Intervistiamo

Il calvario di un’insegnante braccata da uno stalker

Scritto da Redazione

Ha paura di uscire da casa da quando nei giorni scorsi una persona si è presentata nella sua scuola minacciandola di volerla violentare.

Pina Antonucci, insegnante nella scuola elementare di Corigliano, è atterrita e disperata.

Riesce a gestire una situazione angosciante con grande dignità ma adesso è costretta a chiedere aiuto. Da circa tre anni un uomo del luogo, divorziato e senza lavoro, perseguita la 57enne con appostamenti sotto casa, la segue a scuola e cerca insistentemente un contatto.

La storia di inizia tanti anni fa. «Conosco questa persona durante un tirocinio a scuola – racconta – sette anni fa. Lui ha due lauree e faceva l’insegnante precario ma all’epoca non dava segni di squilibrio.

Circa quattro anni fa, l’ho rincontrato a un matrimonio e durante il viaggio di ritorno fatto insieme, per via di un amico in comune, ho cominciato a notare qualcosa di strano».

Dopo un anno, però, la vicenda prende una piega inaspettata. «Mi ha telefonato a casa – aggiunge l’insegnante – e lì mi sono sorpresa e infastidita per il fatto che avesse il mio numero. Ha cominciato a parlare di progetti scolastici e io l’ho subito tenuto a distanza dicendo che non mi interessavano.

Da quel momento un incubo: veniva continuamente sotto casa e mi citofonava di continuo, finché un giorno sono scesa sotto il portone intimandogli di non venire più, ma lui ha cominciato a fare strane insinuazioni. Dopo un mese da quell’episodio ha ripreso ad appostarmi sotto casa, nonostante persino mio fratello gli avesse detto di lasciarmi in pace». A un certo punto sparisce per un po’.

«Perché – racconta Pina Antonucci che è vedova da 14 anni, mamma e nonna – ho frequentato una persona e quindi da quando mi vedeva in sua compagnia mi osservava da lontano, senza mai avvicinarsi. Ma poi ha ripreso. Allora ho segnalato il caso ai carabinieri di Corigliano che lo hanno ammonito». Senza sortire alcun effetto. «Il 7 marzo scorso – spiega la maestra – è venuto a scuola con la scusa di un progetto e ha parlato con la dirigente.

Ma quando si è accorto che la preside non gli dava retta, è diventato più esplicito: le ha detto che voleva violentarmi perché essendo un uomo aveva bisogno di fare sesso. La dirigente ha chiamato i carabinieri e mi ha avvertito. Io sono andata in caserma e ho presentato denuncia.

Adesso ho paura: da quel giorno mi faccio accompagnare e non esco più da sola. Ieri, ad esempio, ero a scuola ma la mia macchina era sotto casa. Lui è andato e ha citofonato: ha risposto mio fratello che gli ha detto di andare via e poi mi ha avvertito di non muovermi.

Ho avvertito subito i carabinieri che sono andati prima a casa mia – ma non lo hanno trovato – e poi a scuola. Sono stata accompagnata nella mia abitazione dai militari e da ieri non sono più uscita se non per fare un’integrazione di denuncia a alle forze dell’ordine e ad associazioni antiviolenza. Ma sempre in compagnia.  Non so più che cosa fare, continua l’insegnante – È anche un problema della collettività perché questa persona è malata e già in passato ha dato segni di squilibrio. Può essere pericoloso per tutti i cittadini. Io sto nel terrore e nel disagio perché sono privata della mia libertà. Domani mi rivolgerò al sindaco. I carabinieri mi dicono che attendono la decisione del giudice per un eventuale provvedimento. E io intanto sto chiusa in casa».

 

Mirella Molinaro – corcalabria –

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