La voragine di Calabria Etica

Un buco da 5,5 milioni di euro per la fondazione già protagonista dei contratti pre-elettorali. La relazione di tre dg della Regione: soldi “distratti” e un solo dipendente per gestire 40 progetti. E ci sarebbero altre 26 assunzioni sospette

La voragine di Calabria EticaUn buco enorme, che potrebbe superare i 5,5 milioni di euro. Dopo le polemiche dei mesi scorsi, affiorano le prime certezze sulla gestione allegra di Calabria etica. Le mettono nero su bianco tre dg della Regione (Bulotta, De Marco e Di Cello), incaricati di redigere una relazione sullo stato dell’arte dopo il bubbone scoppiato per le assunzioni portate a termine a ridosso delle ultime regionali. I debiti accumulati potrebbero «determinare – si legge nella relazione finale della commissione di Vigilanza – conseguenze estremamente critiche per l’equilibrio economico e patrimoniale della Fondazione, ovvero determinare rischi finanziari per la Regione Calabria in quanto ente promotore e ente finanziatore della totalità dei progetti di Fondazione Etica».

Lo scandalo delle assunzioni pre-elettorali ha portato all’apertura di un fascicolo di indagine da parte della Procura di Catanzaro. 
Dalla relazione, in ogni caso, emerge che la Fondazione «regge un complesso significativo di attività, pari a circa 20 milioni di euro nel 2014, e di incombenze istituzionali con un solo dipendente, mentre non si è dotata di una struttura tecnica e amministrativa, che grava solo sui singoli progetti finanziati con specifici incarichi di collaborazione settoriali».

Un solo dipendente per gestire i 40 progetti (tutti affidati dall’ex dipartimento Lavoro, tranne 3) che la Regione ha affidato a Calabria etica da novembre 2013 a dicembre 2014 per un valore totale di 28.733.249 euro. Una concentrazione di risorse che ha trasformato la fondazione «da organismo di supporto alla Regione a organismo unico di gestione delle politiche per la Regione».
La task-force istituita dalla giunta Oliverio ha rilevato anomalie nel meccanismo di assegnazione: «Risulta prassi consolidata, a seguito della presentazione della proposta progettuale da parte della Fondazione, l’emissione da parte dell’ex dipartimento 10 a firma del dirigente generale reggente di una comunicazione di autorizzazione dell’avvio delle attività che veniva successivamente sanata degli atti finali di decretazione e convenzione».

In buona sostanza le assunzioni di Calabria etica sarebbero avvenute «senza atti amministrativi formali». Il risultato è che «nessuno dei progetti considerati ha ancora presentato rendicontazione finale ed ha quindi ottenuto il controllo di primo livello sulle procedure e sull’ammissibilità della spesa».

 ASSUNZIONI À GOGO Nel corso di un anno Calabria etica «ha contrattualizzato da novembre 2013 a dicembre 2014, ben 815 operatori, in grande maggioranza collaboratori a progetto (parasubordinati), e in parte esperti a prestazioni professionali a fattura».

Dai rilievi effettuati è risultato che la Fondazione non ha mai adottato, pur previsto dalle norme in materia, un regolamento per la selezione dei collaboratori. Tale mancanza ha consentito di selezionare non solo “soggetti in possesso di qualificazione universitaria o in possesso di dimostrata e specifica qualificazione tecnico-professionale, come richiesto dalla normativa, ma anche la contrattualizzazione generica di diplomati senza il requisito della specializzazione professionale sempre tecnico professionale alternativa alla qualificazione universitaria».

Ma c’è di più perché i tre commissari rilevano come «ben 281 contratti sono stati stipulati durante o addirittura dopo la campagna elettorale per il rinnovo del presidente della Regione Calabria e del consiglio regionale, e altri 151 nell’immediata ricorrenza prima dell’avvio della campagna (settembre – ottobre 2015)».

I SOLDI “DISTRATTI” PER LE ASSUNZIONI Circa 2,5 milioni stanziati per il credito sociale sarebbero stati destinati per pagare i collaboratori assunti a progetto e finiti al centro dell’inchiesta aperta dalla Procura di Catanzaro. I membri della Commissione ripercorrono l’intero iter, spiegando che i quattro progetti (Responsabilità sociale delle imprese in Calabria; Potenziamento servizio di accompagnamento aree interne; Sostegno delle politiche integrate a favore della famiglia; Piano di comunicazione istituzionale) «sono stati avviati dalla Fondazione solo sulla base di una mera comunicazione del dirigente generale» del dipartimento Lavoro.

