«Jonio sotto scacco delle compagnie petrolifere»

Denuncia di Goletta verde. Che chiede lo stop alla tecnica “airgun”. Domani la manifestazione a Policoro per fermare la «corsa all’oro nero»

«Jonio sotto scacco delle compagnie petrolifere»«Diciotto procedimenti attivi per un totale di circa 14mila chilometri quadrati da Taranto a Crotone: una superficie grande quanto l’intera Campania è sotto scacco delle compagnie petrolifere. Sono questi i numeri della folle corsa all’oro nero che non risparmia le coste ioniche, così come gli altri mari italiani. Un vero e proprio assalto delle compagnie petrolifere frutto di una scellerata scelta in campo energetico del governo che sta letteralmente svendendo i nostri mari». È quanto si afferma in una nota di Legambiente in occasione dell’arrivo di Goletta verde a Corigliano Calabro.

«Con la petizione #StopOilAirgun – afferma Mattia Lolli, responsabile di Goletta verde – chiediamo al governo di vietare la tecnica dell’airgun per fini petroliferi utilizzando tutti gli strumenti a disposizione. Una tecnica che non porta vantaggi alla collettività in termini economici, di conoscenza scientifica e ambientali, ma che è a favore esclusivamente delle compagnie. E per ribadire il nostro no al petrolio domani saremo a Policoro (Matera) alla manifestazione contro le trivelle nello Ionio, con due richieste.

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La prima è quella di fermare la corsa all’oro nero nel mare italiano e nello Ionio, attraverso un forte impegno delle Regioni e dei Comuni nel mettere in campo atti concreti ed efficaci contro i titoli rilasciati e in fase di rilascio. La seconda è un appello al governatore della Basilicata Pittella affinché dica no al petrolio non solo in mare ma anche in terra ferma, dove fino a oggi non sono arrivati segnali da parte della Regione. Se il petrolio viene ritenuto non strategico e impattante a mare perché dovrebbe esserlo a terra?».
Secondo Antonio Nicoletti, responsabile Aree protette di Legambiente, «la costa ionica calabrese presenta ancora un’elevata ricchezza ecologica, nonostante le aggressioni messe in atto nel corso di decenni da politiche che non sono state in grado di tutelare l’ambiente costiero. Anche dal punto di vista ittico, l’area ionica ha un patrimonio copioso e vario.

Partendo da questi presupposti hanno preso forma numerosi gruppi di azione costiera con l’obiettivo di favorire e migliorare lo sviluppo locale, in maniera sostenibile, rendendo maggiormente competitiva la “zona di pesca”, valorizzando non solo le risorse ittiche ma anche quelle turistiche, agro alimentari, artigianali e naturalistiche del territorio. Tutto questo petrolio permettendo. Senza dimenticare che il mar Ionio rappresenta un importante bacino costiero come habitat preferenziale e/o punto di transito per numerose specie di cetacei che fa dello Ionio un’area particolarmente delicata e sensibile alle modificazioni ambientali indotte da cause antropiche o comunque esterne».

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Redazione

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