Intervistiamo

Ndrangheta, blitz nel catanzarese e vibonese

Scritto da Redazione

I finanzieri del Comando provinciale e del Nucleo speciale di polizia valutaria di Roma impegnati nell’operazione “Hydra” hanno eseguito 6 ordinanze di custodia cautelare tra Roma e Bergamo e ed effettuando il sequestro di immobili, società e conti correnti per un valore complessivo di oltre 5 milioni di euro: ai 17 indagati vengono contestati i reati di usura, abusiva attività finanziaria, intestazione fittizia di beni e riciclaggio di denaro di provenienza illecita, aggravati dalle modalità mafiose, in quanto legati alla cosca Mancuso di Limbadi.

Oltre 20 le perquisizioni in corso a Roma e nelle province di Bergamo, Catanzaro e Vibo Valentia. Sequestri anche in Svizzera e negli Stati Uniti. Tra gli indagati figura anche l’ex consigliere regionale dell’Idv, Vincenzo Maruccio. I dettagli dell’operazione saranno forniti nel corso della conferenza stampa in programma alle 11 al Nucleo polizia tributaria di Roma, alla presenza del procuratore aggiunto della Direzione distrettuale antimafia della procura di Roma, Michele Prestipino Giarritta.

Le misure cautelari rappresentano la sintesi di due filoni d’indagine, condotti, in una prima fase autonomamente, dal Nucleo speciale di polizia valutaria e dal Gico del Nucleo di polizia tributaria di Roma, poi riuniti grazie al coordinamento della Direzione distrettuale antimafia della procura della capitale. In particolare, gli uomini del Nucleo speciale di polizia valutaria hanno compiuto accertamenti specifici sui conti correnti dell’ex capogruppo alla Regione Lazio dell’Italia dei Valori, Vincenzo Maruccio, arrestato per peculato nel novembre del 2012.

Maruccio era emerso anche, negli approfondimenti del Gico, come prestanome – unitamente a molti altri indagati, tra cui la moglie, la madre e la collaboratrice domestica – di Luigi Ferruccio Bevilacqua, imprenditore di origini calabrese al quale, nell’ottobre 2009, era stata applicata la misura dell’obbligo di dimora a Roma, anche perché considerato vicino al clan Mancuso.

“Meritevole di attenzione”, secondo gli investigatori, “la circostanza che Bevilacqua non si fosse mai effettivamente dissociato dall’ambiente d’origine, ricevendo le cosiddette “imbasciate” sino a Roma, dove aveva creato il suo “impero”, nonché partecipando a riunioni in Calabria. Emblematico il contenuto di alcune intercettazioni: “siamo sempre vicini, siamo sempre una famiglia… questo non c’è dubbio… una famiglia piena di affetto, di bontà e di trasparenza e di perbenismo.” Dalle indagini è emerso come Bevilacqua, lasciata la terra d’origine, “abbia proseguito nell’attività di usuraio, cominciando ad investire i correlati proventi illeciti nel mercato legale romano, acquisendo – fittiziamente e, appunto, tramite prestanome – importanti e note strutture societarie romane, operanti prevalentemente nel campo della ristorazione nonché immobili in Italia e all’estero”. Bevilacqua, in sostanza, avrebbe diretto tutte le attività illecite, avvalendosi dei figli e di altri fidati collaboratori e soggetti compiacenti, tra cui, su tutti, Maruccio e Rocco Anello, già consigliere della provincia di Catanzaro e candidato alla carica di sindaco di Curinga, nelle elezioni amministrative del 2013.

Ciò attraverso la tecnica di intestare fittiziamente beni e attività a terzi compiacenti, al fine di schermarne l’effettiva titolarità. Sequestrati bar, ristoranti, pescherie e negozi di orologi, tutti nella zona di piazza Bologna: iniziative imprenditoriali dei Bevilacqua gestite attraverso una fitta rete di prestanome. Tra i locali nella disponibilità degli arrestati anche il noto ristorante “M’addubbai” di Via Livorno. Cautelate anche tre società di diritto svizzero, operanti nel settore immobiliare e del commercio in genere, nonché tre lussuose ville site a Miami Beach, in Florida.

 

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