Rassegna stampa

Catanzaro, devi osare di più

Rammarico dopo il pari con la Viterbese visto il potenziale offensivo in panchina

La B è più vicina ma bisogna premere sull’acceleratore
da Il Quotidiano

CATANZARO ­ Quindici giorni fa il Catanzaro era a 6 punti dalla vetta. Oggi, dopo il pareggio diviso con la formazione laziale, solo 2 lo separano dalla coppia Acireale-Viterbese. Un po’ come dire che, classifica alla mano, la lotta per il primato è diventata improvvisamente affollata di pretendenti. Quattro, per l’esattezza, col Crotone elevato a squadra più in forma del momento. Quattro come i risultati positivi inanellati dai giallorossi dalla sconfitta di Pesaro in poi. Aspetti che danno fiducia.
Il mese di ferro è passato attraverso due vittorie e due pareggi, anche se la partita con la Viterbese apre spazi a qualche perplessità. I gialloblu saranno pure solidi, si dice quadrati di solito, ma la porta l’hanno vista davvero solo una volta. Nessuno può negare loro forza e qualche buona individualità (Gazzi su tutti), eppure il Catanzaro avrebbe potuto chiudere il match con Corona, Ascoli e Ferrigno. Ma si doveva spingere, correre e aggredire con forza maggiore. Non è mancata la determinazione, ma quel pizzico di grinta e di lucidità in più dopo l’intervallo sarebbero state necessarie per impedire ai laziali quei 28 minuti di caccia al pareggio.
Prima preannunciato da un pressing via via pericoloso, poi provocato da uno svarione collettivo vero e proprio, infine difeso dall’undici di Carboni, quasi incurante della superiorità numerica. A pensare al gol di Alfieri, a quella occasione di Corona finita sulla manona di Paoletti, al potenziale offensivo seduto in panchina, viene da mordersi le mani.
Ma la corsa alla B è tutt’altro che decisa, mancano 12 gare tutte da giocare e da Sora conviene premere sull’acceleratore. Magari osando un tantino di più.

PER MIRKO. E’ per lui, stroncato senza un perché da un’emorragia cerebrale a soli 12 anni, che papà Gregorio sogna di vedere Juve e Catanzaro amichevolmente una davanti all’altra. E’ nel nome di Mirko Gullì, piccolo tifoso delle Aquile pianto da una città intera lo scorso novembre, che papà Gregorio ha sentito la necessità di scrivere un messaggio contro la violenza, letto dallo speaker del Ceravolo dieci minuti prima della gara appena archiviata.
Poche, accorate parole. “Lancio questo appello con la speranza che sia significativo per tutti i ragazzi che frequentano il nostro stadio Nicola Ceravolo, e che il vento lo porti in tutti gli stadi d’Italia. Basta violenza! In campo ci sono figli e fratelli di tutti noi! Non buttate bottiglie o pietre ma fiori il cui profumo vi indichi la strada giusta per un avvenire di grande gloria! Grazie, il papà di Mirko».
E’ probabile che l’incauto spettatore che nella ripresa ha centrato il guardalinee con una bottiglietta d’acqua lanciata dal settore distinti, il messaggio non l’abbia sentito affatto.
ARIA D’ALTRI TEMPI. Domenica, intorno alle due di pomeriggio, raggiungere lo stadio catanzarese era impresa ardua. Coda sulla tangenziale, code dalla rotatoria fino a via Pascali e poi più su lungo tutta via Schipani. Code e auto parcheggiate ovunque. Domenica si respirava aria d’altri tempi. Tempi in cui il Catanzaro chiamava a raccolta tifosi da ogni angolo della regione, pronti a sfidare le “grandi”, ad accompagnare una piccola realtà calcistica del profondo sud piena di leggenda.
Tempi in cui si lottava per restare in A o per risalirci dalla B. Tempi vincenti in cui una semplice squadra di calcio rendeva davvero orgogliosi d’essere meridionali, e al diavolo la disoccupazione e tutto il resto.
Bastava la vittoria dei giallorossi per rendere tutto più dolce, e la settimana scorreva tra una domenica e l’altra sorridendo in faccia ai guai e al conto in rosso. Bastava il Catanzaro. Non è cambiato niente da allora. Il Catanzaro è tornato ambizioso e la sua gente è sempre lì. Pronta a sbattersi per un parcheggio, a far code e chilometri, sciarpa al collo e bandiera dal finestrino. Sperando che le Aquile possano addolcire altri sette giorni.

BRIANO VA IN VACANZA. Il club Massimo Palanca di Lido premierà con un viaggio offerto da Giuseppe Zampina (tifosissimo delle Aquile), agente generale del Lloyd italico del gruppo Toro assicurazioni, il centrocampista Mauro Briano. I voti sono stati raccolti dai giornalisti presenti nella tribuna stampa “Libero Greco”, durante la partita con la Viterbese che lo eletto miglior giallorosso in campo.
Dopo un testa a testa con Ivano Pastore, Briano ha avuto la meglio per tre voti in più.

Ivan Montesano

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