I tre commissari fanno notare nella relazione che il presidente Ruberto «aveva già disposto anticipaziono di cassa illegittime per procedere ai pagamenti dei collaboratori interessati per i mesi di novembre-dicembre 2014, prelevando le somme dalla disponibilità del Progetto credito sociale cofinanziato dal Fse, con procedura non consentita dalle norme sul vincolo di destinazione e tracciabilità delle anticipazioni Fse».

ALTRE VENTISEI ASSUNZIONI POCO CHIARE Altre assunzioni poco chiare (ventisei) sarebbero state portate a termine attraverso il progetto “Agricoltura regolare” a seguito di una convenzione con la commissione regionale per l’emersione irregolare per attività finalizzate all’assunzione del lavoro irregolare in Agricoltura. «A seguito della convenzione – si legge sempre nella relazione – il presidente della commissione, senza preventiva autorizzazione del dipartimento Agricoltura e solo a seguito di mera comunicazione allo stesso, ha irritualmente sottoscritto con Fondazione Calabria Etica una convenzione per 200mila euro». A questo punto l’unica strada che rimane è quella di emanare «un atto di autotutela di annullamento della procedura irrituale, con negative conseguenze economiche per la Fondazione che ha stipulato i contratti e per la Commissione emersione o attraverso un atto di sanatoria del dipartimento Agricoltura».

IL PROGETTO ANNULLATO IN AUTOTUTELA In un caso, quello relativo al progetto “Accompagnamento all’occupazione”, la Regione non ha proceduto ad approvare il prescritto decreto dirigenziale di finanziamento (valore del progetto di circa 8 milioni), né assunto impegno di spesa per il beneficiario, né sottoscritto convenzione repertoriata.

«Dalle verifiche effettuate – evidenziano Bulotta, De Marco e Di Cello – è risultato che il dipartimento 10 ha per due volte assunto decreto di finanziamento a favore della Fondazione per il progetto considerato, che per 2 volte è stato restituito non registrato dalla segreteria di giunta in quanto l’affidamento risultava non ammissibile per contrasto con la ragione sociale della Fondazione che non è soggetto finanziario abilitato alla gestione di fondi rotativi di garanzia per le imprese. A seguito di tale accertamento il dirigente generale reggente del dipartimento Sviluppo Economico-Lavoro ha notificato al commissario della Fondazione la nullità di qualsiasi rapporto tra Regione e Fondazione per il progetto considerato».

CONCLUSIONI Sono tre le possibili ricadute patrimoniali negative per Calabria etica che i ter commissari individuano nella parte finale della relazione.

E riguardano i «possibili esiti negativi dei contenziosi legali instaurati dai collaboratori a seguito dell’annullamento dei contratti per i progetti privi di copertura finanziaria»; «le possibili criticità evidenziabili in sede di controlli di 1° livello dei progetti in corso di rendicontazione e oggetto della presente relazione, che potrebbe determinare alla Fondazione danni ingenti da non ammissibilità di spesa»; «la rilevata irregolarità delle procedure di anticipazione di cassa, non prontamente riequilibrata da un progetto ad altro per esigenze di pagamenti, con particolare attenzione ai progetti cofinanziati con il Fse».

Per tale complesso di circostanze il rischio di ricadute economico-patrimoniale a danno della Fondazione, ovviamente da accertare successivamente, potrebbe essere stimabile in circa 3 milioni. Tale circostanza verrebbe, peraltro ad aggiungersi alla possibile grave crisi di liquidità cui la Fondazione andrà sicuramente incontro nel momento in cui la Regione riprenderà le erogazioni finanziarie, «a seguito della già rilevata illegittima anticipazione di cassa del Progetto Fse “Credito Sociale” per pagamenti di circa 2,5 milioni a favore di collaboratori di progetti poi considerati nulli dalla Regione». Insomma, c’è quanto basta per fare temere «rischi finanziari per la Regione Calabria in quanto ente promotore e ente finanziatore della totalità dei progetti di Fondazione Calabria etica».

 

an. ri. – CORCAL

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Redazione

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