Fondazione Campanella, ancora nulla di fatto

Fumata nera dal tavolo convocato ieri al dipartimento Sanità. Intanto si cerca la disponibilità delle altre strutture ospedaliere calabresi per accogliere i pazienti

Campanella, ancora nulla di fattoSono sempre più fosche le tinte di cui si colora il futuro degli ammalati in cura presso la Fondazione “Campanella”.

L’accelerazione dell’aggravarsi della situazione finanziaria dell’ente ha infatti fatto precipitare anche quella strettamente medico-scientifica e gli oltre 400 pazienti in cura presso la struttura a breve saranno costretti a trovarsi un altro ospedale pronto ad accoglierli.
Dal tavolo tra oncologi e tecnici del dipartimento regionale Tutela della salute che si è tenuto questo pomeriggio, sono poche e confuse le idee realmente sostenibili che sono emerse.

Al momento, si paventa una soluzione tampone che prevede la fornitura dei farmaci necessari per continuare ad assistere gli ammalati con la massima attenzione, intanto si cerca la disponibilità delle altre strutture ospedaliere calabresi per accogliere i pazienti se e quando la Fondazione sarà costretta a chiudere definitivamente.
Ma si tratta più di una pianificazione ideale che di una vera e propria soluzione perché, ovviamente, ogni paziente sarà libero di accettare o meno il trasferimento verso le strutture che eventualmente si renderanno disponibili e tutto lascia presagire che non saranno in pochi quelli che sceglieranno di lasciare la Calabria ed emigrare alla ricerca di assistenza medico-oncologica.
Anche la stessa azienda ospedaliera universitaria “Mater Domini”, infatti, sebbene possa provare ad assorbire alcuni pazienti con il travaso della struttura di oncologia dalla “Campanella”, di certo non naviga in acque finanziariamente felici. Né gli ospedali di Catanzaro, Soverato e Lamezia Terme sarebbero perfettamente in grado di sostenere l’impegno di assistere molti pazienti oncologici.
A questo punto, ed è qui che la vicenda “Campanella” diventa kafkiana, il rischio di emigrazione sanitaria si tramuterebbe in certezza con il conseguente incremento esponenziale di una già enorme spesa regionale per far fronte a tale fenomeno.

In pratica, la Regione non ha i soldi per tenere in vita la “Campanella” – ad oggi potrebbero bastare 29 milioni di euro per chiudere la transazione con i debitori –, ma ne dovrà spendere almeno il doppio, se non di più, per sostenere l’emigrazione sanitaria verso le regioni del Nord, le stesse, tra l’altro, che oggi accolgono i medici e i professionisti sanitari che si sono formati presso l’Università di Catanzaro e che qui, stante l’atavico problema sulla sanità, non hanno trovato alcuna collocazione.
Insomma, il cerino acceso dalla giunta Scopelliti con cui si è dato il via allo smantellamento della Fondazione “Campanella” sta per spegnersi nelle mani di Mario Oliverio, che inaugurerà il suo avvio alla guida della Calabria con il non certo invidiabile primato di aver costretto centinaia di calabresi, già alle prese con una terribile patologia, ad abbandonare la Calabria in cerca di assistenza medica.

 

Alessandro Tarantino

corrieredellacalabria

Autore

Redazione

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1 Commento

  • Il giochino sporco del riggitano e della sua cricca dei crotonesi era chiaro: smantellare la Campanella per dare vita al polo oncologico privato di Crotone, purtroppo in parte ci è riuscito, per fortuna, almeno per adesso, il governo ha bocciato l’accreditamento per conflitto di interessi della struttura privata, ma adesso sicuramente torneranno alla carica! LORDONI!<br />

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