INFIBULAZIONE: A Catanzaro un interessante convegno internazionale

Una società sempre più multietnica non può sottrarsi al confronto con pratiche provenienti da culture e religioni diverse. Sono queste le linee guida del convegno internazionale sull’infibulazione, “Smiling eyes”, organizzato dal consiglio provinciale di Catanzaro per giorno 28 febbraio nell’auditorium Aldo Casalinuovo. L’organizzazione dell’evento è stata supportata e correlata dalla Cooperatione of Medical Services and Developement (Cosmed), mentre al convegno parteciperanno esperti della medicina come Aldo Morrone specializzato in medicina delle migrazioni, il presidente Cosmed Abdukcadir M. Giama e la giornalista di Rai International Maria Barresi. “La brochure, che illustra l’iniziativa, presenta una donna con il chador che fa intravedere due occhi che ridono, smiling eyes appunto”. A parlare e spiegare il filo conduttore dell’evento è proprio Vincenzo Fulvio Attisani, presidente del consiglio provinciale. Per Attisani “il problema dell’infibulazione non può lasciarci indifferenti in quanto solo in Italia vivono 38.000 donne infibulate e ogni anno, 4.000 bambine con genitori provenienti soprattutto dai paesi dell’Africa sub-sahariana rischiano di essere sottoposte a questo rito iniziatico”. Per combattere tale fenomeno o pratica culturale il presidente del consiglio provinciale afferma che “occorre realizzare progetti, in accordo con medici e psicologi, al fine di evitare che genitori originari dell’Africa sub-sahariana continuino a mutilare le loro figlie – quindi prosegue – questa pratica va combattuta con determinazione attraverso iniziative di sensibilizzazione ma facendo in modo che l’immigrato non percepisca questo nostro interesse come un rifiuto a priori della sua cultura ma come rispetto per l’integrità della persona umana e come valore universale”. Per Attisani, infine, questo è un problema “che non può lasciare indifferente una provincia come la nostra toccata dallo sbarco di tante persone provenienti dall’Africa, un comprensorio che non può dirsi civile se non assume su di sè avviando un dibattito serio ed approfondito”. (CNN 18.02.2004)

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Redazione

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