Dalla Redazione

Dall’Old Trafford al Ceravolo: la parabola di Giandonato, talento mai sbocciato

Doti fisiche e tecniche ne fanno un elemento di qualità. A Catanzaro cerca la definitiva consacrazione dopo alcune stagioni in chiaroscuro
 

 

 

Manuel Giandonato è il terzo arrivo in questo calciomercato invernale per le Aquile del presidente Cosentino. Era ormai seguito da qualche settimana e dopo le cessioni di Vacca e Maiorano è arrivata l’accelerata finale per portare il calciatore di proprietà del Parma a vestire la maglia giallorossa.

Inizia la sua carriera nel Lanciano, arrivando a giocare fino ai Giovanissimi Nazionali, poi grazie a Cetteo Di Mascio, dirigente di lungo corso, approda al Pescara. Nel 2005 arriva però il grande salto. Giandonato milita nei Giovanissimi Regionali del Pescara, ma in estate arriva la chiamata per sostenere un provino con la Juventus. Il centrocampista abruzzese non si lascia scappare l’occasione e impressiona i talent scout che lo portano in bianconero. A Torino inizia la vera trafila giovanile che lo porta a vincere nel 2010 il torneo di Viareggio con la Juventus Primavera. In quella stagione Giandonato fa vedere tutte le sue capacità guidando alla perfezione il centrocampo e diventando determinante nei rifornimenti alle punte, visto che molti dei gol messi a segno in quella stagione da Ciro Immobile vedranno come assist-man proprio Giandonato. Sempre nel 2010 arriva il debutto in Serie A nella partita contro il Livorno.

Giandonato di quel giorno racconta: “Non ho avuto neanche il tempo di emozionarmi. Ero seduto in panchina con giaccone, cappello e guanti, infreddolito. Zaccheroni si è girato, chiamandomi Giandomenico anzichè Giandonato, dicendomi di entrare subito. Non mi ero neanche scaldato“.

La stagione 2010/2011 è quella che consacra il giovane playmaker come una delle promesse del calcio. Esordio in Europa League contro lo Sturm Graz, titolare nella gara contro il Salisburgo,  due presenze in Serie A e tutta la stagione passata in prima squadra condita anche dall’esordio nell’Under 21 allenata da Ferrara. Si arriva così al 24 maggio del 2011, la Juventus gioca all’Old Trafford contro il Manchester United per la partita di addio al calcio di Gary Neville. La gara è sull’1-1, la Juventus guadagna un fallo sull’estremità destra  dell’area di rigore, la punizione viene tirata proprio da Giandonato che con una parabola perfetta supera il portiere portando il risultato sul 2-1. Un gol alla Del Piero, come direbbero i telecronisti nostrani, che sembra l’inizio di qualcosa di magico.

Nella stagione seguente l’occasione si presenta con il prestito al Lecce in Serie A, ma Manuel non trova la giusta dimensione e un infortunio al ginocchio destro lo limita molto, facendogli disputare solamente 8 gare in stagione. Inizia così il suo girovagare con campionati disputati sempre nella serie cadetta. Nell’estate successiva passa al Vicenza, anche qui 13 gare e 1 rete ma non lascia il segno e così nel Gennaio del 2013 passa al Cesena, in prestito con diritto di riscatto, 13 partite disputate e a fine stagione torna alla base.

A Settembre però termina la sua avventura con la Juventus con cui rescinde il contratto. Dopo 3 mesi senza squadra il Parma decide di offrirgli una chance, ma con gli emiliani non disputa neanche una gara, passando subito in prestito alla Juve Stabia. Con le Vespe 10 gare e ritorno in estate a Parma.

Si arriva così alla sua prima stagione in Lega Pro che coincide con quella attuale. I ducali lo cedono in prestito con diritto di riscatto alla Salernitana. Fortemente voluto da Somma, non riesce ad esprimersi anche per via dell’arrivo di Menichini che lo relega in panchina, sostenendo che con Pestrin non può coesistere. Tra Campionato e Coppa Italia disputa 13 partite, una di queste proprio contro il Catanzaro, durante la quale colpisce il palo su punizione.

Giandonato, come dichiarato in numerose interviste, si ispira a Redondo e attualmente ha come suo modello di giocatore Pirlo. Le caratteristiche, con le dovute proporzioni, sono molto simili: ottima capacità di palleggio, velocità di pensiero e di verticalizzazione. Non è un calciatore velocissimo ma sopperisce a questa sua mancanza con un’ottima tecnica. Nella sua carriera non è ancora riuscito a trovare una piazza che lo facesse esprimere al meglio. Chissà che quella piazza non sia proprio Catanzaro che è riuscita più di una volta a far trovare la giusta dimensione ai suoi calciatori.

Luca Pagano

 

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14 Commenti

  • appunto talento mai sbocciato comunque per la nostra categoria e la nostra squadra super giocatore meglio di vacca sicuramente ,,,un appunto ironico naturalmente e qui caro manuel toccati i coglioni perche un annetto fa fu messo un video del gol di madonia al inter nella scala del calcio ,,,sappiamo tutti quello che poi ha fatto ,,,ahahahahah ciao e benvenuto ,,,,adesso le mie illusioni e la mia voglia di vedere finalmente un cz diverso dipendono anche da te ,,,mi raccomando regalami qualche gioia ,,,,

  • beh, al di là di tutto, le premesse non sono niente male… ed il mio essere un inguaribile sognatore vuole addirittura sfidare ogni legge matematica nella speranza di vedere un Catanzaro che con grande semplicità ed umiltà possa nettamente sovvertire l’andamento visto fino ad ora… Il mio in bocca al lupo a tutti i coraggiosi neo-giunti…

  • Permettete una proposta (chiedo scusa anticipatamente visto che la cosa non ha nulla a che vedere con l’articolo). Pur essendo pronto ad accettare i fischi di quelli che mi chiameranno ripetitivo ed assillante mi domando se esista qualcuno informato circa la possibilità di istituire un’applicazione per smartphone di questo sito in modo da poter agevolare una più comoda consultazione… Nel caso vi fossero delle spese credo che una colletta da parte di eventuali interessati possa essere decisamente irrisoria… In caso positivo io mi dichiaro volontario… C’è qualche programmatore interessato alla cosa tra di noi?

  • Bruttissimo il titolo dell’articolo. Quando l’ho letto pensavo si stesse parlando di un 35enne a fine carriera. Per un ragazzo di 23 anni non sarebbe stato meglio usare un tono un po’ meno definitivo? Che so, scrivere qualcosa come "Il percorso di un talento non ancora sbocciato"? Un po’ di ottimismo su, almeno in home.

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