iscrizione che risale al maggio 2013, ma per la quale è stata più volte chiesta e ottenuta la proroga indagini, così come sono state autorizzate dal gip le intercettazioni delle utenze fisse e mobili dell’ex senatore. E il motivo è semplice: non solo i massimi vertici del clan Coluccio hanno discusso della possibilità di “interessare” Speziali senior per aggiustare il processo di Rocco Aquino per tentare quanto meno di dimezzargli la condanna, ma l’incontro del politico con l’emissario scelto dai clan c’è stato e inquirenti e investigatori sono in parte anche riusciti a monitorarlo. Ma potrebbe esserci di più. Perché la Dda sembra infatti avere in mano tracce e indizi che ricollegano direttamente l’ex senatore agli Archinà padre e figlio, imprenditori di riferimento del clan, ma anche in affari con Speziali. Antonio Archinà dimostra di conoscere bene il senatore.

ASSO PIGLIAPPALTI È infatti con la massima sicurezza che, parlando con Giuseppe Coluccio, può affermare « Un sacco di mosse le ha fatte… Ha fatto togliere l’Italcementi, la ‘ndrangheta gli ha fatto prendere sti lavori grossi… inc.. li ha presi tutti lui… chi ha il cemento è lui». Ma anche il senatore – stando a quanto riferisce Archinà junior- sa perfettamente con chi ha a che fare. «Ed è venuto un giorno e mi ha fatto la battuta e io ho capito… Quando mi ha fatto quella…inc…e ha detto: “ma tu sei parente, così?” … Gli ho detto:” Si”… Mi ha fatto qualche battuta, no? però, gli ho detto io:” Una persona che è un amico… forte!…”… ed io ho capito…quel giorno lui aveva l’ appuntamento con Franco… che mi ..inc.. mi ha detto: “no, vedi che ho parlato con loro”…. però non gli ho detto niente perchè lo faccio per un motivo particolare, per gestirla, hai capito?».

“SEMPRE A GALLA” Anche per gli uomini del clan Speziali non è uno sconosciuto. Si sono informati e hanno capito che è «uno di quelli che può ..inc.. questo può aggiustare e può guastare» dice Coluccio. È vero – valuta – «ultimamente, sto vedendo che ha perso colpi.. però restano sempre a galla… Antò….hanno troppi intrighi. Sono agganciati troppo bene». A confermarlo è anche Francesco Tavernese, braccio destro del reggente del clan che sottolinea come l’ex senatore sia uno che «è uno che per una lira ti ammazza, per esempio se non gli faccio i bonifici prima nemmeno mi fa caricare, però è uno che è “Incugnato” (ndr, ammanicato) bene». Tutti concordano: Speziali è la persona giusta per aiutare Rocco, che dal carcere deve uscire perché «qua senza di lui – ammette Coluccio – siamo rovinati».

L’INCONTRO Toccherà ad Archinà andare a parlare con il senatore. L’incontro – hanno scoperto gli investigatori monitorando le conversazioni di Antonio con il padre Carlo – risale al 15 marzo del 2013. L’imprenditore sa cosa dire, è stato debitamente istruito da Coluccio che gli ha raccomandato di far capire chiaramente al senatore Speziali che «loro lo sanno… che di certe persone hanno bisogno, per mantenere certi equilibri… soprattutto di certa gente… quando non hai quelle persone che riescono a mantenere quegli equilibri, la vita diventa un disastro per loro…Quindi deve mettersi a disposizione». Che lo faccia direttamente o per interposta persona non importa, «se lui non può fare, dice – pontifica il reggente – vedete a tale persona, che tale persona può fare… e magari vediamo se possiamo arrivare a quella tale persona». E Archinà è andato a riferire. Lo hanno scoperto gli investigatori monitorando la sua utenza, da cui il 15 marzo lo sentono parlare prima con un non meglio identificato Totò della ditta di famiglia degli Speziali, quindi con il padre Carlo. E proprio a lui racconta la conversazione che – nell’interpretazione di inquirenti e investigatori – avrebbe avuto con il senatore ed il figlio Antonio.

LINGUAGGIO FIGURATO, SIGNIFICATO ESPLICITO «Gli dissi…adesso ci siamo visti…venne pure il padre …inc.. Disse: “l’altro giorno mi hanno fatto incazzare..inc.. “ma dottore” gli dissi “che cosa” gli dissi: “ma non l’abbiamo mai vista arrabbiata”», dice Archinà raccontando la chiacchierata appena conclusa. «”Ma questo Archinà che cosa è un parente?” – racconta l’imprenditore, riferendo le parole del suo interlocutore- «”per me é come un fratello”, gli dissi, “ed inoltre ed un ottimo cliente” gli dissi». Una risposta cui il “Totò” prima sentito per telefono e presente all’incontro insieme al padre avrebbe ribattuto piccato «e le cazzate che dite voi gliele avete combinate soltanto voi». Rispose Totò: «”era meglio che ti facevi i cazzi tuoi che dopo due giorni ci abbassarono a noi i conti”». Una frase criptica – e profetica – che sembra alludere a una possibile azione della magistratura, quanto meno vigile sui tentativi di adulterazione dei giudizi nei processi.

«MI RACCOMANDO NON BUCARE» Ma la “nota di credito” cui nel prosieguo si fa riferimento sembra indicare – o almeno questo dicono ipotesi investigative – il “pagamento dovuto” per i servizi chiesti. Una trattativa che sembra destinata a proseguire nel tempo se è vero che Carlo Archinà si raccomanda: «Senti, vedi che il padre è Ingegnere, vedi di non chiamarlo Senatore, hai capito?», ma soprattutto di lasciare perdere ogni ipotesi alternativa. «vedi di non.., dopo…. bucare . Hai capito di non andare a muovere quel camion là che non ne vale la pena Antò.. Perché quello consuma molto… ha detto Vincenzo, che è andato dai meccanici che se lo trova lo monta subito, ha parlato già con il meccanico e tutto». Ancora una volta una frase criptica ma che secondo ipotesi investigative starebbe a significare molto di più di un semplice problema di motori.

 

Alessia Candito – corcal

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