Intervistiamo

Ndrangheta: clan pianificavano attentato contro pm Dda Catanzaro

Scritto da Redazione

Pierpaolo BruniLe cosche della ‘ndrangheta pianificavano un attentato nei confronti del sostituto procuratore distrettuale antimafia di Catanzaro Pierpaolo Bruni. Dietro la pianificazione dell’attentato ci sarebbe stato un accordo tra le cosche più potenti delle province di Crotone, Catanzaro, Vibo Valentia e Cosenza, che rientrano nell’area distrettuale su cui opera Bruni. La notizia è stata riportata ieri dal quotidiano “Gazzetta del Sud”.

Secondo quanto apprende l’Agi, a svelare le intenzioni dell’attentato sarebbe stato un detenuto di ‘ndrangheta, che avrebbe partecipato in carcere a Cosenza ad una riunione tra alcuni esponenti dei clan. Le rivelazioni hanno fatto scattare uno stato di massima attenzione, anche perché nelle parole del detenuto sarebbero stati evidenziati riscontri concreti con riferimenti reali a posti e luoghi frequentati da Bruni, al tragitto lungo la strada statale 107 compiuto dal magistrato e persino sulla composizione della scorta.

Una strategia che sarebbe stata messa in piedi dalle cosche più potenti, dunque, e che non avrebbero digerito l’attività del magistrato. Nello specifico, i riscontri investigativi condurrebbero proprio vero l’attività del pm antimafia che, solo nell’ultimo anno, ha portato oltre dieci esponenti di spicco delle cosche a regime del 41 bis.

Tra questi provvedimenti, l’ultimo, che risale a pochi giorni fa, riguarda il presunto boss della ‘ndrangheta di Cosenza Adolfo D’Ambrosio, il quale è stato sottoposto al regime del 41 bis nel carcere dell’Aquila. D’Ambrosio è ritenuto dagli inquirenti il reggente della cosca della ‘ndrangheta dei Lanzino che opera a Cosenza e nelle zone limitrofe. Proprio dopo la notifica di quel provvedimento, era stata incendiata l’autovettura di un poliziotto penitenziario che avrebbe partecipato alle operazioni di notifica.

A questi provvedimenti si aggiungono diversi processi seguiti da Bruni contro le potenti cosche calabresi, tra i quali le condanne di appello nei confronti dei personaggi che sarebbero stati al centro della faida del Cosentino nel 2000. Questa serie di azioni avrebbero fatto alzare il livello di attenzione intorno al magistrato, al punto che la ricostruzione del nuovo attentato pare non abbia sorpreso gli inquirenti. (AGI)

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