AEREOPORTI: Parla Sergio Abramo sulla soppressione voli Linate

Il presidente dell’Anci Calabria, Sergio Abramo, anche nella sua qualità di coordinatore dei sindaci per i problemi del Mezzogiorno, sentiti i presidenti delle sezioni Anci della Campania, della Puglia, della Sicilia e della Basilicata, esprime forte preoccupazione per l’ipotesi, messa a punto da un gruppo tecnico costituito presso la commissione Trasporti della Camera dei Deputati, nella quale viene prospettata in prima battuta il trasferimento verso l’aeroporto della Malpensa di quei collegamenti che, a Linate, non superano i 700 mila passeggeri annui. Ipotesi, questa, che farebbe sopravvivere nello scalo milanese solo i voli con Roma, Napoli, Palermo, Catania, Londra e Parigi. Lo stesso gruppo tecnico, istituito presso la commissione Trasporti di Montecitorio, ha ipotizzato altresì un secondo passaggio, che prevede l’innalzamento della quota minima di passeggeri a un milione per anno. In questo caso, Linate perderebbe anche Palermo e Catania. “Come ampiamente riportato dalle maggiori testate della stampa nazionale – afferma il presidente Abramo – l’ipotesi di soppressione dei voli su Linate costituisce il prezzo che Alitalia chiede venga pagato per rispondere alla pressante domanda di maggiori investimenti della compagni di bandiera sullo scalo di Malpensa.

“Noi però riteniamo – precisa il coordinatore dei sindaci per i problemi del Mezzogiorno – che questa ipotesi sia fortemente lesiva degli interessi delle regioni del Sud, che verrebbero pesantemente penalizzate a causa della perdita, per i propri cittadini, dei collegamenti con Linate in favore dello scalo varesino, lontano molti chilometri dal capoluogo lombardo”. Abramo ricorda che “già ai tempi dell’apertura di Malpensa, nel 1998 mettemmo in evidenza questi aspetti, a cominciare dai maggiori costi che sarebbero derivati dalla necessità, per i passeggeri provenienti dagli scali meridionali, di coprire le distanze da Milano in taxi o con altro mezzo. Un argomento che oggi dunque si ripropone, in aggiunta alle considerazioni più complessive sull’impoverimento generale che, inevitabilmente, colpirebbe gli scali del mezzogiorno d’Italia se venissero cancellati i collegamenti con Linate e sull’indebolimento del già precario sistema di trasporti di questa parte del Paese”.
(CNN 30.01.2004)

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Redazione

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