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Senz’acqua né farmaci, la denuncia dei malati della Campanella

Scritto da Redazione

Senz'acqua né farmaci, la denuncia dei malati della CampanellaMancano i farmaci “salva-vita”, non ci sono disinfettanti, difficile reperire anche i guanti e gli aghi. E ai pazienti non viene data nemmeno l’acqua.
La Fondazione Campanella sembra vicina all’implosione, con i malati – spesso terminali – lasciati soli al loro destino. Una donna, nei giorni scorsi, avrebbe perfino minacciato il suicidio.
Stavolta sono proprio i degenti del polo oncologico a far sentire la loro voce. Alcuni di loro hanno infatti presentato un circostanziato esposto alla Procura di Catanzaro per denunciare le criticità dei servizi forniti dall’istituto di Germaneto.

L’esposto è firmato da quattro tra pazienti e familiari di degenti. Diversi i rilievi sottoposti all’attenzione della Procura, in particolare la carenza e i ritardi nella fornitura di farmaci, servizio di pertinenza dell’ospedale Pugliese-Ciaccio.

«Nella giornata di martedì 10 marzo – scrivono i pazienti – il farmaco Avastin è arrivato nel tardo pomeriggio dall’ospedale di Tropea, presidio contattato dalla Direzione, dopo sollecito di una delle esponenti, al fine di non veder procrastinata la terapia. Altri farmaci sono stati recuperati dagli ospedali di Rossano e Crotone.

Analogo episodio si è verificato il 12 marzo, con un farmaco (Nabpaclitaxel) arrivato da un altro presidio ospedaliero nel tardo pomeriggio». In quella circostanza è stato richiesto – ricordano ancora i pazienti – l’intervento del 112.
Al dolore e alle preoccupazioni per la malattia, i circa 450 pazienti della “Campanella” devono pure subire lo stress legato ai disservizi di un istituto dichiarato “estinto” dal prefetto di Catanzaro e i cui vertici risultano indagati per false comunicazioni sociali.

Una situazione gravosa che rende difficile perfino l’approvvigionamento di farmaci, in una sorta di “rete di solidarietà” con altri ospedali. «La fornitura delle terapie oncologiche da altre strutture non di prossimità – proseguono i pazienti – ha comportato quindi che la stessa somministrazione, qualora sia stata sempre possibile nello stesso giorno, sia avvenuta in tarda serata e dopo la chiusura del Day hospital (8-18)», fatto che ha provocando ai pazienti «notevole stress e disagio».
Nei reparti dell’istituto è complicato perfino trovare i presidi sanitari essenziali, come disinfettanti, guanti e aghi, per i quali i pazienti stanno provvedendo spesso a proprie spese. Bloccata pure la fornitura del vitto: niente colazione, pranzo e acqua «per chi è sottoposto a terapia la cui somministrazione comporta la permanenza in ospedale anche per molte ore».

NIENTE TICKET
Nell’esposto sono elencati altri disservizi. Come il ticket chiuso nelle ore pomeridiane, che rende impossibile ai pazienti che nel pomeriggio devono essere sottoposti a visita ambulatoriale la corretta regolarizzazione della stessa.
La definitiva chiusura del polo oncologico, prevista per il prossimo 31 marzo, i pazienti perderanno la possibilità di curarsi e di venire seguiti dagli oncologi di riferimento.

Lo spostamento forzato in altre strutture – è scritto nell’esposto-denuncia – «comporterà gravi conseguenze» per tutti gli assistiti, che «correranno il rischio di vedere rinviata o sospesa la somministrazione di cure salva-vita o comunque peggiorata la possibilità di fruire delle stesse». Una situazione drammatica che ha esasperato i pazienti. Al punto che qualcuno di loro avrebbe minacciato di rifiutare le cure.
I pazienti segnalano inoltre che i dirigenti medici avrebbero più volte segnalato queste situazioni di disagio alla direzione sanitaria che – per mezzo del direttore Mario Martina – solo il 13 marzo avrebbe comunicato che il Pugliese-Ciaccio naveva provveduto all’«evasione degli ordini d’acquisto» richiesti una settimana prima.

LA DIFFIDA
Il 2 marzo scorso i pazienti si erano già mossi con un atto stragiudiziale con il quale si diffidavano il ministero della Salute, la Regione e l’Università Magna Graecia ad adottare ogni iniziativa «per provvedere a sanare la gravissima situazione in cui si è venuta a trovare la Fondazione», evitare la chiusura dell’istituto e garantire ai pazienti continuità nelle cure.

PROTESTE E DIMISSIONI
La reazione dei pazienti arriva nel bel mezzo della temperie che negli ultimi mesi ha interessato la Fondazione.

Venerdì scorso il presidente, Paolo Falzea, ha presentato le sue dimissioni.

Da ieri mattina, invece, un nutrito gruppo di dipendenti si è incatenato davanti al dipartimento della Salute di Catanzaro per chiedere la revoca dei licenziamenti collettivi.

 

Pietro Bellantoni – corcalabria

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