Intervistiamo

Suicidio ex giudice Giusti: procura Catanzaro apre inchiesta

Scritto da Redazione

Sulla morte dell’ex giudice Giancarlo Giusti, trovato impiccato domenica nella sua abitazione di Montepaone Lido, la Procura della Repubblica di Catanzaro ha aperto un’inchiesta. Giusti era attualmente sottoposto all’obbligo di firma alla Polizia giudiziaria per dei procedimenti giudiziari a suo carico e nei quali era accusato di corruzione aggravata.

Fabiana Rapino, il sostituto procuratore che coordina le indagini, oggi stesso disporrà per l’autopsia dell’ex giudice e nelle prossime ore verranno anche ascoltati i suoi familiari per cercare di risalire all’esatta dinamica della morte sebbene gli stessi inquirenti non avrebbero dubbi sul fatto che il magistrato si sia tolto la vita. Nessuna ipotesi, però, può essere ancora esclusa.

Nell’ottobre del 2012, Giusti tentò già una volta di suicidarsi: il fatto avvenne mentre era ristretto nel carcere milanese di Opera, e dopo una condanna a 4 anni di reclusione inflittagli quel settembre per corruzione aggravata dalla finalità mafiosa, per presunti rapporti con la ‘ndrangheta, contestatagli nell’ambito di un’inchiesta della Dda di Milano.


IL LEGALE, CONTRO GIUSTI ACCANIMENTO GIUDIZIARIO

“C’è stato un accanimento giudiziario nei suoi confronti”. È quanto sostiene all’Ansa il legale dell’ex magistrato, l’avvocato Geppo Femia che si lascia andare anche ad una constatazione personale e certamente provocatoria affermando che Giusti si sarebbe “ucciso per dimostrare la sua innocenza, non per vergogna”.

Femia ha ricordato poi un colloquio con l’ex toga avvenuto dopo la Cassazione e nel quale ribadiva a Giusti che avrebbe potuto “avere tutti i rapporti, anche che io non conosco, con Lampada; puoi avere concordato di fare tutto quello che ti pare per chissà quanti milioni, ma da queste carte tu per me sei assolutamente innocente.

Non c’è una corrispondenza con quanto tu hai fatto, che certamente è censurabile dal punto di vista strettamente deontologico. Ma da qui ad arrivare al reato ne passa”.

Il legale è ancora più perentorio quando ricorda, infine, come nel “codice esiste un reato estremamente grave che si presta ad una difficile dimostrazione, l’istigazione al suicidio”.

Autore

Redazione

Dal 2002 il portale più letto e amato dai tifosi giallorossi del Catanzaro

Scrivi un commento