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Inchiesta “Parco Romani”, il 13 maggio sentenza giudizi abbreviati

Scritto da Redazione

Parco RomaniIl giudice dell’udienza preliminare ha rinviato al 22 aprile e al 13 maggio la sentenza relativa ai giudizi abbreviati nei confronti dei sette imputati coinvolti nell’inchiesta sui presunti illeciti legati al Parco commerciale “Romani” di Catanzaro.

A conclusione della propria requisitoria il pubblico ministero, Fabiana Rapino, ha chiesto al gup, Pietro Scuteri, di condannare, le pene richieste risultano così scontate di un terzo per la scelta del rito abbreviato: Giuseppe Gatto, presidente di Confindustria Catanzaro che si autosospese dalla sua carica dopo aver ricevuto un’informazione di garanzia ma che è imputato nella sua qualità di imprenditore, a 5 anni di reclusione e 2.500 euro di multa; Giuseppe Grillo, presidente della società municipalizzata “Catanzaro Servizi”, a 3 anni di reclusione; Alba Felicetti, ex dirigente del Comune di Catanzaro, a 1 anno e 8 mesi; Pasquale Costantino, in qualità di dirigente del Comune, a 1 anno di reclusione e 600 euro di multa; Francesco Lacava, ex consigliere comunale e presidente del consiglio d’amministrazione della società “Parco Romani”, a 1 anno e 6 mesi; e l’avvocato Marina Pecoraro, a 2 anni. Chiesta l’assoluzione, infine, per il presidente di Confindustria Calabria, Giuseppe Speziali, che pure si autosospese all’epoca delle indagini e che è stato ugualmente coinvolto in qualità di imprenditore.

Il 9 giugno riprenderà il processo per l’ex sindaco di Catanzaro, Rosario Olivo (Pd); Giulio Elia, consigliere comunale di Catanzaro e presidente della Commissione urbanistica dell’Ente; l’imprenditore Gaetano Romani, costruttore del parco commerciale; Biagio Cantisani, ex dirigente del Comune di Catanzaro e presidente dell’Ordine degli architetti. I quattro imputati furono rinviati a giudizio, dal Gup Pietro Scuteri (che ha anche prosciolto una quinta indagata) nel dicembre del 2014.

Nel processo si sono costituiti parte civile il Comune di Catanzaro e la “Catanzaro Servizi”. La pubblica accusa contesta, a vario titolo, i reati di falso, abuso d’ufficio, tentata truffa aggravata, tentata percezione di fondi pubblici, corruzione, distruzione soppressione o occultamento di atti, estorsione, concussione.

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