Sequestrati due depositi di fuochi d’artificio

Un momento della conferenza stampa Fuochi d’artificio fabbricati in luoghi non idonei, poco sicuri per coloro che vi lavorano e poco sicuri per coloro che avranno a che fare con il materiale prodotto. Così è accaduto, poco tempo fa, che in un comune del lametino i mortai si siano capovolti subito dopo l’accensione di un fuoco provocando otto feriti.

La tragedia, avvenuta nella fabbrica di Modugno, in provincia di Bari, l’esplosione in fabbrica di fuochi pirotecnici che ha causato la morte di dieci persone, ha spinto il dipartimento di Pubblica sicurezza ad avviare un programma di monitoraggio in tutto il territorio nazionale. Due sono le operazioni effettuate dagli artificieri della questura di Catanzaro, che ha competenza su tutto il territorio regionale, che hanno portato al sequestro di un deposito a Zagarise, il 27 agosto, una a San Pietro Magisano, il 29 agosto. Tre le persone denunciate: F.A, 58 anni, e P.N., 42 anni, per il deposito di Zagarise, privo delle necessarie misure di sicurezza e nel quale è stato rinvenuto materiale proveniente da attività di bonifica di aree destinate a posizionamento e sparo di fuochi artificiali, quindi materiale inesploso e/o alterato.

L’attività era priva di licenza e – secondo quanto riferito nel corso della conferenza stampa di questa mattina dal vice questore aggiunto Giacomo Cimarusti – il materiale era detenuto in modo del tutto clandestino. A Zagarise sono stati sequestrati circa 100 manufatti esplodenti. I due denunciati sono ritenuti responsabili dei reati in concorso di detenzione, deposito e fabbricazione abusiva di materiale esplodente, omessa denuncia di detenzione di materie esplodenti e omessa denuncia di furto di materiali esplosivi. A San a Pietro Magisano è stato denunciato in stato di libertà, B.D. Per i reati di accensione ed esplosione di materiali pericolosi, in assenza di licenza, esercizio abusivo dell’attività di fuochino e detenzione e fabbricazione di materiali di genere pirotecnico. In particolare, la fabbrica è stata scoperta a San Pietro durante un normale controllo del territorio. Il 29 agosto scorso una volante della Polizia è stata letteralmente investita da uno spostamento d’aria causato da uno scoppio causato da B.D, 44 anni.

I successivi accertamenti hanno portato a scoprire che l’uomo lavorava in una fabbrica dismessa nella quale, alla fine degli anni 90, erano avvenuto due gravi incidenti nel corso dei quali erano morte tre persone, una nel primo caso e due nel secondo. Per questo motivo la fabbrica era stata chiusa e le licenze revocate. Il materiale esplosivo sequestrato è stimato in circa 12 quintali. La fabbrica, inoltre, mancava anche dei più recenti dispositivi di sicurezza come il pavimento in gomma in luogo del quale vi era un pavimento in cemento, pericoloso perché – hanno spiegato gli artificieri antisabotaggio Roberto Valenti e Nicola Mele – lo sfregamento della polvere contro una superficie non sicura come il cemento può dare luogo a gravi incidenti. «Ci auguriamo – hanno detto gli inquirenti – che gli assessori comunali e i comitati per le feste vengano sensibilizzati da questi episodi e si rivolgano a ditte con le carte in regola».

 

Alessia Truzzolillo corcal

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Redazione

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