Intervistiamo

Un bando anomalo al “Pugliese-Ciaccio”

Il dg Miceli cerca un nuovo dirigente amministrativo. Per assicurare i Lea. E coprire un vuoto che dura da 10 anni. Ma il commissario Pezzi lo blocca

Al Pugliese-Ciaccio di Catanzaro aleggia un’entità una e trina.

È il direttore generale (il “facente funzione”, come dicono gli addetti ai lavori) Francesco Miceli.

Il “padre” che è al tempo stesso “dirigente responsabile di struttura” (figlio) e “responsabile del procedimento” (Spirito santo). Un trittico di incarichi che il numero uno dell’ospedale ha sfoggiato in occasione di un nuovo bando dell’Azienda catanzarese, relativo alla copertura di un posto di dirigente amministrativo con incarico a tempo determinato.
Ed è proprio in questo avviso che si rivela la concezione (non immacolata) che la “burocraticissima Trinità” ha della sanità pubblica.

Per il buon Miceli il mantenimento dei Lea (i livelli essenziali di assistenza) non si ottiene ingaggiando nuovo personale sanitario, bensì attraverso l’individuazione di un dirigente amministrativo. Figura utile, per carità, ma probabilmente non al raggiungimento del fine che il dg si propone nel bando.
Ma esiste un’altra singolarità. Il manager da sostituire è infatti Antonio Belcastro che, nel corso della sua lunga carriera, è stato anche a capo della “Mater Domini” di Catanzaro.

Un incarico, quest’ultimo, che ha potuto assumere per via del suo status di dirigente del Pugliese-Ciaccio in aspettativa senza assegni. Un “distacco” recente? Niente affatto, perché Belcastro è lontano dall’Ao del capoluogo da almeno 10 anni.

Eppure, Miceli solo ora si accorge del vuoto causato dalla sua assenza (che «pregiudica ulteriormente il governo delle risorse disponibili») e vuole riempirlo prontamente.
Niente di male, se non fosse che le malelingue hanno già cominciato a esercitarsi con il più classico dei totonomi.

Chi occuperà, temporaneamente, quel posto lasciato vacante da ben due lustri da Belcastro?

È possibile che tra le aspiranti al ruolo ci sia anche una vecchia conoscenza della sanità calabrese, ovvero Elga Rizzo, che è stata al vertice del “Pugliese” fino al momento dell’avvicendamento dello stesso Miceli.
Sarebbe un bel ticket di professionisti, nemmeno troppo originale, in realtà. Proprio Miceli era stato nominato direttore sanitario quando al timone dell’Azienda c’era Rizzo.
Epperò sarà difficile vedere all’opera, e simultaneamente, l’accoppiata. Da quanto trapela, il commissario ad acta alla Sanità, Luciano Pezzi, avrebbe già comunicato l’intenzione di bloccare il nuovo bando.

Il motivo è presto detto: il Programma operativo della Regione consente sostituzioni di personale in aspettativa esclusivamente per il ruolo sanitario. Un vincolo che nemmeno il potere della Trinità può sciogliere.

 

Pietro Bellantoni

corrieredellacalabria

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