Ferro in Consiglio? Il Tar non decide

I giudici amministrativi posticipano al 20 marzo la decisione sul ricorso presentato dalla candidata di Forza Italia alla presidenza della Regione

Wanda FerroTutto rinviato al 20 marzo. Doveva essere ieri il giorno giusto per conoscere le sorti di Wanda Ferro e invece i giudici del tribunale amministrativo calabrese hanno posticipato ogni decisione al mese prossimo.

L’impossibilità del relatore a prendere parte alla seduta ha fatto saltare tutto. È stato l’avvocato Francesco Pullano a comunicare via telefono la decisione all’esponente di Forza Italia, che reclama il posto in consiglio regionale riconosciuto in passato al miglior perdente tra i candidati alla presidenza della giunta.

La storia è nota: grazie a un codicillo inserito nella nuova legge elettorale, da questa legislatura non c’è stato più spazio per il candidato a governatore arrivato secondo. Questo è il motivo per cui Wanda Ferro, a differenza di quanto accaduto negli anni passati con Nuccio Fava, Sergio Abramo e Agazio Loiero, non ha conquistato lo scranno solitamente riservato nell’Astronave al leader dell’opposizione.

In queste ultime settimane il tema dell’esclusione di Wanda Ferro è stato al centro di un durissimo scontro all’interno di Forza Italia.

Con Mimmo Tallini e Giuseppe Caputo (due tra coloro che hanno votato la legge elettorale sul finire della passata legislatura) pronti a denunciare la presenza di una «regia occulta» dietro il blitz che ha portato all’esclusione da Palazzo Campanella dell’ex presidente della Provincia di Catanzaro.

Caputo fornisce anche un particolare e una diretta testimonianza non sottovalutabile: aveva convocato la commissione che doveva occuparsi del coordinamento formale del testo, ma alla vigilia della sua riunione venne chiamato dall’allora presidente del Consiglio Talarico che gli disse di astenersi perché ci avrebbe pensato la Conferenza dei capigruppo.

Misteri irrisolti, insomma. Alimentati anche dalle ultime dichiarazioni dell’ex capogruppo del Pd Sandro Principe. Per vedere un po’ di luce bisognerà attendere almeno altri 30 giorni.

corrieredellacalabria

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Redazione

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