MAFIA: La ribellione di Lamezia Terme

“L’ultimo gravissimo attentato intimidatorio ai danni della concessionaria Fiat Tripodi di Lamezia Terme, che giunge alla fine di una lunga serie di aggressioni e tentativi di estorsione ad operatori economici della città, non può restare un isolato e semplice fatto di cronaca: la città deve reagire di fronte al fenomeno del racket che mina alla base il suo fragile tessuto economico ed aumenta il disagio derivante da una situazione di illegalità diffusa che danneggia al contempo tanti lavoratori e le loro famiglie, nonché gli imprenditori corretti ed onesti”.
Questo l’invito lanciato da numerose associazioni, laiche e cattoliche, da movimenti politici, culturali e imprenditoriali, dai sindacati di Lamezia Terme, rivolto a tutte le componenti della società lametina: ai lavoratori, all’associazionismo laico e cattolico, agli imprenditori, al mondo della scuola, alle autorità civili, alle forze politiche e a tutti i cittadini. Un invito, sottoscritto da “Amolamezia-Girotondi”, Antea, Arci, Associazione guide e scout cattolici italiani, Azione cattolica, Auser, centro “Riforme democrazia e diritto”, Città, comitato “Provincia Lametina”, comunità “Progetto Sud”, convegni cultura “Maria Cristina”, ex allievi salesiani, fondazione “Mons. Moietta”, Fondo di solidarietà antiusura, gruppo “Preghiera Padre Pio” Santa Maria degli Angeli, Libera, Masci comunità di Sambiase, Movimento ecologista, Movimento studentesco, Rinnovamento e alternativa, Rinnovamento dello spirito, Teatrop, Terz’ordine francescano, Unione giuristi cattolici, volontariato Vincenziano, Cgil, Cisl, Uil, Ugl, Cna, Confartigianato, Confesercenti, ad aderire e partecipare al sit-in contro il racket che si terra’ sabato alle 10 davanti al Palazzo di giustizia a Lamezia.
“Manifestiamo tutti insieme la volontà della comunità lametina – scrivono i sottoscrittori del manifesto contro il racket – di non subire in silenzio l’intimidazione della criminalità, richiedendo anche alle autorità preposte la giusta attenzione ed il dovuto impegno, indispensabile, col sostegno e l’incoraggiamento di tutta la comunità, per far fronte alla grave emergenza di criminalità mafiosa che la città sta subendo”. Ma anche per dimostrare insieme, hanno aggiunto, “l’esistenza di una città viva e solidale, determinata a costruire ed a pretendere la propria serenità ed una sana crescita civile ed economica”. Episodi come quello consumato ai danni di un’azienda storica di Lamezia, hanno scritto nel manifesto, “attualmente impegnata a far fronte alla crisi del settore auto, anche con l’utilizzo dei contratti di solidarietà, così come l’incendio che ha portato alla chiusura della Sonepar, e come tutti gli altri episodi di microcriminalità che si consumano impunemente ogni giorno, devono portare ad una reazione decisa e ferma e ad una mobilitazione delle coscienze dell’intera città“.
Un sit-in promosso dai movimenti e dalle associazioni firmatario proprio per sollecitare questa reazione, rispondendo anche ai ripetuti appelli lanciati da mons. Vincenzo Rimedio, dal procuratore della Repubblica e dalle autorità proposte all’ordine ed alla sicurezza.
(CNN 02.02.2004)

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Redazione

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